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«Col», «cólla», «coi», ecc.

Inviato: lun, 28 nov 2011 22:34
di Andrea Russo
Oggi a lezione un professore (piuttosto anziano, molto formale, e parecchio particolare pure) ci ha sconsigliato d'usare, nelle traduzioni, le preposizioni articolate come col, cólla, ecc. Però non ci ha dato alcuna spiegazione. Ora, si tratta di un fatto meramente stilistico (più formale, più aulico, ecc.) o un fatto di gusto personale? Sinceramente non ci trovo niente di male nello scrivere «sono venuto col treno», anzi.
A dire il vero, ciò vale forse solo per col, mentre le altre preposizioni articolare, mi dice Serianni, «almeno nell'italiano scritto, sono ormai confinate all'uso letterario o toscano popolare» (IV.78.).

Qualche delucidazione su col? Sul perché, insomma, non si dovrebbe usare?

Inviato: lun, 28 nov 2011 22:46
di Marco1971
In questi casi bisogna affidarci all’orecchio, come consigliava Luciano Satta: meglio con il coltello che col coltello (che ricorderebbe un adattamento infelice di cocktail). Mentre col fratello a me suona meglio di con il fratello.

Sulle altre forme della preposizione articolata con – fatto salvo coi, ancora adoperato – penso anch’io che, nello scritto formale, siano da preferire le forme piene: con lo, con la, con gli, con le, con l’.

Inviato: lun, 28 nov 2011 22:58
di Ferdinand Bardamu
Mi chiedo se non si veda anche, nelle forme sintetiche col, coi, colla, colle e cogli, un tratto colloquiale da evitare (a torto). Infatti, a ritmo allegro e in contesti familiari, pochi direbbero «con il fratello» invece di «col fratello». Ma nulla vieta, a mio avviso, di scrivere «col fratello» in tutti i contesti.

Credo sia una questione simile a quella della d eufonica, normalmente evitata in ogni caso nel parlare quotidiano, ma impiegata invece in situazioni formali, a volte anche troppo e a sproposito.

Inviato: mar, 29 nov 2011 8:39
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:In questi casi bisogna affidarci all’orecchio, come consigliava Luciano Satta: meglio con il coltello che col coltello ...
Quindi sarebbe simile al caso della scelta tra/fra: meglio tra frati che fra frati, per evitare cacofonie.

Ringrazio entrambi gli utenti per le loro utili risposte. Comunque, scusate se insisto, in uno scritto formale cogli argomenti (che per inciso ho appena usato in un messaggino: m'è venuto naturale! :D, forse per questioni di spazio) sarebbe da evitare?

Inviato: mar, 29 nov 2011 10:57
di Ferdinand Bardamu
Rispondo io, pur con un'autorevolezza molto minore rispetto a Marco. Tirando un po' le fila del discorso, direi che colla, colle, collo, cogli, coll', sulla scorta di Serianni, andrebbero limitati solo alla prosa d'arte o all'imitazione del linguaggio popolare toscano.

Per col e coi, io, nel mio gusto personale, non vedrei limitazioni di contesto. Essendo però, a mio parere, equivalenti, in questo caso, le forme analitiche e quelle sintetiche, credo si possa assecondare l'idiosincrasia del suo professore.

Re: «Col», «cólla», «coi», ecc.

Inviato: mar, 02 feb 2021 19:18
di Carlo_Porta04
Be' a questo punto, visto che abbiamo tirato in ballo l'argomento delle preposizioni articolate, perché non parlare di pel, pei, pello, pegli, pella, pelle, pell'? In che contesto sarebbero da usare? soprattutto, sono di uso letterario, dialettale o altro? Se l'intervento è fuori tema, potrei fare un filone a parte...

Re: «Col», «cólla», «coi», ecc.

Inviato: mar, 02 feb 2021 19:28
di Marco1971
Sono forme letterario-poetiche e antiquate, inadoperabili oggi nell’ISA.

Re: «Col», «cólla», «coi», ecc.

Inviato: mar, 02 feb 2021 19:32
di Carlo_Porta04
Va bene, grazie mille.