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«Parlare con» e «parlare a»
Inviato: mar, 11 gen 2011 1:56
di Ferdinand Bardamu
In un
testo non firmato sul sito dell'Università di Udine, nel quale si esamina la cosiddetta variante «neostandard» (o
neostàndara 
) ho trovato quella che a me appare un'imprecisione.
Parlando del clitico
gli, adoperato anche per il femminile e il plurale, si dà conto dell'uso, connotato diastraticamente, di
ci e si fa quest'esempio: «Parlaci tu, ti prego». Mi sembra però un esempio poco calzante, in quanto il clitico
ci, in questo caso, può significare anche
con lui/lei: l'abbassamento di registro pertanto non vi sarebbe.
La frase tuttavia m'ha fatto venire il dubbio se il verbo
parlare assuma una accezione differente a seconda della preposizione che regge. D'acchito, io risponderei di no e la consultazione dei dizionari in linea pare dar ragione a questa mia prima impressione. Voi che dite?
Inviato: mar, 11 gen 2011 2:07
di Marco1971
Interessantissimo rilievo, Ferdinand! Io ricordo ancora il mio Maestro come fosse oggi: «
Parlare a e
parlare con non sono la stessa cosa; per esempio io in questo momento parlo
a voi, cioè rivolgo le mie parole a voi, non parlo
con voi, che sarebbe avere una conversazione, uno scambio.» (Naturalmente cito a memoria.)
Insisteva molto su queste sottigliezze nell’uso delle preposizioni (e molte altre finezze). Sono stato fortunato.

Inviato: mar, 11 gen 2011 2:21
di Ferdinand Bardamu
Ora che mi ci fai* pensare, confermo il rilievo che ti fece il tuo maestro: parlare a è sinonimo di rivolgersi a, parlare con vale discutere, conversare con. Per questo credo che «Parlaci tu» sia corretto e non proscrivibile: significa «discuti tu con lui/lei» (discutici, appunto).
* Do a Marco del tu per mutuo accordo.
Inviato: mar, 11 gen 2011 2:30
di Marco1971
Sí, esatto,
parlaci tu è ineccepibile. Come del resto
discutici tu, e simili, anche con dislocazione a sinistra,
Con lei, non ci dormo, ecc. Ovviamente nella lingua parlata e nello scritto che lo riproduce.
Grazie anche per aver esplicitato il mutuo consenso, perché non è cosa che tutti fanno.

Inviato: mar, 11 gen 2011 2:45
di Ferdinand Bardamu
L'esplicitazione era dovuta: questo fòro è una brillante eccezione all'eccesso di (falsa) confidenza imperante in rete, ed è bene mantenere tale eccezione, riservando il tu a una conoscenza piú approfondita.
La marca del parlato si riferisce anche all'uso del clitico
ci nel senso di
con lui/lei?
Inviato: mar, 11 gen 2011 2:59
di Marco1971
Ferdinand Bardamu ha scritto:La marca del parlato si riferisce anche all'uso del clitico ci nel senso di con lui/lei?
Sí, non vedrei un
ci per
con lui/lei/loro nella prosa formale, per esempio in un documento ufficiale. Ci sono sempre altre soluzioni piú fini, piú distinte:
L’uomo che non è mai giaciuto con un’altra donna, La donna che non ha mai parlato con uno sconosciuto…
Bisogna ricordare anche gli usi dialettali e inaccettabili in italiano normale *
ci ho detto per
gli/le ho detto, sui quali forte pesa la condanna sociale (e che spesso sono a torto associati al caso diversissimo dei costrutti in cui è assorbita la preposizione ‘con’).