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«Sobbarcarsi» + oggetto diretto
Inviato: mar, 15 feb 2011 4:12
di Ferdinand Bardamu
Il verbo
sobbarcare, secondo
la norma registrata nei dizionari, ha una forma pronominale riflessiva:
sobbarcarsi a qualcosa. Tuttavia, sembra essere molto piú diffusa – per non dire l’unica correntemente adoperata – la forma media transitiva
sobbarcarsi qualcosa.
Un esempio per tutti tratto da
Repubblica:
Io sono letteralmente conquistato da questi giocatori che partono nella notte per evitare di sobbarcarsi il costo di un buon albergo[.] (
Repubblica 12 marzo 2010)
La ricerca di
sobbarcarsi a non ha dato risultati per
Repubblica, ne ha dato uno solo per il
Corriere: si tratta di una risposta di Sergio Romano a una lettera d’un lettore:
Tutto cominciò, quasi casualmente, quando un editore, desideroso di pubblicare una biografia di Karl Marx, gli chiese se avrebbe accettato di sobbarcarsi a quella fatica. (
Corriere della Sera 28 novembre 2007)
Romano non è piú un giovincello (è del ’29); presumo quindi – ma la mia è una congettura del tutto arbitraria – che la forma riflessiva fosse, alcuni decenni fa, ancora quella d’uso prevalente. Ora, chiedo: ci sono esempi illustri che smentiscono questa mia supposizione? E
sobbarcarsi + oggetto diretto può dirsi un errore, ancorché si tratti d’un errore tanto diffuso da non aver quasi alternativa?
Inviato: mar, 15 feb 2011 17:09
di Marco1971
Il Battaglia (come altri dizionari) fa una distinzione: con ‘a’ nel significato di «accettare o offrire la propria disponibilità allo svolgimento di un incarico, di un compito, di un’impresa faticosa, all’assunzione di una grave responsabilità, di un impegno, di un onere, ecc.», «assoggettarsi, piegarsi, sottomettersi a un’autorità, a una costrizione o, anche, a una situazione fastidiosa, sgradita, non dignitosa»; senza ‘a’ in quest’accezione: «prendere su di sé un onere; assumere un incarico, accettare un impegno faticoso». Devo dire che la distinzione semantica mi sfugge... Veramente, nella LIZ[a] non ho rinvenuto alcun esempio privo di ‘a’, ed è questa la costruzione da consigliare nello scritto piú sorvegliato (se ne trovano diverse ricorrenze nel Corriere, cercando anche le forme flesse sobbarcato, sobbarcava, ecc.).
Inviato: mar, 15 feb 2011 19:06
di Ferdinand Bardamu
La distinzione del Battaglia è cosí sottile che non si vede; nemmeno io riesco a capire quale sia la differenza tra «accettare la disponibilità allo svolgimento di un […] onere» e «prendere su di sé un onere». Mah…
Comunque, mi sovviene un’altra «improprietà» simile a quella di sobbarcarsi qualcosa: adempiere a qualcosa invece di adempiere qualcosa. In questo caso, credo che la forma media transitiva si sia diffusa perché il verbo pronominalizzato non è piú sentito come riflessivo.
Inviato: mar, 15 feb 2011 19:36
di PersOnLine
Il Devoto-Oli dà:
2. tr. pron.Assumere su di sé un onere, una responsabilità, un impegno gravoso; accollarsi, addossarsi: si è sobbarcato da solo la fatica dell’impresa; mi sono sobbarcato tutte le spese di casa.
Inviato: mar, 15 feb 2011 19:51
di Marco1971
Quando «il Devoto-Oli era il Devoto-Oli», conosceva solo la costruzione con ‘a’ (edizione bivolume 1988). Strano a dirsi, l’ultimo Garzanti (2010) non menziona la possibilità di omettere la preposizione, che evidenzia in grassetto blu.

Inviato: sab, 01 ott 2016 19:27
di Ferdinand Bardamu
Marco1971 ha scritto:Il Battaglia (come altri dizionari) fa una distinzione: con ‘a’ nel significato di «accettare o offrire la propria disponibilità allo svolgimento di un incarico, di un compito, di un’impresa faticosa, all’assunzione di una grave responsabilità, di un impegno, di un onere, ecc.», «assoggettarsi, piegarsi, sottomettersi a un’autorità, a una costrizione o, anche, a una situazione fastidiosa, sgradita, non dignitosa»; senza ‘a’ in quest’accezione: «prendere su di sé un onere; assumere un incarico, accettare un impegno faticoso». Devo dire che la distinzione semantica mi sfugge...
La
Crusca ha pubblicato una scheda (dal titolo «
Stavolta (a) cosa ci dobbiamo sobbarcare») che tenta di giustificare quest’impalpabile distinzione:
- [S]ebbene minima, possiamo intravedere nelle due diverse strutture (riflessiva diretta e riflessiva indiretta) una differenza nella rappresentazione dell’evento espresso dalla frase, dovuta alla diversa distribuzione dei ruoli sintattici: sobbarcarsi alle spese esprime in maniera più accentuata l’assoggettare sé stessi a qualcosa, mentre in sobbarcarsi le spese risulta prevalente l’idea dell’assunzione attiva di un onere, perché semanticamente il pronome riflessivo non è più paziente.
Neanche questo tentativo riesce, a mio parere, a chiarire quale sia la differenza tra le due accezioni. Dunque, io ribadirei, con Marco, che «[la forma
sobbarcarsi a qualcosa è] la costruzione da consigliare nello scritto piú sorvegliato».