Autorevolezza del «DOP»
Moderatore: Cruscanti
Autorevolezza del «DOP»
Riprendendo un tema da questo filone e da questa discussione, vorrei parlare della critica mossa all'autorevolezza del DOP. Senza dubbio il dizionario ha dei difetti, il più grave dei quali è l'uso dei un alfabeto fonetico vetusto anziché quello dell'AFI (o IPA che dir si voglia): almeno per la versione multimediale, la trascrizione nell'Alfabeto fonetico internazionale doveva essere lasciata – come minimo – opzionale. Il problema qui è però la preferenza data a forme «inusuali» (come Cossovo) o «non utilizzate effettivamente da specialisti della materia» (come Zaratustra). Un dizionario deve essere anche normativo. Siccome l'italiano ha una sua fonotassi (ovvero una serie di regole per le quali certe combinazioni di fonemi sono accettate e altre no) e dovrebbe avere una sua ortografia normale (per la quale la h è usata solamente in certe forme del verbo avere, nelle interiezioni e come secondo elemento dei digrammi ch e gh con valore /k, g/) appare ragionevole che la grafia dei nomi italiani e anche di quelli stranieri più comuni debba rispettare delle regole di precisione e semplicità. Il caso di Cossovo è emblematico. Tutti dicono /'kOssovo/ ma molti scrivono Kosovo, alla serba: appare logico che un dizionario autorevole «d'ortografia e di pronunzia» suggerisca la forma ortografica più «normale», anche se poi è bene che ci sia un rimando alla forma più utilizzata in altre lingue.
Allargando il discorso, la mia interpretazione è questa: nessun dizionario d’oggi (tranne DOP e Treccani) ha alcuna autorevolezza perché chiunque può fotografare la lingua, ciò non richiede competenze particolari; richiede invece speciali conoscenze e esperienza il guidare verso l’uso piú consigliabile, cosa che, oggi come oggi, poche persone sono oggettivamente in grado di fare. Forse si confonde demotico e democratico... o forse non se ne conosce l’esatto significato. E, si sa, la limitatezza del vocabolario restringe anche la latitudine del pensiero.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: Autorevolezza del «DOP»
Sono convinto che gl'italiani, professionisti della voce compresi, avrebbero difficoltà a "decifrare i codici"Carnby ha scritto:Senza dubbio il dizionario ha dei difetti, il più grave dei quali è l'uso dei un alfabeto fonetico vetusto anziché quello dell'AFI (o IPA che dir si voglia): almeno per la versione multimediale, la trascrizione nell'Alfabeto fonetico internazionale doveva essere lasciata – come minimo – opzionale.




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