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excitement

Inviato: dom, 02 lug 2006 11:36
di Incarcato
Riporto dal Corriere (grassetto mio):
S'è visto che più soldi vuol dire più ansia, a dire il vero anche più excitement (sarebbe più eccitazione, ma il termine giusto in italiano non c'è), ma non più felicità. Non solo, più hai, più pensi di poter fare o desideri fare, ma non è che questo renda più felici. Spesso chi ha più soldi lotta per un determinato obiettivo e qualche volta lo raggiunge. Questo dà soddisfazione (non felicità) e quasi sempre a spese di un maggior impegno che genera più ansia.
Cosa ne pensate? Ha ragione il giornalista?

Inviato: dom, 02 lug 2006 12:58
di fabbe
Premesso che generalmente le parole fra una lingua e l'altra non hanno corrispondenze univoche, io credo che in quel caso si sarebbe potuto parlare di "entusiasmo" o "euforia".

Ci sono anche altre scelte naturalmente: "ebbrezza" o "esuberanza".

Inviato: dom, 02 lug 2006 13:26
di Federico
Sembra piuttosto ridicolo...

Il fatto probabilmente è che noi italiani tendiamo troppo a leggere doppi sensi ovunque (la mania delle dietrologie è affine a questa), perciò eccitazione sembra sottintendere sempre "sessuale". Anche parlare di neuroni e muscoli è piuttosto rischioso. :roll:

Re: excitement

Inviato: dom, 02 lug 2006 16:55
di Marco1971
S'è visto che più soldi vuol dire più ansia, a dire il vero anche più excitement (sarebbe più eccitazione, ma il termine giusto in italiano non c'è), ma non più felicità.
Questa è la piú gran corbelleria degli ultimi sei mesi.
L’Oxford English Dictionary ha scritto:excitement 2 c. In recent use: The condition of being mentally excited, whether by pleasurable or painful emotion. Cf. EXCITE v. 5.

excite 5. In modern use: To move to strong emotion, stir to passion; to stir up to eager tumultuous feeling, whether pleasurable or painful. Also intr. and absol..
Il Battaglia ha scritto:Eccitazióne 2. Stimolo, reazione fisica o nervosa; stato di tensione, di orgasmo, di agitazione nervosa o psichica, di esaltazione; turbamento, inquietudine dei sensi, dell’animo; irrequietezza fisica.
[Trascelgo dall’abbondante esemplificazione.]

Giacosa: Ho tardato a scrivere le impressioni di quello spettacolo perché, proponendomi di rappresentarlo con verità, temetti me ne sviasse l’eccitazione dei sensi e dell’animo.

Pavese: Corradino se ne stette soprap[p]ensiero guardando distratto le cantanti, cercando di abbandonarsi a quel po’ di musica e di eccitazione che riempiva la notte del parco.

Eccitato 3. Messo in stato di eccitazione, agitato, turbato dall’emozione; che è in preda all’inquietudine, all’affanno, all’esaltazione, alla frenesia, al parossismo.

Moravia: Eccoli finalmente che entrano nello stanzone fortemente illuminato, le donne in vestito da sera, spiritose, eccitate, parlando ad alta voce, la testa voltata all’indietro.
E a ogni modo, come bene ha detto Fabbe, esiste una pletora di parole per esprimere l’ampia gamma di questo tipo di sentimento: agitazione, bollore, commozione, concitazione, fermento, smania, scompiglio, turbamento, tumulto, rimescolío, entusiasmo, esaltazione, esagitazione, ebbrezza, rapimento, ecc.

Ecco dove porta l’epidermica conoscenza della propria lingua – e la mancata consultazione del dizionario.

Inviato: dom, 02 lug 2006 22:25
di Marco1971
E, dallo stesso Corriere dell’8 aprile 2006:
Storia e teologia c’entrano poco, gli specialisti veri sono al massimo incuriositi, non certo frementi di eccitazione per una “novità” che non è tale e che, essi, già conoscevano.
In inglese sarebbe stato esattamente ...wild with excitement... o ...buzzing with excitement...

Inviato: dom, 02 lug 2006 23:28
di Marco1971
Scusate se insisto ancora, ma è una tale assurdità quell’asserzione, riportata in apertura di filone, del giornalista del Corriere, che voglio citare anche uno scrittore a me molto caro, Dino Buzzati, dal suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (cap. IV, proprio all’inizio):
Molte volte egli era stato solo: in alcuni casi anche da bambino, smarrito per la campagna, altre volte nella città notturna, nelle vie abitate dai delitti, e persino la notte prima, che aveva dormito per strada. Ma adesso era una cosa ben diversa, adesso ch’era finita l’eccitazione del viaggio, e i suoi nuovi colleghi erano già a dormire, e lui sedeva nella sua camera, alla luce della lampada, sul bordo del letto, triste e sperduto.
Chi non l’abbia letto e voglia una lettura per l’estate, si legga Il deserto dei Tartari! :)

Inviato: lun, 03 lug 2006 2:03
di Federico
Ma Marco, non s'inquieti: non c'è bisogno di addurre tante prove per confutare l'assurda affermazione di un semianalfabeta insipiente e presuntuoso...

Inviato: lun, 03 lug 2006 16:30
di Incarcato
Ma che scrive sul giornale... :cry: