«Monolingue» vs «monolingua»

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Marco1971
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«Monolingue» vs «monolingua»

Intervento di Marco1971 »

In anni recenti è invalsa la moda di scrivere «dizionario monolingua», mentre tale voce è assente dai repertori lessicografici, i quali – GRADIT in testa – riportano esclusivamente «dizionario monolingue», formato sul modello di bilingue. Non si capisce bene la necessità di quest’anomalia, poiché monolingue s’inserisce nella serie bilingue, mistilingue, multilingue (moltilingue), plurilingue, quadrilingue, trilingue. Per me si tratta d’un uso poco sorvegliato; e per voi?
Ultima modifica di Marco1971 in data mer, 16 feb 2011 19:15, modificato 1 volta in totale.
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Federico
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Intervento di Federico »

Per il momento credo prevalga ancora la forma originaria, ma comunque non mi sembra poi tanto assurdo:
Treccani in linea ha scritto:mòno-[...] Nel caso di composti aggettivali di formazione moderna, il secondo elemento può essere [...] un sostantivo, dando luogo a tipi diversi di composti: con il sost. invariato, che rimane invariabile anche al femm. e, di norma, al plur. (per es., monoblocco, monofase, monoposto, monorotaia); con il sost. invariato, ma variabile al plur. masch. (monoasse, monofune, monoreattore, pl. m. -i); con il sost. modificato nella desinenza, e con regolare declinazione (monocorde, monolingue, monorimo, composti rispettivam. con corda, lingua, rima).
Sarebbe interessante capire secondo quali criteri un nuovo aggettivo rientri in una categoria piuttosto che in un'altra, e se sia in atto una riorganizzazione generale delle stesse...
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Monolingue s'inserisce bene nel gruppo composto dal portoghese monolíngüe, spagnolo/catalano monolingüe e rumeno monolingv. Perché cambiarlo?

Brazilian dude
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Federico
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Intervento di Federico »

(scusate, cancello questa corbelleria scritta in una furia da associazione di idee...:oops:)
Brazilian dude ha scritto:Monolingue s'inserisce bene nel gruppo composto dal portoghese monolíngüe, spagnolo/catalano monolingüe e rumeno monolingv. Perché cambiarlo?
È ben questo il mistero...
Ultima modifica di Federico in data sab, 04 mar 2006 23:23, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E mono- è un avverbio/preposizione? ;)

Come si ha bilingue-bilingui, si ha regolarmente monolingue-monolingui (e monolingue, nel GRADIT, non è marcato «inv.»). Monolingue [1966; comp. di mono- e -lingue] è rifatto su bilingue, che deriva dal latino bilinguis/bilinguus e non *bilingua.

Faccio presente inoltre che monolingua è sostantivo femminile:
Il GRADIT ha scritto:monolingua BU iron., lingua o stile che si presume unico e unitario, come l’italiano aulico.
E se n’è fatto l’aggettivo monolinguatico. :D
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi viene in mente un’ipotesi che potrebbe spiegare la forma appositiva monolingua per paretimologia. Il parlante medio avrà seguito questo ragionamento: bilingue (erroneamente analizzato come «due» + «lingue» [plurale di «lingua» – mentre sappiamo che è suffisso aggettivale]) avrà pensato: se, dunque, bilingue vale «due lingue», concorderemo al singolare quando, con «mono», se ne abbia una sola.
Fausto Raso
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Re: «monolingue» vs «monolingua»

Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:In anni recenti è invalsa la moda di scrivere «dizionario monolingua», mentre tale voce è assente dai repertori lessicografici, i quali – GRADIT in testa – riportano esclusivamente «dizionario monolingue», formato sul modello di bilingue. Non si capisce bene la necessità di quest’anomalia, poiché monolingue s’inserisce nella serie bilingue, mistilingue, multilingue (moltilingue), plurilingue, quadrilingue, trilingue. Per me si tratta d’un uso poco sorvegliato; e per voi?
Sono "d'accordissimo" con lei. E si faccia anche il regolare plurale: uomo bilingue, uomini bilingui.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Certo, e anche monolingui, ecc. :)

Ormai vige un pressappochismo inaudito, ahimè...
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

In un forum dedicato alla lingua italiana un lettore sostiene che multilingue non cambia nella forma plurale perché “LINGUE è già un plurale, che la parola LINGUI non esiste in Italiano e che MULTILINGUE è una parola composta e non un aggettivo della seconda classe. In origine sarebbe da scrivere MULTI LINGUE (staccato) poi divenuto parola unica come ad esempio MULTI ETNICO (plurale MULTIETNICI) quindi giusto MULTI (latino) e LINGUE (plurale di lingua)”.
Io sono intervenuto cosí: Il plurale di questo aggettivo, cortese signor (…) , si ha per analogia con il plurale di "multiforme" (multiformi) ma soprattutto con quello di "bilingue" (bilingui). Questo vocabolo non è composto con
"bi(s)" e il plurale di "lingua" ma proviene dall'accusativo latino dell'aggettivo "bilinguis": bilinguem. Nel "trasporto" dal Latino al volgare (l'Italiano) - come lei sa - è caduta la consonante finale "m": bilingue. Il Dizionario di Ortografia e di Pronunzia della Eri (Migliorini-Tagliavini-Fiorelli) riporta chiaramente il plurale “multilingui” “bollando” come errata la sua invariabilità.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ha fatto bene, caro Fausto. Io non m’avventuro fuori di queste stanze, per téma di lasciarci la vita... ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

Inoltre, si può rimandare chi ignora persino l’esistenza del DOP al De Mauro in linea, dove tutti possono leggere che –lingue è un confisso e dove non compare la dicitura «inv.». ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ecco, in proposito, una risposta di Raffaella Setti, che certo conforterà Freelancer. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

Nel summenzionato articolo si legge, a proposito del plurale di madrelingua:

...il plurale del sostantivo femminile [non-anim.] prevede la flessione di tutti e due gli elementi, quindi madrilingue (‘le lingue che si apprendono dalle madri’)...

Poco sopra si legge:

Lingua e madre risultano invece graficamente uniti in madrelingua: in questo caso, come anche con ferrovia, madrepatria, scuolabus siamo di fronte – come nota Antonietta Bisetto – «a dei calchi lessicali … formati cioè per “traduzione” dalle parti di un composto straniero [Muttersprache] del quale mantengono l’ordine», che vengono però interpretate come formazioni originarie dell’italiano...

Se dobbiamo dire madrilingue non dovremmo dire anche *ferrivie, madripatrie, scuolebus?

In realtà i dizionari sono generalmente concordi: il DISC, in particolare, sottolinea la differenza tra scrizione staccata con flessione di ambo gli elementi (madri lingue, madri patrie) e univerbata, con flessione del solo secondo elemento (madrelingue, madrepatrie).

Mi sembra che madrelingua, come pomodoro – benché si tratti di diversa formazione – siano casi analoghi: quando la parola composta è avvertita come un’unità, la marca del plurale si segna solo alla fine. O vogliamo tornare ai pomidoro?

La mia critica, in definitiva, non è indirizzata alla forma madrilingue, ma al fatto che viene presentata da un’autorità linguistica come l’unico plurale possibile o corretto, mentre è perfettamente lecito – come c’informano fior di autorevoli dizionari – il plurale madrelingue (per lingua materna; ovviamente è invariabile nel senso di ‘parlante’).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Ecco, in proposito, una risposta di Raffaella Setti, che certo conforterà Freelancer. :)
In che senso?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Nel senso che lei era uso lasciare invariati gli aggettivi monolingue e bilingue.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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