Pagina 1 di 1
«...?» e «?...»
Inviato: sab, 31 dic 2011 12:59
di Sandro1991
Qual è la differenza (se esiste) tra le due grafie? Faccio due esempi dai
Promessi Sposi: «Che dice di quel birbone
...?», «S'io avessi avuto un nemico
?... bastava che mi lasciassi intendere». Tutt'e due nel capitolo V, súbito dopo il IV capoverso.
Congetturo: magari con «...?» s'ha da conferire alla frase un tono di domanda meno marcato, dacché il punto interrogativo è posto dopo i puntini?
O c'è, fors'anche, una differenza semantica (oltre che d'intonazione)?
Termino qui le mie ipotesi, a voi la parola.

Inviato: sab, 31 dic 2011 13:14
di Marco1971
Qui ci vorrebbe il prontuario di punteggiatura della Garavelli... Il mio è giú in cantina, per andar nella quale mi occorre uscire; ma fuori c’è la neve.
Intanto, se ci può riportare le due frasi, potremmo cercare di analizzare l’intento espressivo (Manzoni era un maniaco dell’interpunzione, sicché non si può pensare a un errore tipografico).
Inviato: sab, 31 dic 2011 13:49
di Sandro1991
Ecco il contesto.
Dopo l'incontro con l'avvocato delle cause perse, Renzo arriva a casa di Lucia, dove c'è già padre Cristoforo ch'è accorso a prestare aiuto alla malcapitata. Fermo sull'uscio, Renzo esordisce:
«Le hanno detto..., padre?» gli domandò Renzo, con voce commossa.
«Pur troppo; e per questo che sono qui.»
«Che dice di quel birbone...?»
«Che vuoi ch'io dica di lui? Non è qui a sentire: che gioverebbero le mie parole? Dico a te, il mio Renzo, che tu confidi in dio, e che Dio non t'abbandonerà.»
«Benedette le sue parole!» esclamò il giovane. «Lei non è di quelli che dan sempre torto a' poveri. Ma il signor curato, e quel signor dottor delle cause perse...»
«Non rivangare quello che non può servire ad altro che a inquietarti inutilmente. Io sono un povero frate; ma ti ripeto quel che ho detto a queste donne: per quel poco che posso, non v'abbandonerò.»
«Oh, lei non è come gli amici del mondo! Ciarloni! Chi avesse creduto alle proteste che mi facevan costoro, nel buon tempo; eh eh! Eran pronti a dare il sangue per me; m'avrebbero sostenuto contro il diavolo. S'io avessi avuto un nemico?... bastava che mi lasciassi intendere; avrebbe finito presto di mangiar pane. E ora, se vedesse come si ritirano...»
Inviato: sab, 31 dic 2011 14:07
di Marco1971
Io percepisco le cose cosí: nel primo caso (puntini di sospensione + punto interrogativo) si ha un tono pacato e meditativo; nel secondo (punto interrogativo + puntini di sospensione), abbiamo una domanda esagitata (Renzo si accalóra – si notino tutti i punti esclamativi) seguita da un breve silenzio (quasi a riprender fiato). Questa è la mia interpretazione. Che ne pensa lei e che ne pensano gli altri?
Inviato: sab, 31 dic 2011 14:36
di Sandro1991
Quel che ho detto torno a dire: il punto interrogativo posto dopo i puntini, a mio avviso, e, in accordo con quanto sostiene Marco, indica un tono di domanda poco marcato,
meditativo. Se il punto interrogativo è messo prima (come se la vicinanza grafica del punto alla frase concorresse a imprimere forza illocutiva), percepisco un tono piú marcato, una domanda piú incalzante e, prosodicamente, piú
forte.
Marco, non so cosa vuol dire
esacitata, nol trovo da nessuna parte.

Inviato: sab, 31 dic 2011 14:46
di Marco1971
Sandro1991 ha scritto:Marco, non so cosa vuol dire
esacitata, nol trovo da nessuna parte.

Refuso corretto. Era
esagitata.

Inviato: sab, 31 dic 2011 14:53
di Sandro1991
Marco1971 ha scritto:Era esa
gitata.

Adesso l'ho trovato.
A ogni modo, ufficializziamo l'esegesi?

Inviato: sab, 31 dic 2011 15:03
di Marco1971
Sandro1991 ha scritto:A ogni modo, ufficializziamo l'esegesi?

Aspettiamo forse qualche altro parere. E se non ci sarà, aggiudicato!

Inviato: sab, 31 dic 2011 15:15
di PersOnLine
Non è sempre facile interpretare i puntini dei discorso diretto: da una parte sono la rappresentazione grafica, per l'occhio, del silenzio (un'interruzione o una pausa), dall'altra sono un invito a completare il senso della frase: in quest'ottica, per me, prima del punto interrogativo, sono un invito a completare la frase per comprenderne il senso; dopo, invece, sono un invito a cogliere il senso che invece trascende la domanda in sé come mero espediente comunicativo.
Ovviamente non ho fonti a supporto di questa mia personalissima tesi, che trovo anche poco applicabile al caso presentato.
Inviato: sab, 31 dic 2011 15:42
di Marco1971
L’interpretazione può fondarsi soltanto sul contesto narrativo e sulle parole scelte dall’autore per far capire i sentimenti dei personaggi. Si arriva per quella via a escludere certe valenze possibili dei puntini di sospensione.