Pagina 1 di 2
Ritrattare
Inviato: lun, 05 giu 2006 12:02
di Bue
Alla mostra delle Scuderie del Quirinale, in un pannello esplicativo su uno dei ritratti virili di Antonello da Messina, ho letto con un misto tra divertimento e trasecolamento che molte sono state le "discussioni sulla 'sicilianità' del
ritrattato".
A casa ho controllato sul Garzanti e sul De Mauro in rete, e ho visto con altrettanto stupore che entrambi registrano come
(non com.) l'accezione di "fare il ritratto" alla voce
ritrattare.
Preso da un sùbito sospetto, sono andato a cercare anche
editare, e ho visto che anche questo esiste nel senso di "pubblicare". Quindi "Il tal libro è editato da Mondadori", ahimè, si può dire.
E poi vi scandalizzate per "scansionare"...

Inviato: lun, 05 giu 2006 13:50
di Marco1971
Non c’è da scandalizzarsi per editare in sé. C’è solo da costatare che non viene a colmare nessuna lacuna, è un prestito di lusso. Secondo i casi può valere dirigere (giornale, ecc.), curare (libro, edizione), fare la revisione di (articolo, ecc.), montare (nastro, filme, programma televisivo), correggere, modificare (in informatica).
Quanto a ritrattare per ritrarre, ha buone attestazioni classiche (Alfieri, Carducci, Pascoli, Ungaretti, ecc.).
Infine, chi avversa scandire perché non riesce a non pensare alla metrica latina dovrebbe avversare anche scansionare, poiché anche la scansione è, in origine, riferita alla metrica. Ma di questi naturali trapassi semantici mille volte abbiamo discorso.
Re: Ritrattare
Inviato: lun, 05 giu 2006 14:54
di Federico
Bue ha scritto:Alla mostra delle Scuderie del Quirinale, in un pannello esplicativo su uno dei ritratti virili di Antonello da Messina, ho letto con un misto tra divertimento e trasecolamento che molte sono state le "discussioni sulla 'sicilianità' del ritrattato".
Be', in effetti sarebbe stato (relativamente) ambiguo "la sicilianità del ritratto". Ma
ritrattare è piuttosto brutto; non per altro: oggigiorno ha un significato diverso, nel linguaggio comune. Non che non si possa usare, per carità, ma il pannello di una mostra non è luogo, perciò lo considero uno strafalcione.
Inviato: lun, 05 giu 2006 15:32
di Marco1971
Non è uno strafalcione, Federico, è un termine tecnico adoperato nella critica d’arte. Nell’ambito d’una mostra pittorica appare quindi adeguato.
Inviato: lun, 05 giu 2006 15:37
di Federico
Marco1971 ha scritto:Non è uno strafalcione, Federico, è un termine tecnico adoperato nella critica d’arte.
Ah, è un termine tecnico. Questo cambia un tantino le cose. Non molto, però.
Marco1971 ha scritto:Nell’ambito d’una mostra pittorica appare quindi adeguato.
Non se la mostra si rivolge a un pubblico meno ristretto di quello della critica d'arte in cui lei mi dice che è usato
ritrattare in questo senso.
Inviato: lun, 05 giu 2006 15:49
di Marco1971
Federico ha scritto:Non se la mostra si rivolge a un pubblico meno ristretto di quello della critica d'arte in cui lei mi dice che è usato ritrattare in questo senso.
È vietato adoperare termini che magari la gente comune non conosce? Non direi: cosí ampliamo il suo vocabolario.

