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«Provenire a»?
Inviato: gio, 30 ago 2012 12:16
di Andrea Russo
Alla voce «dittologia» dell'Enciclopedia Dantesca in linea (accessibile dal sito dell'
Enciclopedia Treccani) si legge:
«L'uso frequente di esprimere dei concetti per mezzo di coppie di sinonimi o di vocaboli i cui significati s'integrano
proviene a D[ante] da uno stilema diffuso nelle letterature romanze, una specie di iterazione sinonimica, che non trova però riscontro nella trattatistica antica e medievale» (grassetto mio).
Quel
proviene a non lo capisco granché. Sul Treccani in linea si trovano solo esempi con
da – e cosí anche in altri dizionari– che hanno però un valore diverso.
Qualcuno sa dirmi se si tratta d'un errore o se effettivamente
provenire a è attestato (evidentemente in contesti letterari o antichi)?
Inviato: gio, 30 ago 2012 12:29
di Marco1971
È una costruzione regolare, caro Andrea, col complemento di termine, come quando si dice Non so donde gli venga tutta quell’energia (= ‘venga a lui’). Un esempio di Pirandello:
La paura che egli aveva del bujo della notte gli proveniva da quella volta che il figlio di zi’ Scarda, già suo padrone, aveva avuto il ventre e il petto squarciati dallo scoppio della mina, e zi’ Scarda stesso era stato preso in un occhio. (Dal naso al cielo, «Ciàula scopre la luna»)
P.S. Sposto nella sezione Sintassi.
Inviato: gio, 30 ago 2012 14:35
di Andrea Russo
La ringrazio della risposta!

Ormai m'ero fissato con la mia interpretazione e non ne uscivo piú!
A ogni modo continuo a pensare che la frase, impostata in questo modo, non sia delle migliori.
Inviato: gio, 30 ago 2012 22:46
di Marco1971
È forse una questione di abitudine, perché davvero la frase da lei citata a me pare impeccabile. Ecco altri due esempi, pescati in Google Libri (do solo la data):
Faccia loro praticamente osservare quanto bene risulta da questa vicendevole condiscendenza, e reciprocità di uffizj, e quanto male proviene a ciascheduno dall’urtare gli uni contro gli altri. (1821)
La lettera che proviene a Lei da Sua Maestà il Re, ecco ve la mando; però Sua Maestà mi ha detto di fare amicizia con Baldissera. (1897)
Inviato: gio, 30 ago 2012 23:15
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:È forse una questione di abitudine
Probabile!
Grazie di nuovo per le risposte e gli esempi. Perlomeno adesso mi risulta piú normale...
Ma non è che c'è una forma piú comune che ha finito per "soppiantare" (o comunque ridurre) l'occorrenza di
provenire a?
Inviato: gio, 30 ago 2012 23:24
di Marco1971
Direi il semplice
venire:
...quanto male viene a ognuno...
La lettera che viene a Lei da... / La lettera che Le viene da...
Poi, caso per caso, ci saranno verbi sostitutivi piú acconci. Ma ribadisco che
provenire a... da... è italiano perfetto.

Inviato: ven, 31 ago 2012 15:17
di Andrea Russo
Perfetto!
Comunque non metto in dubbio che sia italiano perfetto, ci mancherebbe: dico solo che non è una costruzione che uso e/o sento tutt'i giorni.