«Inodoro, insonoro» vs «incolore, indolore, insapore»
Inviato: lun, 27 feb 2006 1:22
La forza dell’analogia e l’influsso di altre lingue incidono talvolta sulle forme «corrette», e naturalmente, una volta entrate nell’uso cólto, le forme «tralignanti» diventano legittime. Vorrei tuttavia sottoporre alla vostra attenzione le varianti citate nel titolo.
Inodoro è preferibile a inodore perché deriva dal latino inodoru(m).
Su insonoro non ci sono dubbi (per ora), poiché non è registrata alcuna variante *insonore.
Da incolore(m) e indolore(m) si ha la terminazione in -e. Si giustificano invece entrambe le forme insapore e insaporo (in- + sapore o in + saporu[m], agg., ‘saporito’).
Alcuni esempi letterari (sennò che gusto c’è?
):
Per concludere «le mi’ bischerate»: se accetto inodore (che però non adopero), rifiuto recisamente – finché qualcuno non mi farà cambiar idea – succube al posto di succubo, che con l’analogia non ha nulla che fare, sibbene col francioso.
Inodoro è preferibile a inodore perché deriva dal latino inodoru(m).
Su insonoro non ci sono dubbi (per ora), poiché non è registrata alcuna variante *insonore.
Da incolore(m) e indolore(m) si ha la terminazione in -e. Si giustificano invece entrambe le forme insapore e insaporo (in- + sapore o in + saporu[m], agg., ‘saporito’).
Alcuni esempi letterari (sennò che gusto c’è?

Non sono contrario all’uso di inodore, per analogia semplificante il sistema, ma avremo anche, un giorno, *insonore?Aveva una sensazione di pulizia scrupolosa e inodora, come la convalescente di malattia mortale che rientra vacillando nel letto dove le hanno mutato le lenzuola. (Borgese)
S’alza dalla tenebra insonora
l’astro che accende ogni ombra che l’esclude. (Onofri)
Senza i sogni, incolore sempre è il mare. (Ungaretti) [Ma Croce preferiva incoloro: Un oggetto tangibile, che sia incoloro e inodoro […] dovrebbe perciò solo produrre immagini artistiche di pura tattilità.]
Sono continuamente consapevole, sia pure in maniera oscura e indolore, di quel particolare stato d’animo che ho chiamato disattenzione. (Moravia)
Il mondo era tornato quella nuvola insapore e lui annaspava con gli occhi strabuzzati e non tirava a galla niente. (Calvino)
Per concludere «le mi’ bischerate»: se accetto inodore (che però non adopero), rifiuto recisamente – finché qualcuno non mi farà cambiar idea – succube al posto di succubo, che con l’analogia non ha nulla che fare, sibbene col francioso.
