Pagina 1 di 1
«Stare all’impiedi»
Inviato: sab, 17 dic 2011 19:37
di Marco1971
Ce ne parla
Matilde Paoli.
Inviato: sab, 17 dic 2011 22:30
di Andrea Russo
Grazie per quest'interessante articolo. Non ero a conoscenza dell'espressione stare all'impiedi. E mi stupisco che sia usata (seppur poco) a Firenze.
Non vorrei sviare il discorso, ma volevo far notare una cosa: nell'articolo da lei citato si legge «non ci si può riferire cioè a argomenti». Spesso si suggerisce di non inserire la d eufonica tra vocali diverse (o comunque non è necessaria), e questo potrebbe portare alla fine a ipercorrettismi, come attesta questa citazione (a meno che non si tratti d'un refuso), in cui non s'inserisce la d eufonica, in questo caso, secondo me, necessaria affinché il testo sia più leggibile.
Inviato: sab, 17 dic 2011 23:01
di Marco1971
Sulla
d eufonica (o, come la chiamo io,
disfonica 
), veda
qui.
Manzoni le tolse quasi tutte nella revisione dei
Promessi Sposi. Andrebbe usata con molta parchezza e esclusivamente (;)) davanti alla stessa vocale (tranne in
ad esempio, per distinguerla da
[prendere] a esempio).
Inviato: dom, 18 dic 2011 1:40
di Fausto Raso
All'impiedi, per me, ha sempre avuto un "sapore" popolare o dialettale: non mi è mai piaciuto, quindi.
Inviato: dom, 18 dic 2011 1:58
di Marco1971
L’avverto anch’io di sapore popolare, ed è affatto estraneo al mio uso personale.
Inviato: dom, 18 dic 2011 9:19
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:Sulla
d eufonica (o, come la chiamo io,
disfonica 
), veda
qui.
Manzoni le tolse quasi tutte nella revisione dei
Promessi Sposi. Andrebbe usata con molta parchezza e esclusivamente (;)) davanti alla stessa vocale (tranne in
ad esempio, per distinguerla da
[prendere] a esempio).
La ringrazio del collegamento e della precisazione. In ogni modo io la uso soltanto se le due vocali sono uguali, il che vuol dire usarla piuttosto poco, dato che l'incontro di due vocali uguali non è frequentissimo (anche da un punto di vista probabilistico!).
Inviato: dom, 18 dic 2011 16:44
di Ferdinand Bardamu
Personalmente, l'avverto connotata non solo diastraticamente, ma anche diatopicamente: può essere una distorsione personale (ma i risultati dell'inchiesta LinCi citata nell'articolo sembrano conferare questa mia impressione), ma credo ricorra soprattutto tra i parlanti meridionali.
Non fa comunque parte nemmeno del mio idioletto.