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Lingua italiana (?)
Inviato: lun, 09 nov 2009 13:42
di Fausto Raso
Un articolo di Silverio Novelli sulla
lingua italiana (??)
Inviato: lun, 09 nov 2009 14:13
di Marco1971
C’è di peggio, ma questo non è male come esempio d’itangliano (e di sintassi da contorsionista).
Inviato: lun, 09 nov 2009 22:45
di Freelancer
A me sembra scritto bene. È interessante e i forestierismi non ancora acclimatati sono in corsivo. Usa una lingua moderna, non paludata e che magari cerchi di usare termini come trotterello.
La sintassi è veloce. Magari acrobatica? Non guasta. Si confà all'argomento. E alla fine propone anche il termine italiano tracciatore, che chi vuole può adoperare insieme a tracciato per sostituire parkour.
Piaccia o non piaccia, sì questo è un esempio di lingua italiana d'oggi. Né vedo motivo di stracciarsi le vesti.
Inviato: lun, 09 nov 2009 22:51
di Marco1971
«Scritto bene»: se questo vuol dire seguire la tendenza (o, per bene scrivere, dovrei dire, in corsivo, il trend?), allora la locuzione ha poco senso, secondo me. Il bello scrivere non è mai stato, ch’io sappia, in nessuna epoca, adeguamento alle mode, bensí l’esatto opposto.
Inviato: lun, 09 nov 2009 23:02
di Freelancer
Ma quale mode, quale tendenza, via! È scritto in italiano corretto, tutto qui. Non è questo l'itangliano.
Inviato: lun, 09 nov 2009 23:59
di Marco1971
«Italiano corretto» e «bello scrivere», ci tengo a sottolinearlo, sono due cose ben distinte. La prima si riferisce al rispetto delle regole grammaticali e ortografiche; la seconda, allo stile. In quest’ultimo ci può senz’altro essere una buona dose di soggettività nel giudizio. Sennonché, chi ha buon gusto rifugge da parole come
target, corsivo o non corsivo (ché la parola è invece piuttosto acclimata [1964]).
La modernità e l’originalità, che alcuni credono risiedere nell’impiego di forestierismi e di frasi contorte, dipendono invece da grande dimestichezza con tutto quello che ha preceduto, per non ricalcare e per scrivere con assoluta sicurezza.
Mi piace riportare questo brano tratto dalla
Frusta letteraria di Baretti, che farà rizzare i capelli in testa al caro Roberto, ma che cito perché, nonostante lo stile dell’epoca, dice, mi pare, cose molto sensate e attuali:
Ma chi scrive in italiano deve assolutamente scrivere netto e purgato toscano, e non lasciarsi fuggir della penna un gnanca per né anche, un barille per barile, e regallo per regalo, ché questi sono spropositi d’uomo che non sa in che consista il bello scrivere; né vale il dire la rima mi ha sforzato a dir così, perché chi non ha una intiera padronanza sulle rime non ne deve fare. I latini e i greci hanno scritte correttamente le loro lingue; i francesi hanno fatto e fanno tuttodì lo stesso, e disprezzano e vilipendono chi scrive sconciatamente; e noi italiani, se non vogliamo essere considerati barbari ignoranti da’ forestieri e da’ posteri, abbiamo pure a far lo stesso, e non abbiamo a scrivere nella nostra come le zambracche e i facchini di varie delle nostre provincie parlano, quando vogliono toscaneggiare. (Baretti,
La frusta letteraria, n. 5
La Barcaccia)
Altro non aggiungo.

Inviato: mar, 10 nov 2009 0:34
di Freelancer
Le solite geremiadi che lasciano il tempo che trovano. Ma anch'io non aggiungo altro. Lasciamo che altri si facciano (ed esprimano in questa sede se vogliono) un giudizio sull'articolo.
Inviato: mar, 10 nov 2009 0:57
di Marco1971
Sarò interessato quanto lei a quel che diranno gli altri.
Intanto, non mi pare che si possa tacciare ciò che ho scritto di
geremiade. Se avessi detto una cosa banale, allora l’accetterei; ma non credo di aver detto cose banali. Banale sarebbe appunto lo stile dell’articolo, che è antiestetico, scontato in molte cose, per come la vedo io.
Abbiamo un grande problema, e le università italiane lo sanno... Il livello di scrittura dell’italiano è insufficiente per la maggior parte degli studenti, ed è questa la ragione per cui sono stati istituiti corsi di scrittura. Avevo, tempo fa, rimandato all’articolo, si trova sul sito della Crusca.
E ora dirò – e qui mi espongo agli strali di tutti gli specialisti del settore – che i linguisti odierni, in linea di massima, scrivono in un italiano di dubbio gusto, anche quando non adoperano forestierismi.
Inviato: mar, 10 nov 2009 1:09
di Freelancer
Ma non aveva detto che non avrebbe aggiunto altro?
Geremiadi si riferiva al brano da lei riportato.
Inviato: mar, 10 nov 2009 1:20
di Marco1971
In realtà, «altro non aggiungo» era riferito appunto alla citazione, non al fatto che non avessi altro da dire in generale.
Avrei, invero, quest’altro da aggiungere.
Nell’articolo, la parola
teenager non è scritta in corsivo (né
loft) e non rispetta né la grafia normale inglese (univerbata) né la grafia normale «italiana», che concede il trattino (
teen-ager, ma non la scrizione staccata). (
Bless!)
Chiamiamo la Carrà?

