«Tax expenditures»

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Ferdinand Bardamu
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«Tax expenditures»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Era un po' di tempo – una settimana – che non sentivo nuovi anglicismi inutili. Ma ecco che un giornalone nazionale, prontamente, mi serve questo tax expenditures fresco fresco:

Tax expenditures: detrazioni ed esenzioni portano a una diminuzione del gettito per lo Stato, tutte da rivedere

Lasciando stare la sconnessione sintattica di questo sottotitolo, mi chiedo che informazioni aggiunga l'anglicismo. Se fossi un dietrologo, potrei quasi pensare che tax expenditures sia stato scelto per il richiamo alla spesa (spesa? tagliamo subito, zacchete!). Ma, giacché dietrologo non sono, credo si tratti dell'ennesima manifestazione del solito banalissimo provincialismo.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Da una prima occhiata in rete, l'ho trovato tradotto come spese fiscali o spese mediante imposte; a esser sincero devo dire che nessuno delle tre soluzione chiarisce bene la fumosità del concetto, ma se è per questo neanche le definizioni date.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Qui si dice che le tax expenditures altro non sono che «agevolazioni e le esenzioni fiscali». Nell'articolo a cui mi riferisco nel primo intervento, l'anglicismo è usato in sostituzione di deduzioni e detrazioni (grassetto mio):

Su incarico del precedente ministro dell'Economia (Giulio Tremonti), è stata fatta la «mappa» di quelle che il mondo anglosassone definisce tax expenditures, cioè le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per i cittadini e le imprese e che indirettamente portano a una diminuzione del gettito per lo Stato e dunque al conseguente aumento della spesa pubblica.

Ma, ammesso che l'anglicismo faccia capire di piú su cosa siano le esenzioni, deduzioni e detrazioni (a un ipotetico lettore che l'ignora), mi chiedo anche se sia lecito tracciare questo parallelo. Insomma: le tax expenditures sono in tutto e per tutto le esenzioni, detrazioni e deduzioni?
Ozioso
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Intervento di Ozioso »

Dalla definizione di expenditure dell'ODO, mi pare di capire che il significato possa semplicemente ridursi a «spesa» e che quindi, con l'aggiunta del modificatore tax, l'espressione assuma il significato di «spesa delle tasse», cioè dei soldi pagati dai contribuenti, cioè:
ODO ha scritto:the expenditure of taxpayers' money.
È una mera ipotesi, nient'altro. Giudicate voi.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Insomma: le tax expenditures sono in tutto e per tutto le esenzioni, detrazioni e deduzioni?
Coincidono con esse, ma mentre «esenzioni, detrazioni e deduzioni» sono viste dal lato del contribuente, come minori tasse, le tax expenditures sono viste dal lato dell'Erario, come minori incassi. A mio avviso si potrebbe tradurre maccheronicamente con «[maggior] "spesa" da detassazione», se non fosse un ossimoro: la spesa è una uscita, mentre la detassazione incide sulle entrate.
I concetti da focalizzare sono la "differenza", in termini di minor incasso - anche se nella tax expenditures viene visto come maggior spesa -, fra quanto incassato e quanto si sarebbe potuto incassare, e il fatto che ciò avviene agendo sulla tassazione; per la seconda parte direi che ci siamo («detassazione»), per la prima avete qualche idea?
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

