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«Ammezzato» o «mezzanino»?
Inviato: dom, 22 apr 2012 1:18
di Fausto Raso
Ho notato ancora una disparità di vedute tra il vocabolario Gabrielli in rete e il “Dizionario Linguistico Moderno “, dello stesso autore, a proposito di “ammezzato”.
Dal vocabolario in rete:
ammezzato
[am-meʒ-ʒà-to]
(part. pass. di ammezzàre)
A agg.
Diviso a metà, dimezzato
‖ Lavoro ammezzato, fatto solo per metà
‖ Recipiente ammezzato, riempito o vuotato per metà
‖ Piano ammezzato, fra il pianterreno e il primo piano
B s.m.
Piano ammezzato.
Nel “Dizionario linguistico Moderno” si legge, invece:
«Participio passato del verbo ‘ammezzare’, vale ‘diviso a metà’; però ora molti lo usano erroneamente, come fanno i Lombardi, nel significato di ‘mezzanino’, che è la voce corretta (diminutivo di ‘mezzano’) per indicare quel piano di casa che sta tra due piani di altezza e importanza maggiori».
Inviato: dom, 22 apr 2012 17:23
di Marco1971
È naturalmente da preferire mezzanino: 21 occorrenze nel corpus BIZ[a], contro 8 di ammezzato – in questo senso –, una della Serao e sette di De Marchi, nello stesso romanzo, Arabella.
Forse mezzanino farà la stessa fine di acquaio, sostituito dal lombardo lavello?
Inviato: dom, 22 apr 2012 18:24
di u merlu rucà
Marco1971 ha scritto:Forse mezzanino farà la stessa fine di acquaio, sostituito dal lombardo lavello?
Perché lombardo? Lavello è genericamente settentrionale. Acquaio è un toscanismo. Personalmente, anche se in dialetto uso lavelu, parlando italiano dico lavandino.
«Lavandino» e «lavello»
Inviato: dom, 22 apr 2012 18:38
di Ferdinand Bardamu
u merlu rucà ha scritto:Personalmente, anche se in dialetto uso lavelu, parlando italiano dico lavandino.
Quindi usa
lavandino anche per indicare l'impianto dove si lavano le stoviglie? Io per chiamare questo in italiano dico talvolta
lavello talatra
secchiaio (italianizzazione del dialettale
seciàro).
Per l'impianto da bagno, invece, uso
lavandino.
Re: «Lavandino» e «lavello»
Inviato: dom, 22 apr 2012 18:44
di u merlu rucà
Il mio 'idioletto' prevede lavandino (dove si lavano le stoviglie) e lavabo (quello del bagno).
Inviato: dom, 22 apr 2012 18:51
di Marco1971
Riporto in anteprima la voce acquaio (che non è un toscanismo, il GRADIT la marca CO) del mio DiNo:
ACQUÀIO
È questo il nome tradizionale di quell’impianto dove si lavano le stoviglie. Concorre nell’uso attuale con lavello, d’origine settentrionale. Il lavandino, invece, nell’uso piú preciso, si riferisce alla vaschetta del bagno destinata alla pulizia personale.
ESEMPI «...io vi dico che ella è la invoglia e la bandinella attaccata presso a l’acquaio, ne la quale si ripongano i coltelli, i pezzi del pane e i tavogliolini che si levano di tavola, oltra che ci si sciuga le mani.» (Aretino, Dialogo); «...e per noi correvano e s’affaccendavano tutti quei camerieri in vestito nero, mentre essi erano costretti a rigovernarsi le gamelle all’acquaio, e a tender la mano in cucina, come mendicanti.» (De Amicis, Sull’Oceano); «Per undici giorni mi ha nascosto nella sua cucina, sotto l’acquaio.» (CS, 23.09.2004)
Inviato: dom, 22 apr 2012 19:05
di u merlu rucà
Marco1971 ha scritto:Riporto in anteprima la voce acquaio (che non è un toscanismo, il GRADIT la marca CO) del mio DiNo…
A parte i toscani, chi usa acquaio? Io non l'ho mai sentito se non da bocca toscana.
Inviato: dom, 22 apr 2012 19:18
di Ferdinand Bardamu
Grazie Marco dell'interessante anteprima. Comunque, concordo con merlu.
Acquaio è certamente italiano…
della piú bell'acqua 
, ma qui al Nord non si sente.
Inviato: dom, 22 apr 2012 19:28
di u merlu rucà
Neppure nell'Italia meridionale.
Inviato: dom, 22 apr 2012 20:36
di Marco1971
Ma sí, scordiamoci dell’antico
acquaio. Né mai piú si parli di
lavello, di
lavabo o di
lavandino, che sono solo sporca e stantía confusione. La parola moderna è
sink, e, per chi vuol esser precisino,
washbasin per il bagno. Prepariamoci.

Inviato: lun, 23 apr 2012 13:53
di Angeligna
Io (a Roma) dico lavandino e intendo sia quello del bagno che quello della cucina.
Vedo che il Treccani segnala questo uso e mi nasce una domanda di approfondimento: quando un dizionario registra un determinato uso di una parola, magari minore o raro, bisogna considerarlo acquisito e quindi tecnicamente corretto e utilizzabile?
Inviato: lun, 23 apr 2012 18:04
di Marco1971
Il Treccani dice, di
lavandino, che è l’impianto idraulico del bagno, e poi aggiunge:
...è usato talora anche, come sinon. di acquaio...
Quindi va tranquilla, anche se per me il lavandino è sempre stato quello del bagno, e ogni volta che lo sento pronunciare al posto dell’acquaio, non riesco a trattenere un sorriso.

Inviato: lun, 23 apr 2012 19:34
di SinoItaliano
Pur essendo io di Roma, il mio “idioletto” prevede
acquaio, perché mi hanno insegnato che si chiama cosí il lavandino da cucina. Anche se talvolta lo chiamo semplicemente
lavandino.
Resta il fatto che tale parola fa parte del lessico familiare/casalingo, quindi non mi capita molto spesso di adoperarla, visto che a casa mia non si parla italiano. (Per esempio, solo recentemente ho imparato una parola del lessico casalingo:
mocio 
)
Tornando al tema, ho dei vaghi ricordi del mio primo dizionario, lo Zingarelli del 1998 o '99, che, se non ricordo male, lo chiama
piano ammezzato.
Inviato: lun, 23 apr 2012 21:24
di Ferdinand Bardamu
SinoItaliano ha scritto:Per esempio, solo recentemente ho imparato una parola del lessico casalingo:
mocio
Beh, non deve sentirsi a disagio se non la conosceva, perché, per prima cosa, si tratta di un nome commerciale; in secondo luogo, non tutti usano questo parente prossimo della
redazza per pulire i pavimenti: molti preferiscono lo spazzolone e lo straccio (o, piú toscanamente,
cencio).