SinoItaliano ha scritto:Quindi se ho capito bene, «lenizione» è il termine generale e può indicare qualsiasi indebolimento fonetico…
Meglio:
consonantico…
SinoItaliano ha scritto:…«spirantizzazione» è leggermente piú specifico, è come una categoria di trasformazioni fonetiche, che lei ha usato, per esempio, per descrivere tutti i vari fenomeni della gorgia, mentre «deaffricazione» quando un suono affricato diventa non affricato, e.g. /tʃ/ -> [ʃ].
Sí, non si tratta di «piú o meno specifico», ma dell’aspetto/esito che si vuol sottolineare, tenendo presente (1) della fonologia [eventualmente diacronica] della lingua in questione e (2) della terminologia tradizionalmente usata nella relativa letteratura scientifica.
SinoItaliano ha scritto:In alcune lingue è presente il passaggio da /t/ a [tʃ] e quello da /d/ a [dʒ], che, se non sbaglio, viene chiamato «palatalizzazione», evidentemente mi ero confuso con ciò.
Sí, o anche (piú precisamente —considerazioni di cui sopra a parte)
affricazione.
Palatalizzazione chiamerei la fase [t > tʲ] o
tutta la sequenza [t > tʲ > ʧ]. E palatalizzazione è tradizionalmente chiamato il passaggio di [k
e/i g
e/i] latine alle [proto]romanze (e italiane) [ʧ ʤ], mentre il passaggio da [tj dj] a [ʦ ʣ] è un caso di
assibilazione. Entrambi sono casi di affricazione.
Come ben si vede da quest’esempio, palatalizzazione e assibilazione sono al contempo termini
piú e
meno specifici di affricazione.
SinoItaliano ha scritto:Inoltre, in inglese e in siciliano vi è il passaggio da /tr/ a [tʃɹ] e da /dr/ a [dʒɹ].
E.g. true pronunciato piú o meno [tʃɹuː], drive ≈ [dʒɹʌɪv].
Anche in siciliano, se non erro, si trasforma in un suono simile.
In questo caso possiamo parlare altresì di «palatalizzazione»?
Sono fenomeni
lievemente diversi: in entrambi i casi, però, parlerei sempre di affricazione.
SinoItaliano ha scritto:Quindi un ipotetico passaggio inverso da /tʃ/ a /t/ o da /dʒ/ a /d/ (se mai esista in qualche lingua) si potrebbe chiamare «depalatalizzazione»?
Sí, o, per quanto detto sopra, anche
deaffricazione, ma ovviamente in un senso diametralmente opposto a quello relativo al passaggio [genericamente centromeridionale] da [ʧ] intervocalico a [ʃ]: in questo caso si perde un’affricata trasformandola in una fricativa (e quindi
spirantizzandola 
), in quelli l’affricata si perde trasformandola in occlusiva.