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				Genere di «[e-]mail»
				Inviato: ven, 09 ott 2009 17:52
				di Freelancer
				Inf.V.73.142.DA [
qui] ha detto di essere all'estero (senza però specificare se vive all'estero). Mi chiedo se vedere usato 
un e-mail permetta di identificare subito qualcuno come persona residente all'estero. Sebbene come sappiamo esista una notevole controversia sul genere di 
e-mail, in base a messaggi inviatimi da persone che vivono stabilmente in Italia mi sono fatto l'idea che il termine più comune sia 
una mail. Qual è la vostra impressione in merito?
 
			
					
				
				Inviato: ven, 09 ott 2009 18:14
				di Marco1971
				L’ho sempre sentita al femminile, e credo che, nonostante sia ambigenere, siano davvero in pochi a usarla al maschile. (Naturalmente questa parola fa parte solo del mio vocabolario passivo: dalle mie labbra non l’udirete mai pronunziata. 

)
 
			
					
				
				Inviato: ven, 09 ott 2009 21:10
				di u merlu rucà
				Io ho sempre sentito dire una...
			 
			
					
				Re: Genere di «[e-]mail»
				Inviato: sab, 10 ott 2009 0:37
				di Infarinato
				Freelancer ha scritto:Sebbene come sappiamo esista una notevole controversia sul genere di e-mail, in base a messaggi inviatimi da persone che vivono stabilmente in Italia mi sono fatto l'idea che il termine più comune sia una mail. Qual è la vostra impressione in merito?
Come ho già detto in piú d’un’occasione, credo che si tratti essenzialmente d’una questione d’
età, o meglio d’«anzianità informatica». 
 
Chi, come il sottoscritto, è venuto a conoscenza del termine inglese agli albori della posta elettronica [
su terminali monocromatici], quando scrivere due righe di corrispondenza era un’impresa e quei messaggini striminziti inviati a professori o liste di distribuzione certo non assomigliavano punto a lettere, non potrà che fare 
e[
-]
mail (
mai mail) maschile, sottintendendo 
messaggio.
 
			
					
				Re: Genere di «[e-]mail»
				Inviato: sab, 10 ott 2009 16:35
				di Inf.V.73.142.DA
				Infarinato ha scritto:Come ho già detto in piú d’un’occasione, credo che si tratti essenzialmente d’una questione d’
età, o meglio d’«anzianità informatica». 

 
Grazie per la riscossa!
 
			
					
				
				Inviato: sab, 10 ott 2009 18:27
				di Marco1971
				Certamente, come indicano i dizionari meno recenti, e-mail era in origine maschile (DISC 1997). Si vede ancora nel Devoto-Oli 2004-2005 una traccia del maschile (s.f. o m.), ma il GRADIT ha solo s.f. (e anche nel Devoto-Oli compatto, Dizionario fondamentale della lingua italiana, 2001, solo s.f.). Si può dire che l’uso preponderante è oggi (l’orribile) una mail (mentre in francese abbiamo, nonostante alcuni, tra cui io, diciamo courriel, l’altrettanto orribile un mail, al maschile). Nel cambiamento di genere saranno intervenuti due fattori: da una parte il traducente ‘posta’ e dall’altra, forse, la maggior facilità di pronuncia di una mail rispetto a un mail, o, se di facilità articolatoria non si può parlare, il mantenimento della vocale ‘e-’ sostituita dalla ‘-a’. Ma sono solo ipotesi.
			 
			
					
				
				Inviato: sab, 10 ott 2009 20:30
				di Infarinato
				Marco1971 ha scritto:Nel cambiamento di genere saranno intervenuti due fattori: da una parte il traducente ‘posta’…
Vedrei piú probabile un accostamento a 
lettera (impensabile —ripeto— ai primordi del servizio), come in «ti mando una [
e-]
mail». Per il servizio in sé, 
posta elettronica mi sembra resista abbastanza bene, perlomeno in contesti ufficiali.
 
