Pagina 1 di 1
"Dopo" e "tra" temporali
Inviato: mar, 31 gen 2012 9:36
di bartolo
Carissimi, rieccomi a infastidirvi con un'altra quisquilia. Un amico straniero mi ha chiesto delucidazioni riguardo all'
uso (evidenzio il termine perché egli non desidera conoscere le definizioni grammaticali) di "tra" e "dopo" con valore temporale. La controversia nasce da questa frase:
«Quando arriva il momento di scendere a terra il pilota chiama con la radio la base e
dopo /
tra pochi minuti arrivano le jeep a prendere i passeggeri».
Naturalmente ho tentato, con scarsi risultati, di spiegargli che «dopo» è la parola esatta, e non «tra». Ma non sono stato in grado di articolare una chiarificazione persuasiva. Immagino, ma forse mi inganno, che dovrei provare a battere la strada dei "punti di vista", parlando di "emittente" e "ricevente", ma temo, oltre che di sbagliare di grosso, anche di confonderlo ancora di più. Qualcuno può aiutarmi?

Inviato: mar, 31 gen 2012 11:54
di Sandro1991
Provo a dare una prima risposta, aspettando pareri piú autorevoli.
Parto dalla Grammatica di Serianni. Tra, fra le altre cose, indica l’intervallo di tempo compreso tra due momenti: «Tra la metà del ’500 e la metà del ’600», «Tra due anni dovrei laurearmi», cioè, in un intervallo di tempo compreso tra ora e due anni. (VII. 124. 128.)
Il Devoto−Oli conferma; e il De Mauro aggiunge:
Indica una distanza spaziale o temporale da un obiettivo, da una scadenza o sim.: il prossimo paese è tra cinque chilometri, tra un paio di isolati svolta a destra, ti darò ulteriori informazioni tra due giorni, ci rivedremo tra due settimane, tra poco, tra non molto sarò da te.
Dopo, invece, indica posteriorità nel tempo e dà la possibilità d’individuare o misurare la ‘decorrenza’ dal fatto cui si riferisce l’enunciato: ecco perché −credo− è preferibile nella frase da lei citata.
Non credo basti per spiegare al meglio il problema ma... è già qualcosa. Anch’io son curioso d’avere maggiori delucidazioni.
Inviato: mar, 31 gen 2012 16:27
di Marco1971
Può spiegare al suo amico una cosa molto semplice: tra/fra si usa in riferimento al momento dell’enunciazione nel presente, quindi nel discorso diretto; dopo si adopera quando non coincide col momento dell’enunciazione, quindi nel discorso indiretto, nella narrazione (anche se questa è al presente).
Si confronti:
(1) Disse: «Arrivo fra dieci minuti.»
(2) Disse che sarebbe arrivato dieci minuti dopo.
Inviato: mar, 31 gen 2012 17:58
di bartolo
Grazie!

Inviato: mar, 31 gen 2012 19:52
di Jonathan
Marco1971 ha scritto:Può spiegare al suo amico una cosa molto semplice: tra/fra si usa in riferimento al momento dell’enunciazione nel presente, quindi nel discorso diretto; dopo si adopera quando non coincide col momento dell’enunciazione, quindi nel discorso indiretto, nella narrazione (anche se questa è al presente).
Si confronti:
(1) Disse: «Arrivo fra dieci minuti.»
(2) Disse che sarebbe arrivato dieci minuti dopo.
Eppure, caro Marco, nel suo secondo esempio un
fra o un
tra non mi suonerebbe male.
–
Disse che sarebbe arrivato fra/tra dieci minuti.
Su Google Libri si trovano alcuni esempi di
sarebbe arrivato tra (con
tra 'temporale'), uno addirittura tratto dalla
Ciociara di Moravia (il grassetto è mio, ovviamente):
–
[...] perché l'esercito alleato avanzava e sarebbe arrivato tra non più di una settimana.
È possibile che la regola da lei citata sia valida il piú delle volte, ma non sempre?
Inviato: mar, 31 gen 2012 20:19
di Marco1971
Jonathan ha scritto:È possibile che la regola da lei citata sia valida il piú delle volte, ma non sempre?
Volevo appunto aggiungere (poi ho lasciato perdere, per non confondere le idee

) che il
fra/tra torna possibile nel
discorso indiretto libero, tipico della narrativa.

Inviato: dom, 05 feb 2012 15:59
di edoram
Io invece avrei detto sbagliata la frase: "Disse che sarebbe arrivato
fra dieci minuti", proprio perchè attribuivo a
fra un valore assoluto e non relativo in termini di tempo. Quindi interpreterei quel
fra dieci minuti a partire da adesso.
Così come in altre espressioni tipo:
tra un po' - a momenti
domani - l'indomani
Per lo stesso motivo non ritengo corrette frasi tipo:
"Disse che sarebbe arrivato
tra un po'" o "Disse che sarebbe arrivato
domani", (ovviamente in questo caso la frase può essere corretta, purché
domani abbia valore relativo e quindi non "il giorno seguente" ma "il giorno che seguirà oggi".
Forse però sto sbagliando ragionamento?

Inviato: dom, 05 feb 2012 17:23
di Marco1971
Sí, è quello che ho spiegato sopra quando parlo di momento dell’enunciazione, cioè il presente, il momento stesso nel quale le parole vengono pronunciate. Quindi, riassumendo: fra/tra è possibile nel discorso diretto e nel discorso indiretto libero, ma non nel discorso indiretto «tradizionale» (dove compare la frase citante).
Inviato: dom, 05 feb 2012 17:53
di edoram
Grazie Marco per la precisazione.
A questo punto ribadisco la mia perplessità per l'uso di fra/tra con significato relativo nel discorso indiretto libero. L'avrei creduto categoricamente agrammaticale e invece scopro ora che ne esistono dotti esempi nella narrativa e non solo.
È proprio vero che prima di imparare a scrivere bisogna imparare a leggere

Inviato: dom, 05 feb 2012 18:13
di Marco1971
Per illustrare, ecco tre esempi di discorso indiretto libero con
tra usato in un contesto passato.
Renzo assente, sfrattato, bandito, di maniera che ogni cosa diventava lecita contro di lui, e anche la sua sposa poteva esser considerata, in certo modo, come roba di rubello: il solo uomo al mondo che volesse o potesse prender le sue parti, e fare un rumore da esser sentito anche lontano e da persone alte, l’arrabbiato frate, tra poco sarebbe probabilmente anche lui fuor del caso di nuocere. (Manzoni,
I Promessi Sposi)
S’indispettiva di vederli dubitare davanti a quel fabbricato sorto da sottoterra per incanto e che, tra non molto, sarebbe avvivato dall’attività delle macchine e colmato, negli spazi ora vuoti, dai coppi e dalle botti contenenti tesori! (Capuana,
Il marchese di Roccaverdina)
Ma contemplata cosí, sotto quel sole, in mezzo a tutto quel verde, mentre il corpo si dondolava ai movimenti uguali della placida cavalcatura, la morte non gli aveva ispirato orrore, bensí un’alta serenità soffusa di rammarico e insieme di compiacenza, per la gentilezza e la nobiltà dei pensieri e delle cure, di cui aveva sempre intessuto la sua vita in quei luoghi cari, a cui tra poco avrebbe dato l’ultimo addio. (Pirandello,
I vecchi e i giovani)
L’effetto di questo procedimento letterario è una sorta d’introspezione, ci si cala nei pensieri del personaggio, nel suo presente.
