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Pizza "al" oppure "a" taglio?
Inviato: mar, 07 giu 2011 21:56
di LinguisticaMente
Qual è la forma corretta tra le due? Io ho sempre detto (ma anche sentito e letto)
pizza al taglio, però ricordo di aver letto (da qualche parte, in rete) che anche la seconda forma è ammissibile, se non più corretta della prima.

Inviato: mar, 07 giu 2011 22:13
di Marco1971
Pensavo anch’io che fosse meglio al taglio, ma il Treccani dà solo a taglio, che dobbiamo considerare forma corretta (simile a a fette).
[...] vendere a taglio, tagliando dall’intero la parte richiesta dal cliente, per es. una stoffa, un nastro, ecc., oppure la pizza, il pesce, i cocomeri (che si vendono a fette), ecc.: pizza a t., cocomeri a t., ecc.
Il GRADIT invece, nelle polirematiche, ha solo pizza al taglio. Possiamo quindi concluderne che le due forme sono egualmente difendibili.
Inviato: mar, 07 giu 2011 23:01
di zeneize
Senza offesa per nessuno, se la forma largamente più usata è "al taglio" direi semmai che sia la seconda ad essere "tollerabile". La lingua - discorso vecchio che non ho le competenze per affrontare - non è un pezzo da museo, ma è viva e in continua evoluzione. E soprattutto, non sono le grammatiche a dettare le regole, ma sono esse a dover sottostare all'uso. Forse mi sbaglio?
Inviato: mar, 07 giu 2011 23:53
di Fausto Raso
Mi sembra sia lo stesso caso di "vendita a/al minuto". Secondo il linguista Pietro Fanfani la forma corretta è con la preposizione semplice "a" (vendere a minuto; comprare a minuto e simili) perché «basta la preposizione senza articolo per denotare il modo come si vende».
Inviato: mar, 07 giu 2011 23:59
di Marco1971
Io ho visto molto piú spesso scritto a taglio, e come dicevo prima, dubitavo della sua correttezza. Le due forme convivono pacificamente.
Sarei meno sicuro, se mi permette, della costruzione ??discorso vecchio che non ho le competenze per affrontare. Mi sembra che la formulazione corretta sia discorso vecchio, per affrontare il quale non ho le competenze.
Inviato: mer, 08 giu 2011 2:21
di Freelancer
È un caso di che polivalente, via.
Inviato: mer, 08 giu 2011 19:48
di Marco1971
Se infatti esempi di che polivalente quali dall’ultimo giorno che l’ho visto non l’ho piú sentito oppure non telefonare proprio adesso, che la cena è pronta sono presenti non solo nell’italiano colloquiale ma anche nella varietà neo-standard e sono quindi accettabili per tradurre la lingua informale di una grande varietà di personaggi, forme come il vestito che la bambina va in giro la domenica è proprio bello, piú tipiche dell’italiano popolare, sono da usare nel tradurre le battute di dialogo dei personaggi che si collocano sui gradini piú bassi del continuum sociolinguistico. (
Fonte)
Soprattutto nelle relative, il
che polivalente mi sembra essere avvertito un po’ da tutti come poco sorvegliato, per non dire altro.
Inviato: mer, 08 giu 2011 19:59
di zeneize
Marco1971 ha scritto: Sarei meno sicuro, se mi permette, della costruzione ??discorso vecchio che non ho le competenze per affrontare. Mi sembra che la formulazione corretta sia discorso vecchio, per affrontare il quale non ho le competenze.
La ringrazio del consiglio. Tuttavia non ravviso nessun errore grammaticale, "che" è semplicemente complemento oggetto... Che poi la costruzione risulti pesante, sono d'accordo con lei.
Inviato: mer, 08 giu 2011 20:38
di Marco1971
La frase si scompone in questa maniera: (1) Il discorso è vecchio; (2) non ho le competenze per affrontarlo. Nella frase incriminata, il che dipende da avere le competenze e non da affrontare (è il complemento oggetto di affrontare, non di avere le competenze), ragion per cui non è italiano corretto.
Inviato: mer, 08 giu 2011 23:36
di zeneize
Non mi trovo d'accordo. Pur essendo distante dal suo reggente, il "che" è chiaramente il complemento oggetto (relativo a "discorso" della frase precedente) retto da "affrontare".
E' un discorso vecchio / [il discorso] (= c. ogg.) non ho le competenze ("io") sogg. sottinteso) per affrontare.
Mi rendo conto che la struttura è pesante e sintatticamente arzigogolata, ma davvero non vi trovo errore grammaticale.
Inviato: mer, 08 giu 2011 23:52
di Marco1971
Strana analisi grammaticale, ma se sono l’unico a ritenerla errata, non fa nulla. Che ne pensano gli altri?
Inviato: mer, 08 giu 2011 23:59
di Fausto Raso
La ritengo un'analisi logica (non grammaticale) priva di... logica.
Inviato: gio, 09 giu 2011 14:13
di Bue
Io sono d'accordo con Zeneize. La costruzione mi sembra dello stesso tipo di "sono cose che non (so /ho diritto di/ sono stato chiamato ad) affrontare", ne' mi pare particolarmente pesante.
Inviato: gio, 09 giu 2011 15:11
di zeneize
Il problema, sostanzialmente, è che il reggente di "che" coincide con la subordinata implicita finale retta a sua volta da "non ho le competenze"
E' un discorso vecchio
non ho le competenze
per affrontare
che (= il discorso)
Capisco che può dare fastidio il pronome relativo in quella posizione, ma l'errore qua non esiste, che si sia puristi o meno.
Inviato: gio, 09 giu 2011 16:09
di Brazilian dude
Io sono d'accordo con Marco e con Zeneize, ma l'opzione di Marco mi sembra più elegante.