Pagina 1 di 1

«A tutt’oggi» e «tuttora»

Inviato: mer, 03 ott 2012 22:03
di methao_donor
Magari se n’è già discusso, ma non trovo nulla.

Perché questa differenza nella grafia in due strutture che (probabilmente mi sbaglio) sono analoghe? È solo abitudine o c’è sotto qualcosa di piú profondo e di cui non m’avvedo?

Inviato: mer, 03 ott 2012 22:46
di Luca86
Sbaglierò, caro methao_donor, ma credo dipenda dal fatto che la prima è una locuzione: a tutt’oggi. Ma aspettiamo altri pareri.

Inviato: mer, 03 ott 2012 23:07
di PersOnLine
Tutt'oggi l'ho visto usato solo in a tutt'oggi, mentre tuttora ha un uso più ampio, probabilmente è questo che ha portato all'univerbazione.

Inviato: gio, 04 ott 2012 23:21
di methao_donor
Grazie a entrambi.
Il fatto che il primo sia da usarsi in una locuzione potrebbe significare qualcosa, invero (anche se avrebbe potuto essere *attuttoggi, nevvero?).

Caro PersOnLine, non ho invece ben capito cosa intenda. Sarà il sonno, ma non mi vengono in mente espressioni precise in cui "a tutt’oggi" non potrebbe sostituire "tuttora".

Inviato: ven, 05 ott 2012 0:05
di Marco1971
A tutt’oggi ha un peso piú forte rispetto a tuttora: si avverte chiaramente, come entità semantica a sé stante, la parola oggi, che richiama al presente del momento dell’enunciazione. Tuttora può anche riferirsi a un contesto passato, come nell’esempio seguente (ce ne sono altri nella BIZ[a]):

La laguna era tuttora laggiù come la perlagione d’un cielo vista a traverso le nervature d’una foglia macera. (D’Annunzio, La Leda senza cigno)

In questo senso, tuttora ha possibilità d’impiego piú ampie rispetto a a tutt’oggi, locuzione, quest’ultima, che probabilmente non ha subito l’univerbazione perché gli elementi che la compongono rimangono ancora ben distinti nella coscienza del parlante e dello scrivente.

Inviato: mar, 09 ott 2012 13:42
di methao_donor
Caro Marco,
a questo non avevo pensato, invero.

Riguardo all’univerbazione, comunque, non sono del tutto convinto: mi riesce difficile capire perché gli elementi che compongono l’espressione siano in un caso percepiti come distinti e nell’altro no. Immagino sia comunque possibile che, come dite, il piú ampio e vario uso di "tuttora" l’abbia fatto percepire come "espressione cristallizzata" e portato all’univerbazione.

Un’ultima curiosità, si è sempre trovata la forma univerbata, o in passato si è comunemente scritto anche "tutt’ora"? Il Treccani marca tale forma come "non comune".
Riguardo a "tutt’oggi", invece, credo non si sia mai vista una forma univerbata, mi sbaglio?


PS: volevo dare un’occhiata sul DOP, ma ormai da diversi giorni il sito è inaccessibile. Ne sapete qualcosa?

Inviato: mar, 09 ott 2012 18:22
di Marco1971
La grafia tutt’ora era comune nell’italiano antico; la scrizione [at]tuttoggi non pare attestata in letteratura.

A me pare abbastanza chiara la maggiore opacità semantica di tuttora (come tuttavia) rispetto a a tutt’oggi: come si risale, non conoscendone l’esatto significato, da tutto + ora a ‘ancora, fino al momento in cui si parla’? Invece a tutt’oggi con la preposizione a indica tempo determinato/fine, e tutto + oggi s’interpreta come ‘l’interezza di oggi’, quindi ‘fino a oggi compreso’. :)

Inviato: mar, 09 ott 2012 22:35
di Luca86
methao_donor ha scritto:PS: volevo dare un’occhiata sul DOP, ma ormai da diversi giorni il sito è inaccessibile. Ne sapete qualcosa?
Guardi qui.

Inviato: mar, 16 ott 2012 8:06
di SinoItaliano
Il mio professore d'italiano delle medie usava l'espressione tutt'oggi non preceduta da a, nel senso di «ancora oggi, ancora oggigiorno, ancora adesso in epoca moderna», per parlare soprattutto di vecchie abitudini del passato ancora in voga oggigiorno.