Degeminazione di /l/ o légge Donati-Porena-Castellani?
Inviato: dom, 20 giu 2010 14:43
Non ci girerò intorno con oscuri ammiccamenti o richieste indirette: la domanda è rivolta a Lei, caro Infarinato. È un dubbio sortomi dopo una rilettura della Sua Nota su L’origine del raddoppiamento fonosintattico di M. Loporcaro, in particolare al punto sulla degeminazione di /l/ nelle preposizioni articolate.
Vediamo prima di che cosa stiamo parlando.
La legge «Donati-Porena-Castellani» è la legge
sullo scempiamento della laterale anteprotonica nelle preposizioni articolate: «l scempia davanti a parola cominciante per consonante, come in dela casa, e davanti a parola cominciante per vocale atona, come in del’amico, mentre davanti a vocale tonica rimane intatta, dalle origini fino a oggi, la -ll- dell’articolo derivante da ILLE, come in dell’oro». (art. cit., p. 2)
Ora, una delle caratteristiche piú innovative della pronuncia moderna è cosí enunciata dal Canepàri:
C’è un interessante caso di degeminazione che fa parte ormai della pronuncia neutra «moderna», e molto diffuso nell’Italia centrale, compresa la Toscana «non-fiorentina» (generalmente al di fuori di Firenze, Prato e Pistoia). Consiste nella possibilità che ha /l/ di l’ e di la, le, lo (degli articoli determinativi, ma anche dei pronomi personali: l’, la, le, li, lo) di rifiutare la cogeminazione eventualmente prevista dalla parola che li precede. Qui li segnamo sinteticamente /(°)lV/, ma nel DiPI sono indicati sequenzialmente /°lV. l-/; per cui /°C-/ indica la possibilità, «moderna», di bloccare la cogeminazione, «tradizionale». (Luciano Canepàri, Manuale di pronuncia italiana [MaPI], Zanichelli, Bologna 2004, § 5.7.5.1)
Non sono del tutto convinto della «modernità» —direi anche della «liceità»— d’una dizione come /E'lunico/ per «è l’unico», che difficilmente riesco a immaginare in bocca a un parlante delle regioni normalizzanti (il Centro linguistico). Piú che d’uno sfondone canepariano, questa parrebbe piuttosto una mera (e indebita) semplificazione della legge Donati-Porena-Castellani, che ritroviamo, con identiche modalità, non solo a proposito della «riduzione /-VllV- > -VlV/» delle preposizioni articolate, ma persino di quello e bello, dei quali il fonetista registra «la tendenza intrinseca… all’attenuazione». Quando infatti le preposizioni e i due aggettivi sono
seguít da parola in vocale (…), la degeminazione è «accettabile» se la parola che segue non è accentata sulla prima sillaba, mentre si considera solo «tollerata» nel caso d’accento iniziale. (MaPI, § 5.7.5.2)
Siamo indubbiamente in presenza della suddetta legge, o, meglio, d’una sua interessante generalizzazione. Ritengo si debba porre particolare attenzione sulla brillante conclusione del Matteucci alla nota 2 quanto alla diffusione geostorica del fenomeno: «…e quindi, forse (vista anche la non recentissima documentazione del fenomeno in toscano e romanesco moderni), ora con maggiore ora con minore sistematicità (e in aree piú o meno vaste), in tutta la storia della nostra lingua».
La coerenza del sistema porterebbe dunque a una diversa enunciazione della legge della degeminazione iniziale di /l/ per l’italiano moderno, che verrebbe cosí a raccogliersi sotto l’unico fenomeno della degeminazione prosodica. Stupisce la seguente considerazione del Canepàri al riguardo, se non altro per le conclusioni che se ne ricavano:
La degeminazione iniziale (§ 5.7.5.1) per l’, la, le, lo, li, ne, non, è ormai la forma «moderna», affiancabile dalla «tradizionale», anche se con oscillazioni, piú dovute al ritmo che al capriccio. (MaPI, p. 187; sott. mia)
«Dovute al ritmo» significa chiaramente «dovute a determinate condizioni prosodiche». E quindi? Quindi cedo la parola a Infarinato…
Vediamo prima di che cosa stiamo parlando.
