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«Se sette italiani su dieci non capiscono la lingua»

Inviato: sab, 03 dic 2011 22:52
di Ferdinand Bardamu
Tullio De Mauro mette in guardia contro l’analfabetismo di ritorno: solo il 20 per cento degl’italiani sarebbe in grado di comprendere testi di media difficoltà (qui l’articolo del Corriere della Sera).

Il giornalista Paolo Di Stefano sottolinea giustamente il ruolo imprescindibile della conoscenza della lingua italiana, prima dell’apprendimento di ogni altra lingua straniera (inglese per primo, ovviamente):
Paolo Di Stefano ha scritto:Non bisognerebbe mai dimenticare che la conoscenza della lingua madre è il fondamento per lo studio delle altre discipline scolastiche e delle altre lingue (inglese compreso), così come è alla base della capacità di orientarsi nella società e di farsi valere nel mondo del lavoro. Sembrano constatazione banali, ma non lo sono affatto in un contesto in cui l'insegnamento dell'italiano nelle scuole soccombe all'anglofilia diffusa e la lettura, sul piano sociale, è nettamente sacrificata rispetto all'approccio visivo, comportando vere mutazioni psichico-cognitive. Se ciò risulta vero, non è eccessivo affermare che l'emergenza culturale, nel nostro Paese, dovrebbe preoccupare almeno quanto quella economica.

Inviato: sab, 03 dic 2011 23:20
di Marco1971
Queste cifre non mi stupiscono affatto. Avevamo già visto che sono linguisticamente incompetenti molti docenti universitari. C’è anche un articolo su questo nel sito dell’Accademia della Crusca. Vorrei essere ottimista, ma non ci riesco, e penso che piano piano stiamo regredendo in tutto. :(

Inviato: sab, 03 dic 2011 23:35
di Andrea Russo
Nell'articolo leggo:
«Del resto, pare che la conoscenza delle strutture grammaticali e sintattiche sia pressoché assente persino presso i nostri studenti universitari, che per quanto riguarda le competenze linguistiche si collocano ai gradini più bassi delle classifiche europee (come avviene per le nozioni matematiche)».
Certo, ma alle scuole elementari e alle scuole medie inferiori e superiori a me hanno insegnato pochissimo (per non dire niente) di grammatica. Perché non si insegna più latino, e più lingua italiana (già dalle elementari e medie, ovviamente)?
Alle scuole superiori, per la professoressa di italiano, dovevo scrivere temi su Dostoevskij: con tutto il rispetto per il grandissimo autore russo, ma non si potevano fare lezioni "vere" di italiano? Nella descrizione del suo libro L'ora di italiano si legge che Serianni è «tra i ‘saggi’ incaricati della supervisione dei nuovi programmi che entreranno in vigore nel settembre 2010». Non so quali siano questi nuovi programmi ma spero che siano intervenuti in qualche modo.