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Imperativo di "dire"
Inviato: gio, 24 set 2009 10:01
di Daniele
Io ho sempre scritto, alla seconda singolare,
di'. Un amico mi fa notare che Devoto-Oli riporta anche
dì (con raddoppiamento sintattico – che, almeno qui, non mi è molto chiaro…

) Anche Zingarelli riporta anche
dì. Quale può essere un esempio di raddoppiamento con
dì? E comunque, potrei scrivere "Dì a Mario di venire"?
Grazie!
Inviato: gio, 24 set 2009 12:22
di Fausto Raso
L’imperativo 2. persona può essere sia “dì” (con l’accento) sia “di’ "con l’apostrofo. Il Sabatini Coletti - come può vedere - registra solo “dì” (con l’accento). A mio avviso è preferibile l’apostrofo (di’) per con confondere il verbo con il sostantivo “dì” (giorno).
dire [dì-re] v. (irr.: ind.pres. dico, dici, dice, diciamo, dite, dìcono, imperf. dicévo ecc., pass.rem. dissi, dicésti ecc., fut. dirò ecc.; congiunt.pres. dica, diciamo, diciate, dìcano, imperf. dicéssi ecc.; cond.pres. dirèi ecc.; part.pres. dicènte, pass. détto; ger. dicèndo; imp. dì, dite; accento grafico su dì)
Inviato: gio, 24 set 2009 12:33
di Brazilian dude
Non sono nessun esperto, ma anch'io preferisco di' perché qui per me l'apostrofo segnala la caduta della sillaba ci di un più regolare imperativo dici.
Re: Imperativo di "dire"
Inviato: gio, 24 set 2009 12:51
di Infarinato
Daniele ha scritto:Io ho sempre scritto, alla seconda singolare,
di'. Un amico mi fa notare che Devoto-Oli riporta anche
dì (con raddoppiamento sintattico – che, almeno qui, non mi è molto chiaro…

) Anche Zingarelli riporta anche
dì. Quale può essere un esempio di raddoppiamento con
dì? E comunque, potrei scrivere "Dì a Mario di venire"?
Daniele, legga
qui e
qui.
Inviato: gio, 24 set 2009 18:00
di PersOnLine
Brazilian dude ha scritto:... regolare imperativo dici.
Ma l'imperativo regolare non sarebbe, in tutti i modi,
dicci, così come
dimmi?
Inviato: gio, 24 set 2009 18:10
di Marco1971
Dicci è di’ a noi, e dimmi, di’ a me. Brazilian dude si riferiva al fatto che per i verbi regolari della terza coniugazione (e della seconda), l’imperativo di seconda persona è uguale alla forma dell’indicativo presente (tu vieni > vieni!, tu parti > parti!, quindi regolarmente avremmo tu dici, *dici!).
Inviato: gio, 24 set 2009 19:18
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:Dicci è di’ a noi, e dimmi, di’ a me. Brazilian dude si riferiva al fatto che per i verbi regolari della terza coniugazione (e della seconda), l’imperativo di seconda persona è uguale alla forma dell’indicativo presente (tu vieni > vieni!, tu parti > parti!, quindi regolarmente avremmo tu dici, *dici!).
Quindi
di' è la forma "apocopata" di
dici, con l'apostrofo e non con l'accento per distinguerlo da
dì (giorno).
Inviato: gio, 24 set 2009 19:42
di Marco1971
Sí, preferisco anch’io la forma apostrofata, ma la forma accentata è ammessa persino dal (sempre meno) severo DOP.

Inviato: gio, 24 set 2009 22:45
di Marco1971
Nella grammatica di Serianni (XI.339) si trova solo
di’ come imperativo (cosí come nel Battaglia), ma nel paragrafo seguente vediamo che i composti di
dire – tranne
ridire – hanno solo l’imperativo regolare:
benedici, contraddici, disdici, maledici, predici.
Strano che il Sabatini-Coletti dia
solo dí...

Inviato: ven, 25 set 2009 0:27
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Sí, preferisco anch’io la forma apostrofata, ma la forma accentata è ammessa persino dal (sempre meno) severo DOP.

E ci mancherebbe altro!

Ricordiamoci sempre che (come spiegato sia dal Camilli sia dal Serianni, citati nei miei interventi summenzionati [li ha visti, caro Fausto??], e dimostrato dal Castellani) la forma accentata
è la forma originaria, continuatrice diretta del latino
dic (*). Da questa dipende il potere [originariamente] cogeminante di
dí /'di*/ (ora, «piú comunemente» [= almeno in Toscana],
di’ /'di/), cristallizzatosi graficamente nelle forme con enclitica.
____________
(*) Quest’ultima affermazione è da prendersi «con le molle» e richiede una precisazione, che mi permetto di rimandare a un altro momento.
Inviato: ven, 25 set 2009 0:47
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Strano che il Sabatini-Coletti dia
solo dí...

Sí, strano, ma la stranezza è soprattutto [
tipo]
grafica, essendo
di’ sicuramente la grafia [di gran lunga] piú comune oggigiorno.
Dal punto di vista
fonetico, la cosa stupisce di meno, essendo in fondo il
DISC un «dizionario dell’uso» anch’esso, e /'di*/ è la
dizione oggi preponderante [nelle regioni del Centro —il Nord
e non fa testo, non presentando il rafforzamento sintattico].