Inviato: mar, 10 nov 2009 1:33
di Freelancer
Dettagli minori, che non invalidano il giudizio complessivo (perlomeno il mio) sull'articolo. Né teenager (nel Devoto-Oli la grafia è proprio questa) né loft sono parole nuovissime, quindi non occorre scriverle in corsivo. Lei cerca di spaccare il capello in quattro. Lasci perdere, non ne vale la pena.
Inviato: mar, 10 nov 2009 2:22
di Marco1971
Freelancer ha scritto:... Né teenager (nel Devoto-Oli la grafia è proprio questa)
Appunto. Nell’articolo c'è scritto
teen ager staccato. Dettaglio minore, che si somma a altri dettagli. Ma naturalmente è scritto bene, perché chi l’ha redatto non ha il riflesso di consultare un dizionario per verificare l’esatta grafia e il preciso significato delle parole. Dico chi l’ha composto, non lei.

Inviato: dom, 15 nov 2009 21:35
di Artorius
Marco1971 ha scritto:[...] i linguisti odierni, in linea di massima, scrivono in un italiano di dubbio gusto, anche quando non adoperano forestierismi.
Quest’affermazione mi preoccupa: se non padroneggia un buono stile neanche chi tiene i corsi di cui parlava sopra, e presumibilmente si confronta spesso coi classici, da chi dobbiamo imparare, noi studenti?
Dove posso trovare argomentazioni a sostegno di questa sua tesi, per favore?
Inviato: dom, 15 nov 2009 23:22
di Marco1971
Artorius ha scritto:Quest’affermazione mi preoccupa: se non padroneggia un buono stile neanche chi tiene i corsi di cui parlava sopra, e presumibilmente si confronta spesso coi classici, da chi dobbiamo imparare, noi studenti?
Dove posso trovare argomentazioni a sostegno di questa sua tesi, per favore?
Gentile Artorius, la mia opinione si fonda sulle produzioni scritte di molti linguisti, ma rimane sempre la mia opinione (condivisa, però, da alcuni membri di questa piazza). Potrei farle infiniti esempi, ma mi limito a pochi. Avendo la scelta tra la parola
topicalizzazione e
tematizzazione (la prima formata sul sostantivo inglese
topic, la seconda sul sostantivo italiano
tema), può star sicuro che la
tematizzazione non la troverà in quegli scritti (ed è pur registrata in quell’esatto significato).
Stesso discorso per
online e
in linea,
link e
collegamento, ecc.
Ma tutto questo riguarda solo quel che generalmente viene visto come lo strato superficiale della lingua e dello stile, cioè il lessico. Lo strato profondo sarebbe la sintassi. E allora, veniamo alla sintassi. Ho letto non so quante volte
inerente il/lo/la/i/gli/le nella penna di linguisti (troppe volte, e nello stesso documento, per poter pensare a un refuso), invece di
inerente al/allo/alla/ai/agli/alle.
Lo stile è anche eleganza e maniera costruita di comunicare. Mi citi un solo testo prodotto da un linguista d’oggi (escludendo l’ineccepibile Luca Serianni e alcuni altri) che abbia queste due caratteristiche: eleganza e trasparenza.
Chi prendere a modello, allora, lei giustamente si chiede? Ci sono stati e ci sono linguisti che scrivono in maniera esemplare. Ne citerò tre (in ordine cronologico): Bruno Migliorini, Arrigo Castellani, Luca Serianni. Questa restrizione non esclude tutti gli altri, sia chiaro. E certamente i maestri di stile non sono, generalmente, i linguisti, ma quei grandi scrittori che ci hanno fornito opere la cui sostanza trascende il bello scrivere – ma che hanno una scrittura inappuntabile.
Inviato: dom, 15 nov 2009 23:54
di Artorius
Grazie d’aver precisato la sua affermazione, signor Marco.

Se può esserle di sollievo, sappia che il mio professore di
Lingua e linguistica italiana, all’università di Bologna, usa
tematizzazione — e, d’altronde, mi giunge inaspettata la sua lamentanza, giacché credevo che
tema (con annessi derivati) facesse coppia stabile con
rema.