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«Photo opportunity» o «photo call»

Inviato: ven, 28 set 2012 16:06
di Ferdinand Bardamu
Per photo opportunity o photo call s'intende ‹an occasion on which famous people pose for photographers by arrangement› [un momento preaccordato in cui persone famose si mettono in posa per i fotografi] (Oxford Dictionary). I traducenti che suggerirei sono fotoccasione o fotomomento: sono consapevole che il prefissoide foto- non significa affatto ‹relativo alla fotografia›, ma non credo ci sia nulla che vieti un'estensione semantica.

Re: «Photo opportunity» o «photo call»

Inviato: ven, 28 set 2012 16:51
di Freelancer
Ferdinand Bardamu ha scritto:[...] il prefissoide foto- non significa affatto ‹relativo alla fotografia›{...]
Come no! Dal Devoto-Oli:
foto-1 ~ Primo elemento di composti formati modernamente, col sign. di 'luce'. [Dal gr. phôs phótós 'luce'].
foto-2 ~ Primo elemento di composti formati modernamente, col sign. di 'fotografia'. [Abbr. di foto(grafia)].

Fotocamera, fotocomposizione, fotocopia, fotocronaca,...

Inviato: ven, 28 set 2012 17:02
di igrino
Spaziofoto?
Spazio-qualcosa l'ho già sentito usato per indicare un particolare momento all'interno di un evento: ad esempio, all'interno di un telegiornale lo spazio-motori o spazio-cucina indicano delle rubriche dedicate a questi specifici argomenti...

Re: «Photo opportunity» o «photo call»

Inviato: ven, 28 set 2012 17:07
di Ferdinand Bardamu
Freelancer ha scritto:Come no! Dal Devoto-Oli:
foto-1 ~ Primo elemento di composti formati modernamente, col sign. di 'luce'. [Dal gr. phôs phótós 'luce'].
foto-2 ~ Primo elemento di composti formati modernamente, col sign. di 'fotografia'.[Abbr. di foto(grafia)].

Fotocamera, fotocomposizione, fotocopia, fotocronaca,...

Ha ragione! Che tòpica clamorosa! Vi domando scusa. :oops:

Inviato: ven, 28 set 2012 17:16
di Freelancer
Il Ragazzini 2010 propone, per photocall (a cui rimanda da photo opportunity): "posa per una foto di gruppo" (di celebrità dello spettacolo, ecc.) (che è la traduzione corretta e sintetica - mi scusi Ferdinand, ma people = persone, non una persona - della definizione inglese) e in effetti Google dà oltre 40.000 risultati.

Tanto per dire, come faccio spesso, che secondo me non occorre inventarsi nessun traducente, esiste già in italiano il modo appropriato di dirlo. Se però si comincia con i discorsi che dobbiamo essere più brevi ecc. ecc., alzo le mani...
:-)

Inviato: ven, 28 set 2012 17:35
di Ferdinand Bardamu
Freelancer ha scritto:… mi scusi Ferdinand, ma people = persone, non una persona - della definizione inglese
Non si preoccupi; questo però non è un errore, perché ho scelto consapevolmente di tradurre people con persona. Ma dice bene: era meglio tenere persone perché la foto può comprendere anche due o piú famosi. Correggo.
Freelancer ha scritto:Tanto per dire, come faccio spesso, che secondo me non occorre inventarsi nessun traducente, esiste già in italiano il modo appropriato di dirlo. Se però si comincia con i discorsi che dobbiamo essere più brevi ecc. ecc., alzo le mani...
:-)
Be’, la brevità è, per cosí dire, imposta da chi preferisce ingleseggiare a oltranza. Son d’accordo che non dobbiamo per forza sottostare alla loro tirannia; tuttavia, è giusto mostrare che, volendo, si può esser brevi anche noi, senza contare, poi, che in alcuni casi (redazione di titoli, sottotitoli, didascalie) chi si dilunga è perduto. :)

Inviato: ven, 28 set 2012 17:59
di Freelancer
Ferdinand Bardamu ha scritto: [...]Be’, la brevità è, per cosí dire, imposta da chi preferisce ingleseggiare a oltranza. Son d’accordo che non dobbiamo per forza sottostare alla loro tirannia; tuttavia, è giusto mostrare che, volendo, si può esser brevi anche noi, senza contare, poi, che in alcuni casi (redazione di titoli, sottotitoli, didascalie) chi si dilunga è perduto. :)
Direi quindi che non bisognerebbe cadere nella trappola di chi, preferendo ingleseggiare a oltranza, spinge ad arrampicarsi sugli specchi per riprodurre passivamente (detto senza intenzione di offendere, beniteso).

Anche noi possiamo essere brevi, pensi un attimo al farsi solecchio da lei menzionato qualche giorno fa, laddove un inglese è costretto a dire "I shielded my eyes with my hand". Forse esistono persone che per complesso di inferiorità o che altro direbbero "perché non ci inventiamo un'espressione più breve come quella degli italiani"?, ma la stragrande maggioranza continuerà a usare il materiale a loro disposizione.

Ora, so che i tentativi onomaturgici rappresentano un gioco tipico in questo forum e lo accetto in uno spirito di colleganza tra persone che detestano l'abuso dell'inglese, anziché oppormi a tutto spiano come facevo all'inizio della mia frequentazione :-), però ci tengo a ribadire che secondo me, quando si vede un termine inglese adoperato troppo spesso, sarebbe più utile tentare di far vedere che l'italiano ha già (se ce l'ha) la soluzione e di invogliare a usarla.

Se qualche volta ci sarà veramente, assolutamente un problema di brevità, qualcosa si potrà sempre fare con una soluzione ad hoc.

Inviato: ven, 28 set 2012 18:18
di Ferdinand Bardamu
Lei mi trova del tutto d’accordo: sottoscrivo tutte le sue obbiezioni. Infatti l’influenza «abbreviante» dell’inglese cacciata dalla porta col forestierismo crudo, rischia di rientrare dalla finestra con certi calchi semantici.

Laddove non si senta il bisogno di brevità, io impiegherei senz’altro il traducente pienamente italiano. Però ci sono casi, come quelli che ho citato su, in cui l’espressione piú genuinamente italiana è troppo lunga, perciò occorre trovare un’alternativa, se non ci si vuole arrendere all’anglicismo. Qui usare un calco semantico, per quanto poco elegante, non mi parrebbe un’eresia.

Capisco però il suo punto: prima di ricorrere all’estremo rimedio dell’onomaturgia, dobbiamo constatare l’effettiva assenza di risorse dell’italiano. E anche qui sono con lei. :)

Inviato: ven, 28 set 2012 18:37
di PersOnLine
Insomma, è una banale foto di gruppo o posa di gruppo?