Pagina 1 di 2
«Coach», «coaching» e «coachee»
Inviato: mar, 11 set 2012 21:30
di Marco1971
In ambito sportivo, credo che bastino
l’allenatore, l’allenamento e
l’allenato. Per quanto riguarda invece la persona che aiuta, consiglia affinché ci si perfezioni nella propria professione, ecc., che cosa si può proporre?
Formatore e
formazione possono andar bene, ma per la persona che viene formata?
Il formato ce lo vedo male... Seguendo ciò che si dice nell’ultimo paragrafo di
questo sito ufficiale francese, mi sembrerebbe acconcia la famiglia di termini
accompagnante (forse meglio di
accompagnatore),
accompagnamento e
accompagnato.
Reazioni? Suggerimenti?
Inviato: mar, 11 set 2012 23:32
di PersOnLine
Istruttore non va bene? Oggi si fa un gran parlare di vocal coach - che qualcuno mi dovrebbe spiegare in che cosa si differenzia dal maestro di canto -, ma istruttore di canto non mi par male.
Inviato: mer, 12 set 2012 0:20
di Marco1971
Istruttore va bene, ma che cosa se ne deriva? L’istruito e l’istruzione? Non mi paiono calzanti. Che ne pensano gli altri?
Inviato: mer, 12 set 2012 11:13
di Infarinato
Che forse non è proprio necessario avere una serie uniforme…

Ci sono anche
mentore e [potenzialmente]
mentorato,
tutore e
tutorato: a seconda della teoria pedagogico-formativa considerata, non sono esatti sinonimi, ma le distinzioni sono spesso bizantine.
Ricordiamoci inoltre che, in àmbito formativo, il termine
coaching [in inglese] si richiama esplicitamente al concetto sportivo, quindi anche [la serie di]
allenamento non disdirebbe…
Inviato: mer, 12 set 2012 11:41
di Ferdinand Bardamu
Concordo con Infarinato: scervellarsi per trovare una serie appartenente alla stessa famiglia di vocaboli è fatica sprecata, perché non se ne verrà a capo facilmente. Per quanto riguarda coachee, mi vengono in mente tirocinante, discente, allievo, secondo i casi specifici. Che ne dite?
Inviato: mer, 12 set 2012 13:05
di Andrea Russo
In effetti si potrebbe ampliare l'estensione di significato di allenamento, allenatore e allenato, anche se all'inizio molti storcerebbero il naso.
Tra le proposte di Ferdinand sceglierei allievo, ovvero un termine che è – secondo me – piú generico; per quanto riguarda gli altri, discente mi pare troppo formale da poter essere usato quotidianamente, e tirocinante lo associo in modo esclusivo all'àmbito universitario.
Inviato: mer, 12 set 2012 22:35
di Marco1971
Vediamo da
questo dizionario etimologico che l’origine di
coach è il francese
coche, ossia
cocchio. La metafora è quella di colui che conduce qualcuno al successo:
coach […] Meaning “instructor/trainer” is c.1830 Oxford University slang for a tutor who “carries” a student through an exam; athletic sense is 1861. The verb is from 1610s, “to convey in a coach;” meaning “to prepare (someone) for an exam” is from 1849. Related: Coached; coaching.
In questo senso mi pareva che
accompagnare non fosse male e desse l’idea d’un percorso da fare in compagnia di chi è in grado di far progredire.
Naturalmente si potrebbe estendere la famiglia di
allenare a tutti i contesti, ma con quanto successo non so.
Infine, è verissimo che non è necessario che si traduca
coachee con un nome della stessa famiglia del verbo, ecc. Ma io credo che, di fronte a un pubblico indolente e di non estrema sagacia, sia difficile, se non impossibile, estromettere
coach e derivati senza una equivalente serie corradicale.
Inviato: gio, 13 set 2012 9:24
di domna charola
Accompagnatore e accompagnamento secondo me sono quelli più vicini all'uso (e abuso) che se ne fa attualmente. La sfumatura che il vocabolo assume da noi (e per il quale avrebbe senso l'esistenza, cioè: ha senso che ci sia un termine specifico italiano) si estende oltre un generico "insegnante" o "allenatore" o "formatore", comprendendo una figura più "personalizzata", che segue il singolo con indicazioni "tagliate su misura"... non dico che sia questo l'originario significato, però ormai viene usato anche in questo senso.
Però è anche vero che è difficile fare sempre una e una sola traduzione letterale che vada bene per tutto (motivo per cui i traduttori automatici generano testi che spesso fanno ridere). Intendo dire che lo stesso termine è usato in ambiti diversi, e copre attualmente vari significati.
Tornare all'italiano diventa quindi non un mero esercizio di corrispondenze lessicali, bensì un recupero dei singoli significati, e quindi delle singole serie di traducenti, adatti ad ogni situazione.
Tanto per fare un esempio: nell'improvvisazione teatrale il coach e il coaching non né istruttore né allenatore né accompagnatore: è quello che dirige l'attività della squadra coordinando le idee e soprattutto facendo emergere le potenzialità individuali, che verranno spese immediatamente dopo, nella gara o nello spettacolo.
E forse siamo molto più vicini all'origine e al significato del termine di quanto non faccia supporre il suo attuale abuso nell'itanglese.
"Coaching" è in definitiva un metodo per sviluppare le potenzialità dell'individuo, e si applica primariamente alla "vita" nel suo complesso. Ovvero, ti faccio fare attività sportive, ludiche, percorsi psicologici, attività creative, non per fare di te un campione o un artista, bensì per abituarti a cogliere tutte le tue potenzialità e buttarle sul tavolo di gioco in qualsiasi momento (sul lavoro, nella vita in generale), avendo "il coraggio" di farlo, cioè la capacità di credere in te stesso.
In questo senso viene utilizzato ad esempio nelle aziende, e "fare coaching" ai dipendenti può anche voler dire fargli fare un corso di scrittura creativa, oppure un fine settimana in una baita sperduta ad arrangiarsi con gi imprevisti dell'accensione del fuoco, del clima, dell'approvvigionamento di acqua e viveri, appunto per "forgiare" la loro capacità di reazione e di risposta propositiva in situazioni impreviste.
Ecco, forse "forgiatore" è il termine che si avvicina di più.
Però la persona che fa un percorso di coaching non può essere indicata in italiano con un participio perfetto, perché proprio l'idea di perficere esula dallo spirito del coaching.
Si tratta di un'attività di sviluppo, e lo sviluppo è il suo fulcro: lo sviluppo è movimento dinamico, è apertura verso il nuovo. In definitiva, un percorso di coaching non ha una punto di arrivo.
Pensarsi "formato" significa chiudere il discorso, ovvero rifiutare la possibilità di poter avere nuovi approcci, nuove soluzioni, nuove aperture in futuro. Il cambiamento è il presupposto di tutta l'attività: si allena il singolo individuo a conoscere ed utilizzare tutte le sue potenzialità per affrontare cambiamenti trasformandosi per rispondere positivamente ad essi.
In una parola, si allena la persona, individualmente, a pensarsi come costantemente "in formazione", costantemente sollecitata da situazioni nuove a cui dare nuove risposte... insomma "nuotare in acqua fonda", non semplicemente "arrivare a terra" bensì "stare a galla" con qualsiasi mare.
Che poi essendo un termine inglese venga percepito come più alla moda per sostituire molti altri termini, è il solito problema dei parlanti italiani, che finiscono per usarlo a sproposito per indicare insegnanti, istruttori, allenatori e chi più ne ha più ne metta...
Inviato: gio, 13 set 2012 10:52
di Ferdinand Bardamu
Mi è sovvenuta una possibile famiglia di vocaboli che può fare al caso nostro:
affiancatore,
affiancamento e
affiancato.
Affiancamento è proposto come traduzione di
coaching anche
qui.
Inviato: gio, 13 set 2012 12:37
di Marco1971
Propongo
potenziamento, potenziatore e
cliente (quest’ultimo già nell’uso). Proviamo a riscrivere questo:
La Scuola Italiana di Life & Corporate Coaching nasce con diversi obiettivi.
1. Formare Coach Professionisti con un alto livello di eccellenza e competenza, capaci di essere straordinarie risorse per i propri clienti.
A tal fine:
- organizza corsi di coaching post-lauream per diventare coach professionisti certificati secondo le leggi vigenti in Italia...
Versione italiana:
La Scuola Italiana di Potenziamento Aziendale & Vitale nasce con diversi obiettivi.
1. Formare Potenziatori Professionisti con un alto livello di eccellenza e competenza, capaci di essere straordinarie risorse per i propri clienti.
A tal fine:
- organizza corsi di potenziamento post-lauream per diventare potenziatori professionisti certificati secondo le leggi vigenti in Italia...
Non funziona?

