La Repubblica di Venezia e l'italiano
Inviato: gio, 31 mar 2011 15:54
Sul fatto che il veneziano sia una lingua oggi distinta dall'italiano sembra che ci sia ormai unanime concordanza.
Ma mi chiedevo: e prima?
Casualmente sono finito sul sito http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/ nella sezione in cui un professore dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Francesco Bruni, presenta una piccola storia della lingua italiana.
Al sottocapitolo 4 del capitolo III parla di Venezia e del Mediterraneo.
Cita lo scritto di un ispettore della Repubblica di Venezia: Giovanbattista Giustiniani che nel 1553 visitò le basi veneziani nell'Adriatico orientale.
"Attento anche alla lingua, egli [Giustiniani] osserva che si parla la "lingua franca" a Pirano, Zara, Sebenico, Lesina; per Traù e Spalato aggiunge che gli uomini parlano la lingua franca, mentre le donne conoscono solo lo slavo (Traù: "hanno ben tutti la lingua franca, ma nelle case loro parlano schiavo [slavo] per rispetto alle donne, perché pocche d’esse intendono la lingua italiana, et se bene qualcuna intende, non vuol intendere se non la lingua materna"; Spalato: "tutti li cittadini parlano lingua franca [...] ma le donne non favellano se non la lor lingua materna"; per Ragusa, poi, il Giustiniani afferma che "parlano tutti lingua dalmatica e franca"; a Veglia l’idioma locale sembra all’orecchio del Giustiniani una sorta di gergo ("calmone"), mentre "tutti... forestamente favellano italiano francamente" (traggo queste testimonianze da Vianello1955). Dunque si ricavano le opposizioni lingua franca / schiavo (Traù e, implicitamente, Spalato); lingua franca / dalmatico (Ragusa); idioma locale / italiano a Veglia; e dalla testimonianza riguardante Ragusa sembra che la denominazione di "lingua franca" equivalga a "lingua italiana". Si tratta della stessa "lingua franca" con la quale i cristiani comunicavano, nei porti mediterranei, con Arabi e Turchi (si veda il par. 5)? Una risposta negativa è più che probabile, come dimostra la convertibilità di "lingua franca" e "lingua italiana"; anche perché una lingua di comunicazione quotidiana per la navigazione e gli affari mercantili tra popolazioni venete da un lato, dalmatiche (o croatizzate) dall’altro sarà stata diversa. Certo, c’è da dubitare del carattere "italiano" di questa "lingua franca"; probabilmente, per "italiano" si deve intendere un italiano fortemente locale, di colore veneziano, che gli uomini di Zara o Traù parlavano con i forestieri con cui avevano contatti più fitti, e dunque con i veneziani o veneti provenienti dalla sponda opposta dell’Adriatico."
Se anche non fosse un italiano venezianizzato (che brutta parola) o un veneziano italianizzato mi interessava il fatto che l'ispettore veneziano scriva in italiano e che si riferisca a queste parlate come a lingue italiane.
Quindi mi chiedevo: utilizzo dell'italiano nella Repubblica di Venezia aveva un importante ruolo di lingua amministrativa e ufficiale?
Inoltre, riferendosi Giustinian a queste varianti come "lingua italiana" significa che i veneziani vedevano nella lingua veneziana una grande affinità coll'italiano al punta da identificarli come una stessa lingua?
Ma mi chiedevo: e prima?
Casualmente sono finito sul sito http://www.italica.rai.it/principali/lingua/bruni/ nella sezione in cui un professore dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Francesco Bruni, presenta una piccola storia della lingua italiana.
Al sottocapitolo 4 del capitolo III parla di Venezia e del Mediterraneo.
Cita lo scritto di un ispettore della Repubblica di Venezia: Giovanbattista Giustiniani che nel 1553 visitò le basi veneziani nell'Adriatico orientale.
"Attento anche alla lingua, egli [Giustiniani] osserva che si parla la "lingua franca" a Pirano, Zara, Sebenico, Lesina; per Traù e Spalato aggiunge che gli uomini parlano la lingua franca, mentre le donne conoscono solo lo slavo (Traù: "hanno ben tutti la lingua franca, ma nelle case loro parlano schiavo [slavo] per rispetto alle donne, perché pocche d’esse intendono la lingua italiana, et se bene qualcuna intende, non vuol intendere se non la lingua materna"; Spalato: "tutti li cittadini parlano lingua franca [...] ma le donne non favellano se non la lor lingua materna"; per Ragusa, poi, il Giustiniani afferma che "parlano tutti lingua dalmatica e franca"; a Veglia l’idioma locale sembra all’orecchio del Giustiniani una sorta di gergo ("calmone"), mentre "tutti... forestamente favellano italiano francamente" (traggo queste testimonianze da Vianello1955). Dunque si ricavano le opposizioni lingua franca / schiavo (Traù e, implicitamente, Spalato); lingua franca / dalmatico (Ragusa); idioma locale / italiano a Veglia; e dalla testimonianza riguardante Ragusa sembra che la denominazione di "lingua franca" equivalga a "lingua italiana". Si tratta della stessa "lingua franca" con la quale i cristiani comunicavano, nei porti mediterranei, con Arabi e Turchi (si veda il par. 5)? Una risposta negativa è più che probabile, come dimostra la convertibilità di "lingua franca" e "lingua italiana"; anche perché una lingua di comunicazione quotidiana per la navigazione e gli affari mercantili tra popolazioni venete da un lato, dalmatiche (o croatizzate) dall’altro sarà stata diversa. Certo, c’è da dubitare del carattere "italiano" di questa "lingua franca"; probabilmente, per "italiano" si deve intendere un italiano fortemente locale, di colore veneziano, che gli uomini di Zara o Traù parlavano con i forestieri con cui avevano contatti più fitti, e dunque con i veneziani o veneti provenienti dalla sponda opposta dell’Adriatico."
Se anche non fosse un italiano venezianizzato (che brutta parola) o un veneziano italianizzato mi interessava il fatto che l'ispettore veneziano scriva in italiano e che si riferisca a queste parlate come a lingue italiane.
Quindi mi chiedevo: utilizzo dell'italiano nella Repubblica di Venezia aveva un importante ruolo di lingua amministrativa e ufficiale?
Inoltre, riferendosi Giustinian a queste varianti come "lingua italiana" significa che i veneziani vedevano nella lingua veneziana una grande affinità coll'italiano al punta da identificarli come una stessa lingua?