«Defaticare/defatigare»
Inviato: gio, 16 feb 2006 10:58
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un esempio di come i significati delle parole possano cambiare nel tempo e come, l’ingresso di un nuovo termine con un nuovo significato, possa modificare, per analogia, anche il significato di parole preesistenti.
L’evidenza e la coscienza di questo ‘magma linguistico’ è un’esperienza bellissima che auguro a tutti di provare, soprattutto a coloro che vorrebbero racchiudere la nostra lingua in una corazza di regole e di caratteristiche immutabili.
Il problema è nato in margine ad una discussione in un forum sulla lingua italiana.
Luigi Romani della Treccani:
L’evidenza e la coscienza di questo ‘magma linguistico’ è un’esperienza bellissima che auguro a tutti di provare, soprattutto a coloro che vorrebbero racchiudere la nostra lingua in una corazza di regole e di caratteristiche immutabili.
Il problema è nato in margine ad una discussione in un forum sulla lingua italiana.
Ed ecco le risposte dei due caporedattori.Che fatica con un "defatigante"
Le cronache dei giornali, sportivi e no, scrivono spesso che “il giocatore Tizio è stato sottoposto a una cura defatigante per togliere la fatica dai muscoli”, vale a dire per eliminare l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati. A mio parere il giocatore Tizio, dopo una cura del genere, è talmente affaticato, spossato, che non è in grado di raccogliere un mozzicone di sigaretta da terra. Defatigante, infatti, è il participio presente del verbo defatigare che significa “stancare”, “affaticare” ed è pari pari il latino defatigare, composto con il prefisso “de” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo “fatigare” (affaticare). Il termine da usare, in questo caso, è defaticante (con la “c”), participio presente di defaticare, composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento, “de” e il sostantivo “fatica”. Una cura defaticante, quindi, stando all’etimologia, è una cura che “toglie la fatica”, “rilassante” (de-faticante, che “allontana” la fatica). A questo proposito mi domando come mai il vocabolario “Treccani” registri il verbo defaticare come variante, meno comune, di defatigare.
(Fausto Raso)
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Ottima osservazione, caro Raso, complimenti!
Premesso che una lingua naturale non sottostà solo alle leggi della logica e che comunque la situazione da lei evidenziata presenta elementi di confusione, proverò a dare un’interpretazione delle indicazioni che il Treccani (quelle del Gradit sono simili) dà al riguardo.
La prima parola ad essere accolta in italiano è stata defatigare (XVIII sec.) con tutta la sua coniugazione. Da essa si è fatta una variante meno comune: defaticare, con lo stesso significato.
Nel 1965 è entrato in italiano, con uso tecnico-specialistico, il verbo pronominale intransitivo defaticarsi col significato di: compiere esercizi per l’eliminazione dell’acido lattico prodotto da un prolungato sforzo muscolare.
Nel 1970 è stato creato defaticamento e quindi defaticante.
Oggi probabilmente si usa defaticare in questo secondo significato e si viene perdendo il suo significato di variante di defatigare.
Sarebbe forse il caso che i vocabolari prendessero atto di questa evoluzione e aggiungessero sotto la voce defaticare la nuova accezione di eliminare la fatica.
Provvederò a segnalare questa situazione ai caporedattori del Treccani e del Gradit.
(Biagio Di Vizio)
Luigi Romani della Treccani:
Renzo Ambrogio del Gradit:…come ha potuto osservare, il Treccani registra defaticare solo come variante non comune di defatigare «affaticarsi» privilegiando, invece, in ragione della frequenza d'uso, la forma riflessiva defaticarsi per il significato sportivo di «compiere determinati esercizi atti a eliminare le tossine accumulatesi nell'organismo in seguito a prolungati sforzi».
Tuttavia, anche in quest'ultimo caso si potrebbe lemmatizzare la forma transitiva, meno comune, e articolare la voce inserendo all'interno quella riflessiva, come già abbiamo fatto nel II Supplemento del Lessico Universale Italiano (v. infra). Così facendo, in una prossima edizione del Treccani, avremmo, per ragioni etimologiche, una coppia di omografi.
defaticare v. tr. [der. di fatica, col pref. de-] (coniugato come faticare). - Liberare dalla fatica, con riferimento a determinati esercizî fisici atti a riportare a valori normali l'attività cardiocircolatoria e respiratoria negli atleti che hanno compiuto sforzi prolungati (per lo più con uso assol.); anche nel rifl., defaticarsi, con riferimento agli atleti stessi che eseguono tali esercizî. Part. pres. -ante, usato anche come agg.: esercizî defaticanti.
[II Supplemento del Lessico Universale Italiano]
… la questione defaticare-defatigare è alquanto rognosa. Ad analisi di ordine etimologico si sovrappone l'uso, ben più importante, per il quale le due forme oggi sono totalmente sovrapponibili. Mi lasci riflettere con un po' di calma e le farò sapere. [...] Sentirò anche De Mauro…