Inviato: lun, 05 giu 2006 16:55
di Bue
Marco1971 ha scritto:Non è uno strafalcione, Federico, è un termine tecnico adoperato nella critica d’arte. Nell’ambito d’una mostra pittorica appare quindi adeguato.
A me, che mi considero forse ingiustamente di cultura medio-alta, ha fatto l'effetto di uno strafalcione. Il giorno prima avevo letto sul pannello didascalico del Ritratto di Baldassar Castiglione di Raffaello un bel "fù" con l'accento.
Se anche questo è attestato nei classici e usato dai critici d'arte, mi ritiro in buon ordine...
Chiederò ad amici storici dell'arte quanto sia tecnico "ritrattare".
Per Federico: ovvio che "la sicilianità del ritratto" sarebbe stata ambigua. Ma bastava scrivere "la sicilianità dell'uomo ritratto", a mio modesto avviso.
Io ho visto tante mostre e sentito o letto diverse cose di arte, ma era la prima volta che mi imbattevo in "ritrattare".
Inviato: lun, 05 giu 2006 17:01
di Incarcato
Mi trovo d'accordo con Bue.
Anch'io frequento mostre e leggo d'arte, ma
ritrattato non l'ho letto mai.
Ma m'informerò meglio presso storici dell'arte.

Inviato: lun, 05 giu 2006 17:04
di Bue
Incarcato ha scritto:Mi trovo d'accordo con Bue.
Laudemus igitur!
PS
semel in anno licet insanire?

Inviato: lun, 05 giu 2006 17:05
di Marco1971
Bue ha scritto:Il giorno prima avevo letto sul pannello didascalico del Ritratto di Baldassar Castiglione di Raffaello un bel "fù" con l'accento.
Se anche questo è attestato nei classici e usato dai critici d'arte, mi ritiro in buon ordine...
Cosa c’entra un errore d’ortografia con una parola attestata in quel senso dal 1784?
Bue ha scritto:Io ho visto tante mostre e sentito o letto diverse cose di arte, ma era la prima volta che mi imbattevo in "ritrattare".
C’è sempre una prima volta.

Inviato: lun, 05 giu 2006 17:10
di Incarcato
...iuvenes dum sumus... 
Inviato: lun, 05 giu 2006 17:11
di Federico
Bue ha scritto:Per Federico: ovvio che "la sicilianità del ritratto" sarebbe stata ambigua. Ma bastava scrivere "la sicilianità dell'uomo ritratto", a mio modesto avviso.
Ovvio. A maggior ragione è un errore.
Marco1971 ha scritto:È vietato adoperare termini che magari la gente comune non conosce? Non direi: cosí ampliamo il suo vocabolario.

Non è questione di parole ignote, perché non è affatto difficile capirne il significato: il problema è che
ritrattare è usato con altri significati, e se anche fosse un termine comune nel gergo non sarebbe adatto in una mostra che si rivolge al grande pubblico.
Ieri ho letto
Prima lezione di grammatica di Serianni, e da qualche parte vi si dice qualcosa come "un errore di contesto è un errore di comunicazione", cioè un errore, punto (questo argomento viene toccato varie volte, se non ricordo male).
Inviato: lun, 05 giu 2006 17:27
di Bue
Marco1971 ha scritto:
Cosa c’entra un errore d’ortografia con una parola attestata in quel senso dal 1784?
C'entra, perché io li avevo presi come due strafalcioni. Come faceva notare Federico, forse nel 1784 non si usava "ritrattare" così comunemente come si usa ora a significaread esempio, specie in ambito legale/giornalistico, "ritirare una dichiarazione, una deposizione o un'accusa".
Non è per presunzione, ma non so quanti di quelli che hanno letto quel pannello hanno colto la sottigliezza dell'uso di una parola
non com., andando come me a cercarla sul dizionario (per scrupolo, visto che la ritenevo una grossolanità).
E' come la storia di "scandire" e "scansionare". Io sono contrario a scandire non perché mi ricorda la metrica latina, ma perché mi ricorda espressioni quali "leggere scandendo bene le parole". Ecco perché, piuttosto che dire "scandire un documento", preferisco "scansionare" (o "scannerizzare" che, se l'avesse usato Alfieri, ora stareste tutti osannando).
A me l'unica differenza sembra appunto che una cosa brutta come "ritrattare" sia accettata solo perché l'ha usata qualche illustre all'epoca in cui probabilmente non poteva significare altro. Se sono brutti "scansionare" e "*accensionare", è brutto anche "ritrattare", visto che è assolutamente non necessario.
Inviato: lun, 05 giu 2006 17:41
di Marco1971
Bue ha scritto:Come faceva notare Federico, forse nel 1784 non si usava "ritrattare" così comunemente come si usa ora a significaread esempio, specie in ambito legale/giornalistico, "ritirare una dichiarazione, una deposizione o un'accusa".
Devo tirar fuori gli esempi?

