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«Mainstream»
Inviato: mar, 24 lug 2012 10:37
di Ferdinand Bardamu
La voce mainstream esiste già nella nostra lista. Aggiungo però un altro traducente che, di là dalle accidentali suggestioni leopardiane, mi sembra molto acconcio, massime per un certo velo di polemica: pensiero dominante.
Laddove, però, mainstream è applicato come aggettivo alla musica o allo spettacolo in genere, io suggerirei commerciale.
Inviato: mar, 24 lug 2012 12:17
di Ozioso
Piuttosto che pensiero dominante, a me parrebbe piú acconcio cultura dominante oppure, in contrapposizione con subcultura, si potrebbe formare supercultura, no?
Riguardo al significato aggettivale nell'ambiti citati, soprattutto in quello musicale, sono d'accordo su commerciale, o forse anche di massa?
Inviato: mar, 24 lug 2012 12:42
di Ferdinand Bardamu
Sí, l'importante è che si ponga l'accento sulla dominanza. Preferirei pensiero quando il forestierismo si applica a certi àmbiti particolari: es. «il mainstream economico» (=‹il pensiero economico dominante›).
Inviato: mar, 24 lug 2012 12:49
di Ozioso
Ora che m'ha sottoposto l'esempio, capisco come possa essere usata la sua proposta e la condivido per esempio nell'ambito citato. Supercultura, invece, le pare una formazione legittima, che potrebbe almeno trovar favore in sociologia e materie affini?
Inviato: mar, 24 lug 2012 13:01
di Ferdinand Bardamu
Non ho abbastanza conoscenze in àmbito sociologico per esprimermi; d'acchito le direi che sí, è una formazione legittima, anche se pare che, per indicare la cultura dominante, si usi semplicemente
cultura (cfr. «
Subculture», Enciclopedia delle Scienze Sociali: «Il concetto di subcultura presuppone necessariamente quello, antecedente e più comprensivo, di cultura»).
Inviato: mar, 24 lug 2012 13:25
di Ozioso
Sí, ma seguendo tale ragionamento, allora anche da apporre l'aggettivo dominante risulterebbe un pleonasmo, non trova? A me pare che si astragga in eccesso: l'uso enfatico non appartiene forse anche alla scienza, seppur in misura inferiore?
Inviato: mar, 24 lug 2012 13:45
di Ferdinand Bardamu
A rigor di logica, le darei ragione. Dovremmo però vedere che cosa intendono esattamente i sociologi con cultura: se questa comprendesse anche le varie subculture, allora il prefisso super- sarebbe effettivamente pleonastico.
Il vantaggio di usare l'aggettivo dominante è la punta di vena polemica che vi si avverte: una determinata cultura è la principale perché è riuscita a dominare (sottinteso: con la forza) le altre. Concentrandoci sull'impiego comune, quotidiano, questo concetto torna utile quando vogliamo evidenziare il contrasto tra il pensiero comunemente accettato e quello alternativo.
Re: «Mainstream»
Inviato: ven, 29 mag 2020 11:17
di Tecumseh
Riguardo all'impiego aggettivale, vi sottopongo due possibili esempi:
1. scene reali e esplicite di tortura, di morte, di sesso nella cinematografia mainstream;
2. notizie e opinioni censurate dall’inquisizione del politicamente corretto e dalla propaganda mainstream.
A me all'impronta sovviene per entrambi ufficiale, senza tuttavia escludere, rispettivamente, di massa e mass(i)mediatica.
Pertanto, indietro al sostantivo, vedrei molto bene anche pensiero ufficiale (— di massa) accanto all'ottimo pensiero dominante.
Re: «Mainstream»
Inviato: sab, 20 giu 2020 18:06
di Daphnókomos
Una cosa
mainstream è una cosa
commerciale,
popolare,
di massa,
di largo consumo,
di tendenza,
di moda,
in voga, una cosa
comune,
diffusa,
prevalente,
(pre)dominante,
tradizionale,
convenzionale,
ufficiale,
ortodossa...
Perché il
mainstream è il
filone principale, l'
opinione corrente, il
pensiero, la
cultura dominante, com'è stato detto sopra, la
tendenza dominante, il
sistema dominante.
Si veda il dizionario bilingue di
WordReference e quello di
Fernando Picchi.
Re: «Mainstream»
Inviato: mar, 08 set 2020 11:49
di filfil
Proporrei laticultura, al fine di evidenziare l'accezione di larga diffusione. Temo che supercultura induca facilmente a paradossali fraintendimenti, ovvero che venga recepita con accezioni di superiorità qualitativa o etica.
Re: «Mainstream»
Inviato: mar, 08 set 2020 12:54
di G. M.
filfil ha scritto: mar, 08 set 2020 11:49
Proporrei
laticultura, al fine di evidenziare l'accezione di larga diffusione. Temo che
supercultura induca facilmente a paradossali fraintendimenti, ovvero che venga recepita con accezioni di superiorità qualitativa o etica.
Interessante.

