Subordinate con il dopo che

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Adrian
Interventi: 21
Iscritto in data: mer, 25 nov 2009 22:55

Subordinate con il dopo che

Intervento di Adrian »

Qual è la forma corretta tra queste:

Dopo che ti abitui, tutto risulta più facile.
Dopo che ti sei abituato, tutto risulta più facile.

In una subordinata introdotta dalla congiunzione "dopo che" possiamo usare il presente, il futuro semplice e l'imperfetto? Se ciò è possibile, posso avere gentilmente qualche esempio?

Grazie in anticipo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Dopo che o dopoché richiede normalmente un tempo composto.

(1) Dopo che ha finito di mangiare, va a letto.
(2) Dopo che aveva finito di mangiare, andava a letto.
(3) Dopo che ebbe finito di mangiare, andò a letto.
(4) Dopo che avrà finito di mangiare, andrà a letto.

È possibile anche il congiuntivo, nel senso di «solo a patto che». Si veda nel Sabatini-Coletti.

La frase corretta è dunque:

Dopo che ti sei abituato, tutto risulta più facile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Adrian
Interventi: 21
Iscritto in data: mer, 25 nov 2009 22:55

Intervento di Adrian »

Mi era venuto il dubbio leggendo alcuni articoli di giornale con titoli come "Borsa: Mps in rialzo dopo che SanPaolo sale oltre 2% capitale".

Inoltre, spesso sento espressioni, come quella sovramenzionata, con il presente usato con il "dopo che".

Si tratta di usi della lingua parlata?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, i titoli di giornali tendono all’ellissi, alle formulazioni concise. In buon italiano, dopo che richiede un tempo composto compatibile col tempo della reggente. Tutto il resto è lingua colloquiale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Adrian
Interventi: 21
Iscritto in data: mer, 25 nov 2009 22:55

Intervento di Adrian »

Marco1971 ha scritto:Sí, i titoli di giornali tendono all’ellissi, alle formulazioni concise. In buon italiano, dopo che richiede un tempo composto compatibile col tempo della reggente. Tutto il resto è lingua colloquiale.
La ringrazio.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Google [Bot] e 16 ospiti