"Dopo" e "tra" temporali

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bartolo
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"Dopo" e "tra" temporali

Intervento di bartolo »

Carissimi, rieccomi a infastidirvi con un'altra quisquilia. Un amico straniero mi ha chiesto delucidazioni riguardo all'uso (evidenzio il termine perché egli non desidera conoscere le definizioni grammaticali) di "tra" e "dopo" con valore temporale. La controversia nasce da questa frase:

«Quando arriva il momento di scendere a terra il pilota chiama con la radio la base e dopo / tra pochi minuti arrivano le jeep a prendere i passeggeri».

Naturalmente ho tentato, con scarsi risultati, di spiegargli che «dopo» è la parola esatta, e non «tra». Ma non sono stato in grado di articolare una chiarificazione persuasiva. Immagino, ma forse mi inganno, che dovrei provare a battere la strada dei "punti di vista", parlando di "emittente" e "ricevente", ma temo, oltre che di sbagliare di grosso, anche di confonderlo ancora di più. Qualcuno può aiutarmi? :(
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Sandro1991
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Intervento di Sandro1991 »

Provo a dare una prima risposta, aspettando pareri piú autorevoli.

Parto dalla Grammatica di Serianni. Tra, fra le altre cose, indica l’intervallo di tempo compreso tra due momenti: «Tra la metà del ’500 e la metà del ’600», «Tra due anni dovrei laurearmi», cioè, in un intervallo di tempo compreso tra ora e due anni. (VII. 124. 128.)
Il Devoto−Oli conferma; e il De Mauro aggiunge:

Indica una distanza spaziale o temporale da un obiettivo, da una scadenza o sim.: il prossimo paese è tra cinque chilometri, tra un paio di isolati svolta a destra, ti darò ulteriori informazioni tra due giorni, ci rivedremo tra due settimane, tra poco, tra non molto sarò da te.

Dopo, invece, indica posteriorità nel tempo e dà la possibilità d’individuare o misurare la ‘decorrenza’ dal fatto cui si riferisce l’enunciato: ecco perché −credo− è preferibile nella frase da lei citata.

Non credo basti per spiegare al meglio il problema ma... è già qualcosa. Anch’io son curioso d’avere maggiori delucidazioni.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Può spiegare al suo amico una cosa molto semplice: tra/fra si usa in riferimento al momento dell’enunciazione nel presente, quindi nel discorso diretto; dopo si adopera quando non coincide col momento dell’enunciazione, quindi nel discorso indiretto, nella narrazione (anche se questa è al presente).

Si confronti:

(1) Disse: «Arrivo fra dieci minuti.»
(2) Disse che sarebbe arrivato dieci minuti dopo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bartolo
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Intervento di bartolo »

Grazie! :D
Jonathan
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Intervento di Jonathan »

Marco1971 ha scritto:Può spiegare al suo amico una cosa molto semplice: tra/fra si usa in riferimento al momento dell’enunciazione nel presente, quindi nel discorso diretto; dopo si adopera quando non coincide col momento dell’enunciazione, quindi nel discorso indiretto, nella narrazione (anche se questa è al presente).

Si confronti:

(1) Disse: «Arrivo fra dieci minuti.»
(2) Disse che sarebbe arrivato dieci minuti dopo.
Eppure, caro Marco, nel suo secondo esempio un fra o un tra non mi suonerebbe male.
Disse che sarebbe arrivato fra/tra dieci minuti.

Su Google Libri si trovano alcuni esempi di sarebbe arrivato tra (con tra 'temporale'), uno addirittura tratto dalla Ciociara di Moravia (il grassetto è mio, ovviamente):
[...] perché l'esercito alleato avanzava e sarebbe arrivato tra non più di una settimana.

È possibile che la regola da lei citata sia valida il piú delle volte, ma non sempre?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Jonathan ha scritto:È possibile che la regola da lei citata sia valida il piú delle volte, ma non sempre?
Volevo appunto aggiungere (poi ho lasciato perdere, per non confondere le idee ;)) che il fra/tra torna possibile nel discorso indiretto libero, tipico della narrativa. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
edoram
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Intervento di edoram »

Io invece avrei detto sbagliata la frase: "Disse che sarebbe arrivato fra dieci minuti", proprio perchè attribuivo a fra un valore assoluto e non relativo in termini di tempo. Quindi interpreterei quel fra dieci minuti a partire da adesso.

Così come in altre espressioni tipo:
tra un po' - a momenti
domani - l'indomani


Per lo stesso motivo non ritengo corrette frasi tipo:
"Disse che sarebbe arrivato tra un po'" o "Disse che sarebbe arrivato domani", (ovviamente in questo caso la frase può essere corretta, purché domani abbia valore relativo e quindi non "il giorno seguente" ma "il giorno che seguirà oggi".

Forse però sto sbagliando ragionamento? ;)
Non voglio essere capito, voglio essere; capito?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, è quello che ho spiegato sopra quando parlo di momento dell’enunciazione, cioè il presente, il momento stesso nel quale le parole vengono pronunciate. Quindi, riassumendo: fra/tra è possibile nel discorso diretto e nel discorso indiretto libero, ma non nel discorso indiretto «tradizionale» (dove compare la frase citante).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
edoram
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Intervento di edoram »

Grazie Marco per la precisazione.
A questo punto ribadisco la mia perplessità per l'uso di fra/tra con significato relativo nel discorso indiretto libero. L'avrei creduto categoricamente agrammaticale e invece scopro ora che ne esistono dotti esempi nella narrativa e non solo.
È proprio vero che prima di imparare a scrivere bisogna imparare a leggere ;)
Non voglio essere capito, voglio essere; capito?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per illustrare, ecco tre esempi di discorso indiretto libero con tra usato in un contesto passato.

Renzo assente, sfrattato, bandito, di maniera che ogni cosa diventava lecita contro di lui, e anche la sua sposa poteva esser considerata, in certo modo, come roba di rubello: il solo uomo al mondo che volesse o potesse prender le sue parti, e fare un rumore da esser sentito anche lontano e da persone alte, l’arrabbiato frate, tra poco sarebbe probabilmente anche lui fuor del caso di nuocere. (Manzoni, I Promessi Sposi)

S’indispettiva di vederli dubitare davanti a quel fabbricato sorto da sottoterra per incanto e che, tra non molto, sarebbe avvivato dall’attività delle macchine e colmato, negli spazi ora vuoti, dai coppi e dalle botti contenenti tesori! (Capuana, Il marchese di Roccaverdina)

Ma contemplata cosí, sotto quel sole, in mezzo a tutto quel verde, mentre il corpo si dondolava ai movimenti uguali della placida cavalcatura, la morte non gli aveva ispirato orrore, bensí un’alta serenità soffusa di rammarico e insieme di compiacenza, per la gentilezza e la nobiltà dei pensieri e delle cure, di cui aveva sempre intessuto la sua vita in quei luoghi cari, a cui tra poco avrebbe dato l’ultimo addio. (Pirandello, I vecchi e i giovani)

L’effetto di questo procedimento letterario è una sorta d’introspezione, ci si cala nei pensieri del personaggio, nel suo presente. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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