Fonetica familiare

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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Caray
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Fonetica familiare

Intervento di Caray »

Sfrutto l'occasione per presentarmi e allo stesso tempo rivolgere un curioso quesito che da tempo circola tra noi fratelli in forma di dubbio persistente.
Mio padre era originario della Lomellina dove era nato nel 1887; mia madre, figlia di un ferroviere, linguisticamente si era formata a Bologna e poi a Firenze dove risiedette fino ai 25 anni. Roma fu quindi il luogo in cui i miei genitori si incontrarono formando una famiglia di sei figli di cui sono l'ultimo.
Il parlato familiare naturalmente, mostra i segni di alcune (anche se poche) strane abitudini fonetiche probabilmente derivate dai genitori.
Due parole in particolare hanno richiamato la mia e nostra attenzione: la parola "caffè" che in famiglia si pronunciava con la e stretta e gli "avverbi terminanti in mente" che venivano pronunciati con la e aperta.
Da bravi romani noi figli percepivamo l'uso particolare delle abitudini familiari, tanto rispetto al romanesco, quanto all'italiano, ma non siamo mai stati in grado di ripartire meriti e demeriti fra i due genitori.

Potete aiutarmi? Anche se personalmente avrei alcuni sospetti, per rispetto dei miei fratelli chiederei a voi di darci una mano: i due comportamenti a merito di quale dei due genitori debbono essere ascritti?
Grazie anticipatamente. Caray
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Salve, Caray, e benvenuto fra noi! :)

Non so darle una risposta sicura, ma almeno per gli avverbi in -mente con ‘e’ aperta, penserei piuttosto a suo padre: la Lomellina, vedo, confina col Piemonte, nella cui parlata, se non erro, ci sono molte vocali aperte. Potrebbe trattarsi d’un influsso piemontese. Per caffè con ‘e’ chiusa, non so, ma è da escludere (per tutt’e due le parole) sia Bologna, sia Firenze, città in cui si dice caffè e si pronunciano con ‘e’ chiusa gli avverbi in -mente.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Marco1971 ha scritto:si pronunciano con ‘e’ chiusa gli avverbi in -mente.
A Bologna mi pare si possa sentire anche -mènte. O sbaglio?
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Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Non credo, caro Carnby. Io che di solito trascorro le vacanze estive in quella zona, ho sempre sentito -ménte. Ma ora attendiamo la conferma o la smentita d’un bolognese. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Caray
Interventi: 3
Iscritto in data: lun, 28 feb 2011 1:59
Località: Amelia (TR)

Intervento di Caray »

Grazie a tutti per il cortese interessamento e a Marco 1971 in particolare, grazie anche per la cortese accoglienza, ma veniamo al dunque: le mie sono solo supposizioni, ma se alla fonetica volessimo aggiungere un pizzico di storia e un poco di sociologia, penso che le mie ipotesi non apparirebbero così strane.

Nella seconda metà dell’800 la Lomellina passava dalla Lombardia austro-ungarica al Piemonte sabaudo; un bel passo avanti con il quale l’ego dei suoi abitanti rapportato a quello dei vicini lombardi, veniva innalzato a un piano di privilegio. Infatti con il cambio politico tutto ciò che potesse apparire “francese”, riceveva un “premio di qualità” attraverso il quale veniva promosso a un qualcosa di livello superiore rispetto ai prodotti lombardi che non potevano godere di un eguale trattamento. Per le medesime ragioni credo che si potesse facilmente arrivare alla pronuncia di caffè con la e chiusa. Tale pronuncia che ricalcava in suolo italiano la pronuncia francese del café, sicuramente era un tanto borghese, ma anche di uso generalizzato nel territorio. Da lì a gettare le proprie radici all’interno della nuova famiglia che all'inizio del nuovo secolo si formava a Roma il passo era breve.

Quanto agli avverbi in mènte (con la E aperta) credo che i “meriti” appartengano tutti a mia madre. Come giustamente rileva Carnby,
A Bologna mi pare si possa sentire anche -mènte. O sbaglio?
anche io sono convinto che esista una pronuncia bolognese degli avverbi terminanti in mente con la è aperta e magari nasalizzata.

Bene grazie a tutti, ancora una riprova da parte di qualche bolognese DOC e poi possiamo dire che la questione è risolta!
Caray
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
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Intervento di u merlu rucà »

La pronuncia di e davanti a consonante nasale, nell'Italia settentrionale, non è omogenea a livello dialettale. Nella stessa Lombardia vi sono zone in cui è chiusa e altre in cui è aperta. Sembra che la pronuncia aperta sia un'evoluzione successiva e che quella originaria fosse la chiusa. Per quanto riguarda 'caffé' potrebbe anche trattarsi di una pronuncia diciamo di prestigio.
Caray
Interventi: 3
Iscritto in data: lun, 28 feb 2011 1:59
Località: Amelia (TR)

Intervento di Caray »

Mi sento rincuorato se anche u merlo rucà può stimare possibile la pronuncia della e chiusa come un calco di prestigio (se non originario) dal francese.

Ora credo che anche nel caso della terminazione in mente con la e aperta sia importante tenere in conto che mia madre (nata ad Ancona nel 1901 da genitori toscani) si trasferì a Bologna approssimativamente nel 1905 rimanendovi fino al 1920. Credo inoltre che dopo di quella data non sia mai più ritornata a Bologna. Quanto sopra a voler significare che il dialetto bolognese (cittadino) che ella apprese era quello parlato nella prima decade del secolo passato e che mai più fu possibile per lei aggiornarlo alle nuove mode e ai nuovi stili.

Leggo inoltre al sito seguente (http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_b ... _cittadino), notazioni che se bene interpreto, se non altro in alcune circostanze, dànno come posibile la pronuncia aperta della e di mente. (Scusate la fonte, ma non dispongo di una grande libreria di linguistica così che mi debbo accontentare).

Comunque grazie per i vostri contributi. Sono davvero preziosi. Caray
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