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Metafore nelle lingue italiana e inglese
Inviato: mar, 03 nov 2009 0:39
di Freelancer
Nel libro "Il linguaggio d'Italia", nella sezione 248 "Il dirigismo linguistico", parlando delle istituzioni linguistiche italiane, Giacomo Devoto scrive "Le origini e la storia oligarchica bloccano la possibilità di creare metafore prese dalla lingua usuale, ciò che è la forza invece dell'inglese".
Qualcuno sa se Devoto ha illustrato più ampiamente questo punto in qualche altra opera o se altri se ne sono occupati?
Inviato: mar, 03 nov 2009 1:09
di Marco1971
Spero che qualcuno le saprà rispondere. Per quanto mi riguarda, reputo infondata tale affermazione, che contraddice – che sorpresa! – ciò che dice Luca Serianni nel collegamento recentemente dato qui da Fausto Raso. Non c’è molta coerenza nel mondo italiano, che si tratti di linguistica o di altro.
Inviato: mar, 03 nov 2009 1:13
di Freelancer
Quale collegamento?
Inviato: mar, 03 nov 2009 1:18
di Marco1971
Inviato: gio, 12 nov 2009 10:53
di CarloB
Non mi persuade, con tutto il rispetto per il grande Devoto, il paragone con l'Inghilterra.
Se un paese ha avuto una oligarchia ristretta al comando, sino a Ottocento parecchio avanzato, è stato l'Inghilterra. Le oligarchie cittadine italiane non erano meno porose e larghe dell'eletta inglese. L'inglese del re o della regina insegnato nelle università era oligarchico per definizione: ad esse accedevano pochi privilegiati o fortunati.
Perciò non capisco bene che cosa volesse dire Devoto e sarei anch'io gratissimo a chi segnalasse altri suoi interventi chiarificatori su questo argomento. Fermo restando che un grande linguista non è e non dev'essere necessariamente un grande sociologo o un grande storico: sono mestieri diversi.