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«Prendere l’aíre»
Inviato: sab, 07 gen 2012 13:33
di Marco1971
Ieri sera parlavo per
Skype con un amico di Pisa che s’era messo a discorrere ininterrottamente, e io gli ho detto, scherzosamente,
T’ha’ preso l’aíre! Poi ci siamo chiesti se quest’espressione comunissima in Toscana, marcata
letteraria dal
Treccani, sia nota o perlomeno intesa nel resto d’Italia. Che mi dite?

Inviato: sab, 07 gen 2012 14:03
di Sandro1991
Mai sentita prima d’ora... credo, però, sia intuitiva per chi conosce un po’ di latino; ma io non l’ho
intesa.

Inviato: sab, 07 gen 2012 14:45
di Ferdinand Bardamu
La conoscevo per via libresca e, per fare lo
sbrasone 
, l’ho pure usata un paio di volte nello scritto (mi è stata cassata per un più comune «prendere lo slancio»). Naturalmente, da non toscano, la percepisco come molto ricercata e non molto perspicua, soprattutto riguardo alla pronuncia: se non si riconoscono i componenti
a e
ire (verbo affatto sconosciuto al mio dialetto), si può pronunciare anche
àire, che ha tutt’altro significato (Treccani in linea,
s.v. àire).
Inviato: sab, 07 gen 2012 15:59
di u merlu rucà
Per me, non toscano, ha un sapore letterario, anche se ne comprendo il senso. A titolo di curiosità: dalle mie parti, in dialetto, la stessa espressione è resa con pià l'asvan, cioè prendere lo slancio.
Inviato: sab, 07 gen 2012 18:05
di Andrea Russo
Io non l'avevo mai sentita, anche se sono toscano.

Inviato: sab, 07 gen 2012 18:32
di Infarinato
Vergogna!!!

Inviato: sab, 07 gen 2012 19:41
di Carnby
È comunissima dalle mie parti, però si dice più comunemente (te) tu ha' preso l'aìre.
Inviato: sab, 07 gen 2012 21:54
di AmorEst
Confermo che anche nel grossetano
dare/prendere l'aire è molto diffuso, però più nell'accezione di
dare/prendere uno slancio/una spinta. Neanch'io, come Andrea Russo, ho mai sentito adoperare
aire in una situazione simile a quella descritta da Marco1971.
Vi confesso che, lì per lì, appena letto
T'ha' preso l'aire, mi sono immaginato il suo amico che, con ancora le cuffie sul capo, prendeva la rincorsa stile centometrista per sfrecciare chissà dove.

Inviato: sab, 07 gen 2012 22:22
di Marco1971
Ringrazio tutti per le risposte.
Io ho sentito spesso (e uso) quest’espressione soprattutto in senso figurato, ad esempio (un ricordo che mi riaffiora) parlando di uno che di solito non esce mai la sera e tutt’a un tratto prende a uscire tutte le sere.

Inviato: dom, 08 gen 2012 1:40
di Marco1971
Carnby ha scritto:È comunissima dalle mie parti, però si dice più comunemente (te) tu ha' preso l'aìre.
Non so in provincia, ma a Firenze era (ed è tuttora?) corrente e spontaneo
t’hai per
tu hai, in particolare nella frase
Icché t’ha’ fatto? (Se non fosse chiaro, preciso, per i non toscani, che significa
Che cosa hai fatto?)
Inviato: dom, 08 gen 2012 9:41
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:Io ho sentito spesso (e uso) quest’espressione soprattutto in senso figurato, ad esempio (un ricordo che mi riaffiora) parlando di uno che di solito non esce mai la sera e tutt’a un tratto prende a uscire tutte le sere.

In questo caso io direi, non so quanto a (s)proposito,
ha preso il via (/irvìa/ o /ivvìa/). Ma ora guarderò di ricordarmi, e usare, questa bella espressione.
Inviato: dom, 08 gen 2012 12:16
di Carnby
Marco1971 ha scritto:Non so in provincia, ma a Firenze era (ed è tuttora?) corrente e spontaneo t’hai per tu hai, in particolare nella frase Icché t’ha’ fatto? (Se non fosse chiaro, preciso, per i non toscani, che significa Che cosa hai fatto?)
Ci sono alcune differenze tra Firenze città e il contado, per esempio:
- minor occorrenza (per quanto sempre possibile) dell'elisione di tu; fior. t'ara' diciott'anni; cont. tu a(v)ra' diciott'anni;
- minor occorrenza dell'assimilazione /nl/; fior. tiello, cont. tienlo;
- passaggio sistematico di /ns, ls, rs/ a /nts, lts, rts/; fior. penso, polso, orso, cont. penzo, polzo, orzo;
- minor frequenza dell'uso di la davanti ai nomi femminili (già debole nei dintorni di Montelupo);
- nell'area più esterna /*ʎɛ/ sostituisce del tutto /lɛ/; fior. l'è tutt'a rovescio, cont. gli è tutt'a rovescio;
- nell'area più esterna, dileguo del la pleonastico (più stabile nelle interrogative); fior. che la vole? la 'un c'è! cont. che vole? (la) 'un c'è!.
Ovviamente ce ne sono altre che in questo momento non mi sovvengono: se è interessato a questo argomento, posso cercare di reperire del materiale.

Inviato: dom, 08 gen 2012 19:35
di Marco1971
La ringrazio. Sí, la cosa m’interessa, sicché, se ha altre precisazioni da aggiungere, ben vengano (magari in un apposito filone [con rimando a questo] in
Fonetica e fonologia).