			
					
				
				Inviato: ven, 16 ott 2009 0:27
				di Daniele
				Marco1971 ha scritto:(Naturalmente questa parola fa parte solo del mio vocabolario passivo: dalle mie labbra non l’udirete mai pronunziata. 

)
 
Marco, mi permetta il Fuori Tema (Santi numi! Stavo per scrivere Off Topic! 

): lei lo sa – vero? – di essere un umorista? 

 
			
					
				
				Inviato: ven, 16 ott 2009 1:01
				di Marco1971
				Felice di aver contribuito al suo buonumore, gentile Daniele! 

 
			
					
				
				Inviato: lun, 19 ott 2009 1:12
				di Carnby
				Infarinato ha scritto:Vedrei piú probabile un accostamento a lettera (impensabile —ripeto— ai primordi del servizio), come in «ti mando una [e-]mail». Per il servizio in sé, posta elettronica mi sembra resista abbastanza bene, perlomeno in contesti ufficiali.
Sono d'accordo sia sull'accostamento a 
lettera per il genere, sia sulla resistenza di 
posta elettronica per il servizio. Il problema è il messaggio di posta elettronica  per cui prevale decisamente 
e-mail; talvolta (tra il serio e lo scherzoso) uso 
e-pistola, ma ammetto che non lo scriverei mai in un contesto "ufficiale". Un tempo avevo proposto di chiamarlo semplicemente 
messaggio, riservando 
messaggino agli SMS/MMS, ma riconosco che è comunque troppo generico.
 
			
					
				
				Inviato: sab, 24 ott 2009 14:25
				di Federico
				Carnby ha scritto:Un tempo avevo proposto di chiamarlo semplicemente messaggio, riservando messaggino agli SMS/MMS, ma riconosco che è comunque troppo generico.
Spesso basta, tuttavia.
 
			
					
				
				Inviato: sab, 24 ott 2009 23:35
				di CarloB
				Ho l'impressione che molte persone che ormai usano gli sms per lavoro riluttino dal chiamarli messaggini, considerati tipici degli adolescenti, e preferiscano parlare senz'altro di messaggi.
A questo punto chiamare messaggio la mail creerebbe confusione. «Ti ho mandato un messaggio». Sì, ma un sms o una mail?
Mail, pronunciata meil, è diventata corrente ovunque si usi un pc. Temo che ci si dovrà rassegnare.
			 
			
					
				
				Inviato: dom, 25 ott 2009 0:16
				di Marco1971
				CarloB ha scritto:Mail, pronunciata meil, è diventata corrente ovunque si usi un pc. Temo che ci si dovrà rassegnare.
Io non mi rassegnerò, perché neanche la forza dell’abitudine riesce a farmi sonare accettabile quest’aberrazione. Ho proposto 
un’elle, per il linguaggio veloce, tempo fa. 

 
			
					
				
				Inviato: dom, 25 ott 2009 0:39
				di Freelancer
				Lei mi è proprio venuto in mente quando, questa mattina, ho letto 
questo articolo sul New York Times a proposito dell'origine di 
Ms., nato per colmare una lacuna, ossia come rivolgersi a una donna di cui non si conosca lo stato coniugale (quindi è da evitare sia 
Mrs. sia 
Miss). A quanto pare fu modestamente proposto da un autore anonimo nella quarta pagina di un giornale a diffusione locale, ma languì per decenni prima di diffondersi ed entrare nell'uso attuale. Quindi non disperi: faccia modestamente le sue proposte, forse nel 2100 tutti diranno 
elle.
 
 
En passant, e solo perché penso interessi altri (lungi da me il voler correggere chi scrive in questa sede) il Devoto-Oli specifica che 
riluttare vuole la preposizione 
a.
 
			
					
				
				Inviato: dom, 25 ott 2009 17:54
				di Marco1971
				Freelancer ha scritto:Quindi non disperi: faccia modestamente le sue proposte, forse nel 2100 tutti diranno 
elle. 

 
Forse. 

 Intanto vorrei far notare che in inglese (britannico), queste abbreviazioni si scrivono senza il punto: 
Mr, Mrs, Ms, etc.