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Ripetizione del «che» relativo
Inviato: dom, 20 nov 2011 10:04
di Andrea Russo
Stamane mi sono imbattuto in questa frase, tratta da un saggio scritto da Monica Berretta:
«[...] d'altra parte neppure esiste nella morfologia dell'italiano moderno quella ricchezza di forme alternative
che ha caratterizzato l'italiano antico
ed ha richiesto appunto la successiva sistematizzazione» (sottolineature mie).
La frase, scritta così, mi piace poco (anche se il significato complessivo si capisce), proprio perché non viene ripetuto il relativo
che. Probabilmente la frase non è scorretta dal punto di vista grammaticale, ma suona decisamente male. Stavo pensando anche ad altre lingue, ma non penso che un solo relativo possa reggere due frasi (così come non si può dire «*l'ho messo sul tavolo e il mobile»: si deve ripetere la preposizione
su, in questo caso
sul).
Insomma, la frase è corretta?

Inviato: dom, 20 nov 2011 13:38
di Marco1971
La risposta è nella grammatica di Luca Serianni (XIV.253). Non è necessario ripetere il pronome relativo. Vi invito a leggere tutte le considerazioni ivi espresse.

Inviato: dom, 20 nov 2011 13:48
di Andrea Russo
Non è necessario, va bene, ma secondo me suona meglio se si ripete il relativo. Evidentemente è una questione di idioletto: ad alcuni può piacere, e lo usano, ad altro non piace, e non lo usano.
Inviato: dom, 20 nov 2011 14:48
di Marco1971
Dipende anche dalla frase. In certi casi, quando i due verbi coordinati sono vicinissimi, sarebbe pesante ripetere il pronome relativo, ad esempio in Cerco un libro che sia interessante e abbia tutte le informazioni la ripetizione di che a me suona goffa. Invece quando i verbi sono distanti l’uno dall’altro, l’espressione del che può rivelarsi quasi obbligatoria.
Inviato: dom, 20 nov 2011 15:13
di Andrea Russo
Be', certo. In frasi del genere suona parecchio superflua.
La ringrazio per le risposte! Grazie anche per il riferimento alla Grammatica di Serianni.
Inviato: dom, 20 nov 2011 15:23
di Marco1971
Di nulla!

Come detto molte volte, la grammatica di Luca Serianni è uno strumento indispensabile, che tutti dovrebbero avere in casa: risponde a quasi tutti i dubbi. Riporto il passo in questione (XIV.253).
Nella coordinazione copulativa non è necessario ripetere i pronomi e le congiunzioni relative: «può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici» (Costituzione, art. 84).
La ripetizione è preferita – oltre che in periodi complessi e ogni volta che la chiarezza lo consigli – quando i pronomi svolgano funzioni sintattiche diverse: «tra altri monti che [soggetto] si spiegano, a uno a uno, allo sguardo, e che [oggetto] l’acqua riflette capovolti» (Manzoni, I Promessi Sposi, I 6; ma è possibile anche l’omissione del secondo relativo: «una splendida creatura nera e rosa, che [oggetto] nessuno vede mai [...] e [sottinteso: che, soggetto] ha ottenuto, per meglio salvare la sua ritrosia, di non andare che una volta sola alla settimana, anziché tutti i giorni, a firmare il registro del Municipio» Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 21) – O, ancora, quando i verbi delle relative, pure in presenza di pronomi nella medesima funzione sintattica, hanno soggetti differenti: «gli vennero alle mani i seguenti versi [...] che rilesse con piacere e ch’io riferisco per saggio del suo stile satirico» (Fogazzaro, Piccolo mondo antico, 29).