Inviato: gio, 13 set 2012 16:20
di Andrea Russo
A me garbano
potenziamento e
potenziatore.
Sono trasparenti dal punto di vista semantico molto piú di
accompagnatore e
accompagnamento.
Inviato: gio, 13 set 2012 21:26
di PersOnLine
Ho l'impressione che non sia possibile trovare un traducente universale per coach - il cui significato è anche difficile da afferrare, in italiano -, ma, a seconda del contesto, esiste già un valido traducente tra: allenatore, preparatore, istruttore, insegnante, ecc.
Inviato: gio, 13 set 2012 22:00
di Marco1971
Certo, e questo succede con moltissime parole: wood copre le aree semantiche che in italiano si esprimono con legno, legna e bosco. E viceversa, una sola parola italiana può corrispondere a diversi termini inglesi.
A sostegno della proposta potenziamento in àmbito aziendale, riporto questa definizione del Battaglia (sott. mie):
Potenziare Rendere piú potente, accrescere la capacità o l’attitudine, conferire forza, valore o importanza maggiore; sviluppare (anche in senso intellettuale o morale). – Anche con riferimento a un soggetto inanimato.
Inviato: dom, 23 feb 2014 15:17
di Andrea Russo
Non mi chiedete che cosa fa di preciso perché non lo so e non lo voglio neanche sapere.
Però non capisco la necessità di parlare di
mental coach(ing). È attestato anche
allenatore mentale, che non si sa ugualmente che che cosa sia, ma perlomeno è italiano.
Inviato: dom, 23 feb 2014 16:54
di valerio_vanni
Andrea Russo ha scritto:È attestato anche allenatore mentale, che non si sa ugualmente che che cosa sia, ma perlomeno è italiano.
Un colpo secco all'inconscio!
http://www.youtube.com/watch?v=X03Li52vK1o (A partire da 03:25, ma anche il resto non è male

)