Riporto da 'Teoria dell'imposta' di P. Bosi e M.C. Guerra, cap. 3 di Scienza delle finanze, a cura di P. Bosi, Il Mulino 2010 (blu tra parentesi quadre, sottolineature e grassettature mie):
Teoria dell'imposta (pp. 157-158) ha scritto: Le diminuzioni di gettito [fiscale] imputabili a previsioni legislative che permettono non solo deduzioni dal reddito imponibile e detrazioni di imposta, ma anche esclusioni, esenzioni, aliquote preferenziali o differimento dell'imposizione sono denominate tax expenditures (spese fiscali). Date le loro caratteristiche, e i fini per i quali sono disegnate, a esse viene quindi attribuita la natura di spese pubbliche, effettuate però tramite il sistema tributario. Sono la causa principale del fenomeno che abbiamo indicato come erosione della base imponibile.
Molte volte molti professori (come gli autori del testo) si cimentano anche in traduzioni di espressioni inglesi, ma poi a mio parere non si preoccupano abbastanza della questione linguistica (o pensano non si possa intervenire? Non gliel'ho mai chiesto), limitandosi a usarle come glossa o traduzione, vedi l'esempio sopra riportato.
La traduzione letterale di tax expenditures proposta nella citazione sopra mi sembra perfetta. Essendo spese pubbliche effettuate non 'aprendo i cordoni della borsa' ma 'stringendo quelli del gettito' si tratta di spese finanziate attraverso minori entrate per l'erario dal sistema fiscale: spese fiscali, appunto.
Ultima modifica di Modna in data mar, 10 lug 2012 11:19, modificato 2 volte in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

L'introduzione di questo tecnicismo – parlo di quello italiano, naturalmente – è dunque necessaria per far capire i tagli dello Stato, per il quale i mancati introiti sono, di fatto, spese.

Resta comunque un mistero questa pigrizia accademica (e, di riflesso, giornalistica), soprattutto quando il traducente è cosí semplice e ovvio.
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

Sottoscrivo parola per parola, caro Ferdinand. In questo caso l'espressione italiana è anche più breve e snella. ;)
Spero di no ma credo che, purtroppo, pigrizia faccia qui rima con disinteresse, e sia di per sé una spiegazione.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sí, disinteresse e subordinazione al mondo anglosassone, ben espresso in quest'«inchino» verbale: «quelle che il mondo anglosassone definisce tax expenditures» (nell'originale non c'è nessun corsivo, tra l'altro). C'è proprio bisogno di dire sempre all'inglese quel che si può dire in italiano?
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Se perdite fiscali non fosse già impiegato per la contabilizzazione delle perdite a bilancio, probabilmente sarebbe un traducente più appropriato trattandosi di 'minori entrate [fiscali]'; tuttavia in questo caso si potrebbe anche parlare di uscite fiscali come contraltare di entrate fiscali.
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

In realtà usare perdite fiscali non sarebbe appropriato, perché le perdite non sono intenzionali e rappresentano un guadagno preventivato in teoria ma mancato nei fatti. Qui si parla invece di spese intenzionali, già dal livello "teorico", che non possono classificarsi come perdite in senso economico (benché possano esserlo in italiano generico, in senso lato): trovo che spese fiscali renda meglio l'idea.
Faccio presente inoltre che in questo caso non dovrebbe rilevare il criterio contabilistico, ma quello fiscale, che ha un punto di vista sensibilmente differente.
Ripeto, dal punto di vista economico-fiscale (che non è strettamente contabilistico) non si può parlare di perdite fiscali, al massimo di riduzione di gettito fiscale; in economia perdita e riduzione non sono sinonimi, designano concetti diversi.
Più interessante la proposta di uscite fiscali, tuttavia spese fiscali mi sembra chiaro, ed è usato in letteratura: terrei quello.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Considerandola dal lato dell'Erario, una diminuzione del gettito fiscale dovuta a una riduzione della tassazione mi sembra comunque (anche) una perdita.
Ozioso
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Intervento di Ozioso »

Vi parrebbe cosí male uno spese detrattive, che —al contrario dell'anglicismo— specifica anche a quale scopo queste vengono effettuate?
Non pigra quies.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Le spese detrattive, che comunque si dicono detraibili, possono essere al massimo quelle che mi porto in detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Ozioso
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Intervento di Ozioso »

Ha ragione, almeno secondo il Treccani, il quale specifica che detrattivo si riferisce a cosa di cui la detrazione è scopo (o capacità) e non causa, come invece assume in spese detrattive, cioè spese [statali] causate da detrazioni fiscali.

Allora —azzardando un po'— vi pare accettabile spese detassative, che poi vorrebbe essere una soluzione equivalente a spese da detassazione ma piú snella, sebbene tassativo abbia assunto un altro significato.
Non pigra quies.
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