Il livello culturale degl’italiani

Spazio di discussione su questioni che non rientrano nelle altre categorie, o che ne coinvolgono piú d’una

Moderatore: Cruscanti

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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A quali linguisti si riferisce, di preciso? Vogliamo i nomi! ;)
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Federico
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Intervento di Federico »

Oh, tendo a dimenticare gli autori delle argomentazioni e delle tesi che incamero...
Mi sembra però che ad esempio Tullio De Mauro rigetti l'idea che le strutture dell'italiano siano in pericolo...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non credo però che Tullio De Mauro o qualsiasi altro linguista revocherebbe in dubbio che le strutture dell’italiano sono quelle; che non consideri gli anglicismi come un pericolo alla loro stabilità non rientra nel discorso che intendevo fare con la citazione del Castellani: si parlava del ruolo della scuola nell’impartire un insegnamento piú approfondito della lingua affinché i parlanti acqusiscano maggiore coscienza linguistica.
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Federico
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Intervento di Federico »

Ma certo. Contesto solo che ciò possa essere utile ad arginare la marea di forestierismi...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Io lo penso sul serio, Federico. Se fin dall’inizio a scuola s’insistesse di piú sulla bellezza, sulla ricchezza, sul valore, sul prestigio culturale della lingua italiana, forse si creerebbe negl’italiani quel che gli manca oggi: maggior rispetto per quest’eccelso strumento. La conoscenza delle sole strutture della lingua non è sufficiente, certo; ma è anche importante. E soprattutto la conoscenza della storia: riderete ma è diffusa la convinzione che l’italiano derivi dal milanese... :shock:
Bue
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Intervento di Bue »

Marco1971 ha scritto:riderete ma è diffusa la convinzione che l’italiano derivi dal milanese... :shock:
Ma dove?!?!? forse in Svizzera!!!
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Io l’ho sentito dire in particolare da meridionali, che, secondo ogni evidenza, non erano stati adeguatamente istruiti e che dopo le mie spiegazioni sclamarono «Ah sí?!». Giuro!
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Io lo penso sul serio, Federico. Se fin dall’inizio a scuola s’insistesse di piú sulla bellezza, sulla ricchezza, sul valore, sul prestigio culturale della lingua italiana, forse si creerebbe negl’italiani quel che gli manca oggi: maggior rispetto per quest’eccelso strumento.
Ah, questo è sicuro.
C'è da dire che già adesso (ovviamente) i professori bravi (come i miei) lo fanno. Qui sí però che servirebbe un intervento piú generale, sui programmi... Ad esempio, forse (azzardo) sarebbe opportuno un insegnamento piú organico della letteratura (parlo delle scuole medie, inferiori e superiori): ampliare gli spazi di "letteratura italiana" e inserire piú massicci confronti con quella estera, ad esempio inglese, sottraendola agli insegnanti di lingua straniera.

Comunque, un po' di rispetto in piú per la lingua (in generale, non solo italiana), oltre a potersi radicare solo colla lettura (non si può apprezzare uno strumento che non si usa), non basterebbe a frenare l'invasione di termini per i quali l'italiano è ritenuto costituzionalmente inadeguato (cioè tutto il lessico [anche solo lontanamente o apparentemente] scientifico o tecnologico). Un pregiudizio ormai molto difficile da demolire.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infatti bisognerebbe, anche, che l’Accademia della Crusca avesse lo stesso «potere» o «statuto» dell’Académie Française e della Real Academia Española...
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Federico
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Intervento di Federico »

Infatti (fermo restando che in Italia nessuna imposizione linguistica può funzionare, ma del resto lo sanno tutti, gli accademici per primi)...

Insomma, l'insegnamento dell'italiano a scuola non è che una piccola parte del quadro su cui intervenire.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non che l’Académie Française e la Real Academia Española possano imporre alcunché, ma sono loro a emanare le raccomandazioni ufficiali. Come ho già detto, nel Petit Robert c’è scritto, accanto ai forestierismi, per esempio software: «Recomm. offic. logiciel*».
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Federico
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Intervento di Federico »

Be', non so di preciso come vadano le cose, ma comunque probabilmente in Francia una "raccomandazione ufficiale" viene seguita "volontariamente" da molti: in Italia proprio non è (sarebbe) cosí, e non si potrebbe pretendere o comunque sollecitare un comportamento diverso (altrimenti la "raccomandazione ufficiale" verrebbe intesa come "imposizione" cioè "ingerenza"), anche se si spera che almeno i vocabolari si adeguerebbero.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Forse. Ma se almeno i dizionari mettessero i rimandi in bella mostra... Sarebbe già un bel passo avanti!
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Gabriele
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Intervento di Gabriele »

L'Accademia Francese, e la Regia Accademia Spagnola, grazie alle loro raccomandazioni e alla loro costante opera di sensibilizzazione a tutti i livelli, nonché al possente sostegno governativo di cui godono - in ogni caso - hanno potuto impedire il dilagare di taluni termini, che qui da noi, girano allegramente sulla bocca di tanti ignavi...
Istria, Alto Isonzo, Fiume, Cherso, Nizzardo, Briga, Tenda, Moncenisio, Monginevro, Piccolo San Bernardo, Monte Tabor, Corsica, Malta, Canton Ticino.
Bue
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Intervento di Bue »

Gabriele ha scritto:L'Accademia Francese, e la Regia Accademia Spagnola, grazie alle loro raccomandazioni e alla loro costante opera di sensibilizzazione a tutti i livelli, nonché al possente sostegno governativo di cui godono - in ogni caso - hanno potuto impedire il dilagare di taluni termini, che qui da noi, girano allegramente sulla bocca di tanti ignavi...
Infatti in Francia è normalissimo leggere ad esempio una interview au sujet du dernier match joué par un club de foot
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