Una domanda su "outsourcing"

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Prendiamo allora Google tutto (pagine scritte in «italiano»): le proporzioni sono simili.

deverticalizzazione: 1450
esternalizzazione: 88.800
terziarizzazione: 27.000
outsourcing: 325.000

Per le strade si sente dire molto piú spesso computer che calcolatore/elaboratore, ecc. La tendenza non è solo dei giornalisti, è generale.

P.S. Non è utile riportare l’intero messaggio al quale si risponde quando è leggibile appena sopra. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:P.S. Non è utile riportare l’intero messaggio al quale si risponde quando è leggibile appena sopra. :)
Non mi è chiaro a chi si riferisce. Non vedo nessun messaggio riportato.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Li ha tolti nel frattempo, del che la ringrazio. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Comunque computer e outsourcing sono ben diversi. Solo lei e pochi altri si rifiutano di usare computer, mentre nessuno viene guardato strano se usa esternalizzazione.
Avatara utente
Decimo
Interventi: 434
Iscritto in data: ven, 18 ago 2006 13:45
Località: Modica

Intervento di Decimo »

Freelancer ha scritto:Solo lei e pochi altri si rifiutano di usare computer
Bah, molti professori universitari —per primi i professori d’Informatica dei politecnici di Milano e Torino— usano calcolatore, e non suscitano alcuna ilarità.

E le dirò di piú: il vocabolo non è confinato all’àmbito accademico; abbiamo calcolatore anche in questa recentissima [e nota] guida all’uso di LaTeX.
Ultima modifica di Decimo in data mer, 10 nov 2010 22:14, modificato 1 volta in totale.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Decimo ha scritto:Bah, molti professori universitari —per primi i professori d’Informatica dei politecnici di Milano e Torino— usano calcolatore, e non suscitano alcuna ilarità.
Ma il Politecnico di Torino non è quello in cui hanno istituito corsi di laurea in lingua inglese?
Avatara utente
Decimo
Interventi: 434
Iscritto in data: ven, 18 ago 2006 13:45
Località: Modica

Intervento di Decimo »

E quale sarebbe la correlazione, scusi? :)
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Lei segue i corsi universitari di questi professori e gli ha sentito dire immancabilmente calcolatore? Ha registrato le loro conversazioni private quando parlano del loro PC e gli ha sentito sempre dire calcolatore?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Decimo le risponderà quando potrà. Io, per me, voglio chiederle: perché contesta il fatto che, in moltissimi casi, l’anglicismo è piú comune e diffuso del corrispondente termine italiano (quando esiste)?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Dario90
Interventi: 45
Iscritto in data: mar, 14 mar 2006 2:20

Intervento di Dario90 »

Marco1971 ha scritto:Prendiamo allora Google tutto (pagine scritte in «italiano»): le proporzioni sono simili.

deverticalizzazione: 1450
esternalizzazione: 88.800
terziarizzazione: 27.000
outsourcing: 325.000

Per le strade si sente dire molto piú spesso computer che calcolatore/elaboratore, ecc. La tendenza non è solo dei giornalisti, è generale.
Sicuramente tale situazione scoraggiante non è aiutata da politici che sembrano di preferire l'anglicismo all'equivalente italiano. Il termine "welfare" spesso mi faceva arrabbiare molto.
Dario90
Interventi: 45
Iscritto in data: mar, 14 mar 2006 2:20

Re: Una domanda su "outsourcing"

Intervento di Dario90 »

Infarinato ha scritto:…a rigore outsource significa «subappaltare il lavoro ad altri», e quindi outsourcing è esternalizzazione (o anche deverticalizzazione, ma mi sembra un traducente meno trasparente), non delocalizzazione. ;)

Delocalizzare può essere un modo di esternalizzare, ma concettualmente sono due cose distinte.
Ho capito. Grazie!
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Decimo le risponderà quando potrà. Io, per me, voglio chiederle: perché contesta il fatto che, in moltissimi casi, l’anglicismo è piú comune e diffuso del corrispondente termine italiano (quando esiste)?
Non lo contesto ma non vedo motivo di stracciarsi le vesti, perché tanti usano pure esternalizzare e derivati e penso che continueranno a usarlo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Non lo contesto ma non vedo motivo di stracciarsi le vesti, perché tanti usano pure esternalizzare e derivati e penso che continueranno a usarlo.
Per il verbo sí, senz’altro, perché non sarebbe possibile dire outsource (la morfologia verbale sarà l’ultima a cadere, ma ci arriveremo: io outsource, tu outsource, egli outsource, noi outsource, voi outsource, essi outsource). Per il sostantivo, invece, le attestazioni sulle quali ci possiamo fondare mettono in rilievo il predominio della voce straniera.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1900
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Per il verbo sí, senz’altro, perché non sarebbe possibile dire outsource (la morfologia verbale sarà l’ultima a cadere, ma ci arriveremo: io outsource, tu outsource, egli outsource, noi outsource, voi outsource, essi outsource).
Via, siamo seri...
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Dario90 ha scritto:Sicuramente tale situazione scoraggiante non è aiutata da politici che sembrano di preferire l'anglicismo all'equivalente italiano.
Gentile Dario90, lei certo non si avrà a male se le segnalo quest’errore: sembrare e parere prendono di + infinito solo quando sono usati con soggetto impersonale:

(1) Mi sembra/par(e) di sognare.
(2) Gli sembra/pare di essere su un altro pianeta.

Se invece c’è un soggetto espresso, il di è soppresso:

(3) ...politici che sembrano _ preferire l’anglicismo...
(4) Gianni mi sembra _ star bene.
(5) I miei fratelli sembrano _ aver trovato un accordo.

:)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 8 ospiti