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«Bruciare il paglione»
Inviato: gio, 04 ago 2011 19:23
di Ferdinand Bardamu
L'espressione idiomatica bruciare il paglione vale «non mantenere una promessa», «non pagare i debiti». Questo per quanto riguarda il significato. Ma da cosa deriva tale espressione? Non riesco a capire il passaggio che ha portato da «appiccare il fuoco al pagliericcio» a «andare via senza pagare».
Inviato: gio, 04 ago 2011 22:11
di Luca86
Il DELI (edizione minore), alla voce paglia, scrive (sott. mie):
[…] La vc. resiste nella loc. bruciare il paglione ‘mancare ad un appuntamento, ad un impegno, non pagare un debito’, diversamente e mai proprio convincentemente interpretato (Lurati 223-224).
Nemmeno il DELI sa rispondere alla sua domanda. Forse il DEI…
Inviato: gio, 04 ago 2011 22:19
di Ferdinand Bardamu
Uhm… se perfino il DELI si arrende, dispero di trovarne l'etimo. Quel «mai proprio convincentemente interpretato» suggerisce però che alcuni tentativi sono stati fatti.
Intanto, la ringrazio tanto, Luca.

Inviato: gio, 04 ago 2011 22:28
di Marco1971
Qui alcune ipotesi. Vorrei guardare nel Lapucci, ma sono ancora orbo di mezza libreria...

Inviato: gio, 04 ago 2011 22:32
di Luca86
Ferdinand Bardamu ha scritto:Intanto, la ringrazio tanto, Luca.

E di che?

Quest'espressione (che, stranamente, non avevo mai sentito prima) incuriosisce anche me.
Sto cercando in Google Libri. Qualora dovessi trovare qualcosa al riguardo – qualunque cosa sia interessante –, l'avviserei subito.
Inviato: gio, 04 ago 2011 23:11
di u merlu rucà
Il paglione era l'antico materasso, foderato con foglie di granturco. Io penso che il senso di defraudare, andarsene senza pagare, non mantenere un impegno ecc., derivi dal fatto che, bruciando il paglione, il proprietario è obbligato a darsi da fare per spegnerlo e chi ha appiccato l'incendio ne approfitta per scappare.
Inviato: gio, 04 ago 2011 23:22
di Luca86
In Google ho trovato
questo, ma non so quanto sia attendibile: non cita nemmeno una fonte.

