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«Cionnonostante», non «ciononostante»

Inviato: lun, 24 set 2012 13:08
di Infarinato
Se n’è già parlato di sfuggita a piú riprese in questa piazza, ma, siccome giornalisti e correttori ortografici continuano imperterriti a prediligere la forma con la scempia (che non rende debito conto del raddoppiamento fonosintattico), sarà bene richiamare l’inequivocabile posizione del DOP al riguardo. :)

Inviato: lun, 24 set 2012 13:39
di Ferdinand Bardamu
Ahimè, è un’inesattezza dura a morire tra i giornalisti: tempo fa, in un articolo, mi è stato corretto un cionnonostante, perché errato (!).

Inviato: lun, 24 set 2012 18:40
di PersOnLine
Io continuo a preferire la forma sciolta.

Inviato: lun, 24 set 2012 20:33
di Fausto Raso
C'è da registrare, in proposito, la posizione del "Treccani", ritenuto un "vocabolario che fa testo", come suol dirsi. Il "Treccani", dunque, attesta ciononostante come prima occorrenza. Coloro che lo consultano non scriveranno mai, quindi, cionnonostante, anche se grafia "piú corretta".

Inviato: lun, 24 set 2012 21:55
di PersOnLine
Lascia perplessi anche il punto in cui scrivono:
Treccani ha scritto:Grafia unita, meno com., per ciò non ostante :shock:
Semmai per ciò nonostante: non ostante è ormai grafia antiquata.

Inviato: lun, 24 set 2012 22:20
di Carnby
PersOnLine ha scritto:Semmai per ciò nonostante: non ostante è ormai grafia antiquata.
Concordo.

Inviato: lun, 24 set 2012 23:31
di Andrea Russo
Fausto Raso ha scritto:C'è da registrare, in proposito, la posizione del "Treccani", ritenuto un "vocabolario che fa testo", come suol dirsi. Il "Treccani", dunque, attesta ciononostante come prima occorrenza. Coloro che lo consultano non scriveranno mai, quindi, cionnonostante, anche se grafia "piú corretta".
Non è detto, giacché – seppur venga glossata come «rara» – la forma cionnonostante è segnalata come «piú corretta».

A ogni modo, anche il DOP riporta, come grafie staccate, sia ciò nonostante sia ciò non ostante...

Inviato: mar, 25 set 2012 9:11
di Carnby
Fausto Raso ha scritto:C'è da registrare, in proposito, la posizione del "Treccani", ritenuto un "vocabolario che fa testo", come suol dirsi.
E non è vero (almeno non del tutto). :wink:

Inviato: mar, 16 ott 2012 8:01
di SinoItaliano
PersOnLine ha scritto:Io continuo a preferire la forma sciolta.
Anch'io. :)

Inviato: ven, 27 giu 2014 14:51
di Zabob
Dovrebbe valere lo stesso per cionnondimeno. Lo Zingarelli riporta come "raro" cionnonostante mentre mette a lemma solo cionondimeno, il DOP al contrario esclude la forma scempia mentre dà un rinvio cionnondimeno → ciò nondimeno, il Treccani indica "più corretto ma raro" entrambe le forme con la doppia -nn-.

Inviato: mer, 09 lug 2014 17:41
di Ferdinand Bardamu
Andrea Russo ha scritto:
Fausto Raso ha scritto:C'è da registrare, in proposito, la posizione del "Treccani", ritenuto un "vocabolario che fa testo", come suol dirsi. Il "Treccani", dunque, attesta ciononostante come prima occorrenza. Coloro che lo consultano non scriveranno mai, quindi, cionnonostante, anche se grafia "piú corretta".
Non è detto, giacché – seppur venga glossata come «rara» – la forma cionnonostante è segnalata come «piú corretta».
Segnalo che la Grammatica italiana del Treccani dà come corretta qualunque grafia, univerbata o no, con o senza cogeminazione. :roll:

Inviato: mer, 09 lug 2014 17:58
di Scilens
E io concordo. Anche la forma ciononostante viene letta nella medesima maniera.

Inviato: mer, 09 lug 2014 20:07
di Novizio
La forma cionnonostante − se ho ben capíto − va preferita in base a un maggior rispetto delle norme fonotattiche dell’italiano. Ma, fino a che punto è lecito battersi per la forma piú coerente? (Nessuno oggi rivendica gielo al posto del meno coerente (?) gelo).
C’è qualcosa che non mi torna. I lessicografi e i grammatici cominciano a preferire nelle loro opere le forme scempie, e questo − molto probabilmente − perché l’uso cosí ha deciso. Ma se per qualche strano motivo, a un certo punto, le occorrenze di polta (con «ò») al posto di porta, sia nello scritto sia nel parlato, (ipotizzando un’irragionevole diffusione dell’ipercorrettismo livornese), aumentassero a dismisura, dubito che i lessicografi, o chi per loro, comincerebbero a prender nota per la loro prossima edizione del dizionario. Quel che vi chiedo è questo: quali sono le leggi che regolano la grafia? E perché alcune forme possono permettersi di cambiare piú facilmente di altre?


AGGIUNTA
Notate le inverse tendenze: prima (digitate comechè) & dopo.

Inviato: ven, 11 lug 2014 10:06
di Andrea Russo
Di recente in diversi romanzi tradotti dall'inglese ho trovato sempre ciononostante. Traduttori, revisori e correttori di bozze... nessuno ormai ci fa caso? :roll:

Inviato: ven, 11 lug 2014 12:13
di Novizio
Andrea Russo ha scritto:Di recente in diversi romanzi tradotti dall'inglese ho trovato sempre ciononostante. Traduttori, revisori e correttori di bozze... nessuno ormai ci fa caso? :roll:
Finché son romanzi… Tu quoque, Iulie.