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Sberate

Inviato: lun, 20 ago 2012 16:47
di Zabob
Nel testo di una passacaglia del '600 si trova la seguente quartina:
Non vaglion sberate,
minarie, bravate
che caglia l'ardire,
bisogna morire.
Suppongo che minarie=minacce e che "caglia" sia il congiuntivo presente di calere. Che saranno, invece, le sberate? Bevute smodate?

Inviato: lun, 20 ago 2012 18:15
di u merlu rucà
Nel dialetto pratese sberare significa urlare, minacciare, quindi sberate dovrebbe significare urla, minacce. Poiché gioco 'fuori casa', chiedo conferma agli amici toscani. Ho trovato anche una traduzione francese della Passacaglia e sberate viene reso con jérémiades, cioè lamenti (con evidente riferimento, credo, alle Lamentationes Jeremiae Prophetae).

Inviato: lun, 20 ago 2012 18:44
di Marco1971
Io conosco sberciare, ma non sberare...

Inviato: lun, 20 ago 2012 18:48
di Zabob
Uhm... manoscritto mal trascritto?

Inviato: lun, 20 ago 2012 18:54
di Brazilian dude
Nel dialetto pratese sberare significa urlare,
Interessante. In portoghese si dice berrar e in spagnolo berrar o berrear.

Inviato: lun, 20 ago 2012 19:30
di u merlu rucà
Brazilian dude ha scritto:
Nel dialetto pratese sberare significa urlare,
Interessante. In portoghese si dice berrar e in spagnolo berrar o berrear.
Nel mio dialetto ligure non esiste il verbo, ma c'è il sostantivo beru 'grido'.
Si tratta, probabilmente, di voci onomatopeiche.

Inviato: lun, 20 ago 2012 19:34
di Zabob
Ritengo interessante nel testo la presenza di forme aferetiche di "questo": 'sto colpo, 'sto nodo. Non pensavo fossero già attestate, e comunque credo ne rivelino una genitura popolare.

Inviato: lun, 20 ago 2012 19:59
di Fausto Raso
u merlu rucà ha scritto:Nel dialetto pratese sberare significa urlare, minacciare, quindi sberate dovrebbe significare urla, minacce.
Una ricerca con Google sembra darle ragione:
Prato e Provinciareocities.com/MotorCity/Flats/3225/vocabo.htmlCondividi
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Sberare: urlare, minacciare. Tarabaralla: su per giù. Tiritomboli: ruzzoloni. Si dice "Andare a tiritomboli". Uzzolo: voglia, desiderio. Veggio: scaldino.
Grassetto mio.

Inviato: lun, 20 ago 2012 20:45
di u merlu rucà
L'autore della passacaglia è nato e morto a Roma, se non erro. E' curioso che abbia usato una forma vernacolare toscana molto particolare, non precisamente fiorentina.

Inviato: lun, 20 ago 2012 21:07
di Zabob
u merlu rucà ha scritto:L'autore della passacaglia è nato e morto a Roma, se non erro. E' curioso che abbia usato una forma vernacolare toscana molto particolare, non precisamente fiorentina.
Stefano Landi è l'autore della musica. È poco probabile che abbia scritto anche il testo.

Inviato: lun, 20 ago 2012 22:21
di u merlu rucà
Navigando nella rete, ho notato che vi sono versioni testuali abbastanza diverse.

Inviato: lun, 20 ago 2012 22:29
di Zabob
u merlu rucà ha scritto:Navigando nella rete, ho notato che vi sono versioni testuali abbastanza diverse.
Per quanto oscura, ritengo più attendibile la versione da me citata; l'altra («Non voglion sperate / in arie bravate. / Che taglia da dire / bisogna morire. / Lustrina che giova...») mi sembra inattendibile e ancor meno comprensibile. "Lustrina che giova"? ma andiamo!

Re: Sberate

Inviato: mer, 12 gen 2022 21:12
di brg
Buongiorno, ho trovato una versione digitalizzata del libro da cui è stato trascritto il brano: https://opac.kbr.be/Library/doc/SYRACUS ... ?_lg=fr-BE

Com'era intuibile, "minarie" è un errore di lettura per "minatie", quindi minatia per minaccia.

A mio avviso "caglia" è semplicemente l'indicativo presente di cagliare, sebbene qui usato impropriamente in forma transitiva. In pratica interpreto la frase come: non valgono le bravate alle quali l'ardire "dà consistenza" (caglia). L'immagine del latte che si addensa e solidifica per mezzo del caglio doveva essere piuttosto comune nel '600.

Quanto alle "sberate", non ho la minima idea di che cosa possano essere.

*Modifica: sono giunto alla conclusione che il fantomatico verbo "sberare" sia nient'altro che "esuberare" sotto mentite spoglie.