Inviato: ven, 05 ago 2011 2:00
di Luca86
Qui ho trovato qualcos'altro (riporto la parte che ci interessa):
«Bruciare il pagliaccio» = Nascostamente involarsi da alcuno senza soddisfarlo del dovutogli: come fa chi nel fuggire brucia anche il pagliericcio, per toglier ogni traccia di sé.
Inviato: ven, 05 ago 2011 20:30
di Ferdinand Bardamu
Sembra di capire che l'espressione è propria delle parlate centro-meridionali.
Comunque, do ragione al DELI: è difficile venirne a capo. L'origine per me piú plausibile è quella data dal Pianigiani: «Nascostamente involarsi da alcuno senza soddisfarlo del dovutogli: come fa chi nel fuggire brucia anche il pagliericcio, per toglier ogni traccia di sé».
Inviato: ven, 05 ago 2011 21:08
di Luca86
Ferdinand Bardamu ha scritto:Sembra di capire che l'espressione è propria delle parlate centro-meridionali.
Personalmente, credo che si tratti di una locuzione panitaliana (si veda, ad esempio,
qui,
qui e
qui) e
non solo.
Inviato: ven, 05 ago 2011 21:33
di u merlu rucà
Ferdinand Bardamu ha scritto:Sembra di capire che l'espressione è propria delle parlate centro-meridionali.
Comunque, do ragione al DELI: è difficile venirne a capo. L'origine per me piú plausibile è quella data dal Pianigiani: «Nascostamente involarsi da alcuno senza soddisfarlo del dovutogli: come fa chi nel fuggire brucia anche il pagliericcio, per toglier ogni traccia di sé».
E' assolutamente panitaliana. Non sono molto convinto dell'interpretazione del Pianegiani. Infatti, almeno nel mio dialetto, il 'paglione bruciato' è sempre quello di un terzo e non quello di chi lo brucia:
u m'à brüxàu u pagliùn; u gh'à brüxàu u pagliùn; u ne brüxa u pagliùn (mi ha bruciato il paglione; gli ha bruciato il paglione; ci brucia il paglione). Per me il senso originario è: il furfante brucia il materasso altrui e approfitta dell'occasione per svignarsela.
Inviato: ven, 05 ago 2011 21:38
di Ferdinand Bardamu
Ha ragione, Luca. Ho preso un abbaglio: «brucià er paione» e «abbruscià 'o paglione» mi hanno tratto in inganno.
Cambiando discorso, qual è la fortuna di questa espressione nella nostra letteratura? Purtroppo, il corpus della Biblioteca Italiana non è raggiungibile (il sito non si carica); su Google Libri ho trovato esempi di Vittorini, Calvino e Pavese (per l'interrogazione
bruciò il paglione) e di Buzzati (per
brucia il paglione)
Inviato: ven, 05 ago 2011 21:47
di Marco1971
La BIZ[a] non documenta quest’espressione, neanche nella variante toscana bruciare (il) pagliaccio. Sarà forse alquanto recente oppure sentita come troppo popolare, chissà.
Inviato: ven, 05 ago 2011 21:47
di Ferdinand Bardamu
u merlu rucà ha scritto:E' assolutamente panitaliana. Non sono molto convinto dell'interpretazione del Pianegiani. Infatti, almeno nel mio dialetto, il 'paglione bruciato' è sempre quello di un terzo e non quello di chi lo brucia: u m'à brüxàu u pagliùn; u gh'à brüxàu u pagliùn; u ne brüxa u pagliùn (mi ha bruciato il paglione; gli ha bruciato il paglione; ci brucia il paglione). Per me il senso originario è: il furfante brucia il materasso altrui e approfitta dell'occasione per svignarsela.
Ho interpretato la spiegazione del Pianigiani in maniera un po' impropria e cervellotica, completandola con l'immaginazione: il fuggitivo – ho pensato – è il cliente d'una locanda che brucia il pagliericcio per non lasciare traccia della propria presenza. Ma non ha molto senso.
A dire il vero, fatico a trovare un collegamento anche fra il bruciare il materasso altrui (di una locanda, poniamo) e l'andarsene senza pagare. Forse, come dice lei, merlo, l'incendio può sviare l'attenzione e permettere al malandrino di farla franca. La qual cosa mi fa pensare che, in passato, questo comportamento fosse comune o, perlomeno, non inusuale, tanto che se n'è creato un modo di dire.
Inviato: sab, 06 ago 2011 1:17
di Luca86
Ferdinand Bardamu ha scritto:A dire il vero, fatico a trovare un collegamento anche fra il bruciare il materasso altrui (di una locanda, poniamo) e l'andarsene senza pagare. […] La qual cosa mi fa pensare che, in passato, questo comportamento fosse comune o, perlomeno, non inusuale, tanto che se n'è creato un modo di dire.
Forse in questo
Vocabolario romagnolo-italiano del
1900, alle voci
pajôn e
pajaẓ, c'è la risposta tanto cercata (le riporto ambedue per intero):
Pajaẓ, sm. Pagliaccio, Saccone di paglia o pagliericcio. Pl.* Pajëẓ. In campagna, appena uno muore gli si toglie il pagliaccio e [lo] si va a bruciare un po' discosto da casa. Tale funzione va fatta finché «e' mört l'è sora tëra», finché il morto è sopra terra. È indubbiamente l'antichissimo rito crematorio, modificato dall'avvento del Cristianesimo, (v. Pajôn).
Pajôn, sm. «Paglione». Pagliericcio. Bruşê' e' pajôn, Bruciare il paglione. (F.)* Andarsene bruciando la paglia del pagliericcio davanti alla porta di casa, per significare che non si intende pagar la pigione. Ciò voleva dire «fate conto che sia morto». (V. alla voce «pajaẓ»).
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Pl. = plurale
(F.) = senso figurato