La legge «Donati-Porena-Castellani» è la legge
sullo scempiamento della laterale anteprotonica nelle preposizioni articolate: «l scempia davanti a parola cominciante per consonante, come in dela casa, e davanti a parola cominciante per vocale atona, come in del’amico, mentre davanti a vocale tonica rimane intatta, dalle origini fino a oggi, la -ll- dell’articolo derivante da ILLE, come in dell’oro». (art. cit., p. 2)
Ora, una delle caratteristiche piú innovative della pronuncia moderna è cosí enunciata dal Canepàri:
C’è un interessante caso di degeminazione che fa parte ormai della pronuncia neutra «moderna», e molto diffuso nell’Italia centrale, compresa la Toscana «non-fiorentina» (generalmente al di fuori di Firenze, Prato e Pistoia). Consiste nella possibilità che ha /l/ di l’ e di la, le, lo (degli articoli determinativi, ma anche dei pronomi personali: l’, la, le, li, lo) di rifiutare la cogeminazione eventualmente prevista dalla parola che li precede. Qui li segnamo sinteticamente /(°)lV/, ma nel DiPI sono indicati sequenzialmente /°lV. l-/; per cui /°C-/ indica la possibilità, «moderna», di bloccare la cogeminazione, «tradizionale». (Luciano Canepàri, Manuale di pronuncia italiana [MaPI], Zanichelli, Bologna 2004, § 5.7.5.1)
Non sono del tutto convinto della «modernità» —direi anche della «liceità»— d’una dizione come /E'lunico/ per «è l’unico», che difficilmente riesco a immaginare in bocca a un parlante delle regioni normalizzanti (il Centro linguistico). Piú che d’uno sfondone canepariano, questa parrebbe piuttosto una mera (e indebita) semplificazione della legge Donati-Porena-Castellani, che ritroviamo, con identiche modalità, non solo a proposito della «riduzione /-VllV- > -VlV/» delle preposizioni articolate, ma persino di quello e bello, dei quali il fonetista registra «la tendenza intrinseca… all’attenuazione». Quando infatti le preposizioni e i due aggettivi sono
seguít da parola in vocale (…), la degeminazione è «accettabile» se la parola che segue non è accentata sulla prima sillaba, mentre si considera solo «tollerata» nel caso d’accento iniziale. (MaPI, § 5.7.5.2)
Siamo indubbiamente in presenza della suddetta legge, o, meglio, d’una sua interessante generalizzazione. Ritengo si debba porre particolare attenzione sulla brillante conclusione del Matteucci alla nota 2 quanto alla diffusione geostorica del fenomeno: «…e quindi, forse (vista anche la non recentissima documentazione del fenomeno in toscano e romanesco moderni), ora con maggiore ora con minore sistematicità (e in aree piú o meno vaste), in tutta la storia della nostra lingua».
La coerenza del sistema porterebbe dunque a una diversa enunciazione della legge della degeminazione iniziale di /l/ per l’italiano moderno, che verrebbe cosí a raccogliersi sotto l’unico fenomeno della degeminazione prosodica. Stupisce la seguente considerazione del Canepàri al riguardo, se non altro per le conclusioni che se ne ricavano:
La degeminazione iniziale (§ 5.7.5.1) per l’, la, le, lo, li, ne, non, è ormai la forma «moderna», affiancabile dalla «tradizionale», anche se con oscillazioni, piú dovute al ritmo che al capriccio. (MaPI, p. 187; sott. mia)
«Dovute al ritmo» significa chiaramente «dovute a determinate condizioni prosodiche». E quindi? Quindi cedo la parola a Infarinato…