«Allah»
Inviato: lun, 07 giu 2010 1:49
Questione spinosa, questa. È ormai invalso l’uso in italiano di non tradurre l’arabo «Allāh» (الله) —scritto perlopiú «Allah» a causa dei limiti delle tastiere tradizionali, o fors’anche della diffusione del principio di traslitterazione— che, come noto, ha il significato generico di «Iddio».
La radice di tale tendenza antifilologica, che esotizza la divinità universale, è da ricercarsi probabilmente in una semplificazione sommaria delle fedi preposte alle religioni: non è infatti raro sentir dire che —presupponendo arabi tutti gl’islamici— «i mussulmani credono in Allāh». Affermazione tanto piú inesatta e goffa se confrontata a improbabili calchi analogici, del tipo «gli anglicani credono in God» o ancora «gli slavi credono in Bog (Бог)». Sarà bene riportare in proposito un’interessante precisazione che troviamo alla voce Allāh di Wikipedia (traduco liberamente dall’inglese):
Gli arabofoni di tutte le confessioni abramitiche, compresi cristiani e ebrei, impiegano la parola «Allāh» a indicare «Dio». I cristiani arabi d’oggigiorno non hanno altra parola per «Dio» che «Allāh». (A tutt’oggi la lingua maltese, appartenente al gruppo arabo, usa Alla per «Dio», in una Malta la cui popolazione è maggioritariamente cattolica.) I cristiani arabi usano per esempio i termini Allāh al-’ab (الله الأب) per Dio Padre, Allāh al-ibn (الله الابن) per il Figlio e Allāh al-rūḥ al-quds (الله الروح القدس) per lo Spirito Santo.
A parte il rischio delle «implicazioni teologiche» paventate da Hodgson (v. art. cit., infra), la cesura semantica della parola «Allāh» —che in italiano e in altre lingue europee si pretende che significhi «il dio dei mussulmani»— comporterebbe una discriminazione, peraltro immaginaria, che incepperebbe la «proverbiale» coscienza integrativa dell’Occidente.
La radice di tale tendenza antifilologica, che esotizza la divinità universale, è da ricercarsi probabilmente in una semplificazione sommaria delle fedi preposte alle religioni: non è infatti raro sentir dire che —presupponendo arabi tutti gl’islamici— «i mussulmani credono in Allāh». Affermazione tanto piú inesatta e goffa se confrontata a improbabili calchi analogici, del tipo «gli anglicani credono in God» o ancora «gli slavi credono in Bog (Бог)». Sarà bene riportare in proposito un’interessante precisazione che troviamo alla voce Allāh di Wikipedia (traduco liberamente dall’inglese):
Gli arabofoni di tutte le confessioni abramitiche, compresi cristiani e ebrei, impiegano la parola «Allāh» a indicare «Dio». I cristiani arabi d’oggigiorno non hanno altra parola per «Dio» che «Allāh». (A tutt’oggi la lingua maltese, appartenente al gruppo arabo, usa Alla per «Dio», in una Malta la cui popolazione è maggioritariamente cattolica.) I cristiani arabi usano per esempio i termini Allāh al-’ab (الله الأب) per Dio Padre, Allāh al-ibn (الله الابن) per il Figlio e Allāh al-rūḥ al-quds (الله الروح القدس) per lo Spirito Santo.
A parte il rischio delle «implicazioni teologiche» paventate da Hodgson (v. art. cit., infra), la cesura semantica della parola «Allāh» —che in italiano e in altre lingue europee si pretende che significhi «il dio dei mussulmani»— comporterebbe una discriminazione, peraltro immaginaria, che incepperebbe la «proverbiale» coscienza integrativa dell’Occidente.