Mi piace quest'uso di
lati-.
Re: «Mainstream»
Inviato: mer, 16 set 2020 11:13
di domna charola
Nel ricco intervento di Daphnòkomos (spero di aver scritto giusto… ma non c'è l'obbligo di nomi fonotatticamente italiani?!..

) ritrovo un mio dubbio di fondo che periodicamente riemerge: ma non è solo frutto della pigrizia mentale del professionista della penna e del parlante comune questa mania di usare un unico termine-marchio per indicare tutta una sfilza di sinonimi italiani che proprio sinonimi non sono, ma che troverebbero giusta collocazione tutti, a seconda della sfumatura del discorso?
E altrettanto dicasi per la pretesa di un traducente unico, da parte di chi così giustifica il suo abuso dei forestierismi in voga.
Il cervello pensa in gran parte nella lingua in cui ha iniziato a pensare, quindi trova naturale raggruppare una serie di sinonimi attorno a un medesimo concetto, raggruppamento che può non coincidere in altre lingue, per motivi culturali o altro. Il concetto-padre, a sua volta, non è pensabile in sé, ma tende ad articolarsi nella serie di espressioni/sfumature che la lingua madre prevede; è una sorta di astrazione, che può calzare in alcuni casi, in molti essere troppo fredda, ma che talora può andare bene perché facilmente riconoscibile senza sofismi e senza troppe fatiche (il caso, quest'ultimo, della comunicazione di massa).
Non so se riesco a spiegarmi: un unico cassetto, comodo e facile - mainstream / pensiero dominante - per riunire una selva di possibili traducenti, tutti altrettanto validi, tutti che trovano buon impiego ciascuno nel suo specifico contesto. Ma in una lingua che non si riduca al tarzanitaliano, nessuno precisamente equivalente all'altro, ognuno con la sua sfumatura di significato.
La lotta non è secondo me contro il singolo forestierismo, opponendovi un traducente forzato, ma nel riappropriarci della complessità - e della bellezza - di una comunicazione verbale che vanta ormai millenni di evoluzione… (e qui siamo nella pura utopia… chiedo venia, ma almeno all'inizio di un nuovo anno lavorativo, lasciatemi sperare).
Re: «Mainstream»
Inviato: mer, 16 set 2020 13:12
di DON FERRANTE
Giuro, non riesco a farmeli uscire di bocca questi anglicismi. Spesso nemmeno so cosa significhino tanta è la repulsione che ne ho.
Da quanto ne ho capito, sarebbe la "linea di pensiero dominante" in quanto ha fatto pure presa sul popolo?
Re: «Mainstream»
Inviato: mer, 16 set 2020 14:40
di G.B.
DON FERRANTE ha scritto: mer, 16 set 2020 13:12
Da quanto ne ho capito, sarebbe la "linea di pensiero dominante" in quanto ha fatto pure presa sul popolo?
Riporto da
qui:
Il mainstream è quella corrente dominante di convinzioni culturali, valori e comportamenti che si pone alla base delle altre correnti di opinione sino a comprenderle tutte. Tale corrente dominante non rappresenta semplicemente la somma delle altre: si tratta piuttosto di una corrente principale, relativamente stabile ma non statica, che rappresenta le dimensioni più ampie e comuni di significati e affermazioni condivisi.
Apporto il mio contributo proponendo
omodossia,
omodosso.
Proposta audace, lo so.

Ho visto, però, che
qualcuno ha già osato (non soffermarsi sul titolo).
Una trovata piú «stilistica» rispetto a
corrente principale potrebbe essere una risemantizzazione di
correntone (
il c. economico,
il correntone scientifico...).
Re: «Mainstream»
Inviato: mer, 16 set 2020 19:18
di DON FERRANTE
Così sembra quasi un atto di forza involontario questa "dominanza". Con un prefissoide "archi-" o "arche-"? Archiflusso, archidèa, archidòmma, archicultura...