In quel senso oggi piú comune
ritrattare è nell’uso sin dal Trecento, con una storia ininterrotta fino a oggi.
Bue ha scritto:Ecco perché, piuttosto che dire "scandire un documento", preferisco "scansionare" (o "scannerizzare" che, se l'avesse usato Alfieri, ora stareste tutti osannando).
Le parole acquistano cittadinanza per il prestigio di chi le ha usate, e se l’Alfieri e altri grandi scrittori avessero sancito
scannerizzare, non ci sarebbe oggi da discutere. Ma né l’Alfieri né altri l’hanno fatto (né, ovviamente, avrebbero potuto).
Bue ha scritto:Se sono brutti "scansionare" e "*accensionare", è brutto anche "ritrattare", visto che è assolutamente non necessario.
Il bello e il brutto, lo ripeto ancora, sono questioni estralinguistiche, e il lungo uso rende le parole del tutto indifferenti. Prima che una certa parola venga diffusa su larga scala è invece lecito interrogarsi sulla sua formazione e utilità.
Inviato: lun, 05 giu 2006 20:49
di Federico
Marco1971 ha scritto:Bue ha scritto:Come faceva notare Federico, forse nel 1784 non si usava "ritrattare" così comunemente come si usa ora a significaread esempio, specie in ambito legale/giornalistico, "ritirare una dichiarazione, una deposizione o un'accusa".
Devo tirar fuori gli esempi?

In quel senso oggi piú comune
ritrattare è nell’uso sin dal Trecento, con una storia ininterrotta fino a oggi.
Ma non è questo il punto: il fatto è che
ritrattare è usato praticamente solo nel significato di "ri-trattare" e di "rinnegare" ecc.. Non si può negare che
ritrattare nel senso di
ritrarre è decisamente poco comune, antiquato o semmai gergale (non in senso negativo); non si tratta di negare la sua generale legittimità linguistica, ma solo il suo uso in quel significato
in quel contesto. Il pannello di una mostra non è luogo per parole antiquate o specialistiche (se non strettamente indispensabili, si capisce): "ritrattare"
non vi può assumere il significato di "ritrarre" perché questo uso appartiene a un lessico estraneo a quel contesto: su quel pannello
non esiste in questa accezione, pertanto
è uno strafalcione.
Poi si può non intendersi su questa parola, può giudicarla eccessiva, ma mi stupisce che neghi che fosse inopportuno quell'uso.
Ma adesso basta, mi sembra che abbiamo sviscerato aabbastanza l'argomento e ci siamo accapigliati a sufficienza.
Tornando a
scannerizzare, a parte che possa essere considerato brutto, a parte la sua oggettiva pesantezza (quantomeno per il numero di sillabe), il suo problema è un altro, quello della coerenza: non si può rigettare
scanner e poi usare
scannerizzare; poiché il mio obiettivo è fare a meno di
scanner, devo per forza rigettare anche il suo derivato, tanto piú che è tanto facile: poi,
scandire o
scansionare secondo me sostanzialmente si equivalgono, fra pregi e difetti (non forse in opportunità, ma ne abbiamo già discusso).
P.s.:
Marco1971 ha scritto:Le parole acquistano cittadinanza per il prestigio di chi le ha usate
Ma solo perché si suppone che per essere arrivate a una certa altezza della piramide debbano aver già permeato tutta la base, cioè facciano ormai pienamente parte integrante della lingua.