Crescita degli anglicismi in italiano
Inviato: gio, 11 mar 2010 13:01
Dal Corriere della Sera di ieri (p. 37):
Il nostro uso di parole inglesi è cresciuto del 773% in otto anni
Ormai parliamo e scriviamo «itanglese»: è la considerazione finale di un’analisi presentata durante un convegno di Federlingue (Associazione italiana di servizi linguistici). L’uso di parole inglesi nei testi italiani è infatti aumentato del 773 per cento negli ultimi otto anni. Del resto, basta fare attenzione alla lingua di tutti i giorni con i suoi «weekend», «core business», «fashion» e i molti termini che l’uso del computer (parola inglese) trascina con sé. La ricerca è stata condotta con un «questionario web» (parola inglese) su un campione di un centinaio di utenti «business to business», dice il comunicato, sposando cosí l’«itanglese». Per chi ancora è affezionato all’italiano, si tratta di una ricerca condotta tra gli utenti delle imprese multinazionali che negli ultimi 12 mesi hanno usato servizi di traduzione. Tra intervistati (età tra i 25 e i 50 anni), l’84 per cento ha dimostrato un frequente ricorso a termini inglesi intercalati all’italiano.
Il nostro uso di parole inglesi è cresciuto del 773% in otto anni
Ormai parliamo e scriviamo «itanglese»: è la considerazione finale di un’analisi presentata durante un convegno di Federlingue (Associazione italiana di servizi linguistici). L’uso di parole inglesi nei testi italiani è infatti aumentato del 773 per cento negli ultimi otto anni. Del resto, basta fare attenzione alla lingua di tutti i giorni con i suoi «weekend», «core business», «fashion» e i molti termini che l’uso del computer (parola inglese) trascina con sé. La ricerca è stata condotta con un «questionario web» (parola inglese) su un campione di un centinaio di utenti «business to business», dice il comunicato, sposando cosí l’«itanglese». Per chi ancora è affezionato all’italiano, si tratta di una ricerca condotta tra gli utenti delle imprese multinazionali che negli ultimi 12 mesi hanno usato servizi di traduzione. Tra intervistati (età tra i 25 e i 50 anni), l’84 per cento ha dimostrato un frequente ricorso a termini inglesi intercalati all’italiano.