La lingua italiana da strumento di pace si è fatta strumento di discriminazione socio-etnolinguistica.
Giovabis ha scritto:Dal mio punto di vista svizzero mi è difficile comprendere l'ossessione che i veneti hanno per il dialetto.
Da come parla mi viene il dubbio che lei possa non essere svizzero o che non abbia avuto una buona educazione svizzera al rispetto della diversità entolinguistica e culturale ?
Le ricordo, nel caso fosse nato e fosse vissuto fuori o lontano dalla Svizzera (magari in Italia e a Roma ?) che lo stato svizzero è confederale a democrazia diretta, plurietnico e plurilingue: 4 sono le lingue ufficiali della Svizzera (romancio, francese, italiano, tedesco) a pari dignità e le altre lingue locali o dialetti sono parlate quotidianamente con amore e senza vergogna dalla maggior parte degli svizzeri.
In Svizzera nessuno si sogna di dire che le lingue locali sono lingue inferiori e che dovrebbero essere abbandonate in favore di quelle ufficiali.
Perché non va a dire ai grigonesi e agli engadinesi che la loro lingua romancia è un dialetto e non una lingua e che non dovrebbero avere l’ossessione di parlarla, di scriverla, di adoperarla, visto che vi sono già le altre tre lingue maggioritarie che potrebbero annullare il bisogno della loro minoritaria lingua romancia ?
Un buon svizzero come rispetta tutte le lingue della Svizzera dovrebbe rispettare tutte le lingue degli altri popoli europei e del mondo.
Giovabis ha scritto:Venezia non era serva, ma i veneti erano servi di Venezia. La Repubblica di Venezia era la repubblica della città di Venezia, non dei veneti. Venezia era una città-Stato, guidata da un'oligarchia, che governava su dei possedimenti di Terreferma che si è conquistata.
Le genti della terraferma veneta non erano serve di Venezia, le città con tutto il comprensorio comunale si sono date a Venezia in una forma che lasciava loro una certa autonomia.
Tutti i veneti ricordano con nostalgia il periodo della Repubblica Veneta; anche molti non veneti.
Pochi anni prima che la mia città di Vicenza si desse o donasse a Venezia, ricevette dalla Confederazione Svizzera formale richiesta di entrarne a far parte ma Vicenza preferì darsi a Venezia (fonte: Storia di Posina; migrazioni dalla Baviera, dal Tirolo e dalla Svizzera Alemanna).
Senza dilungarmi oltre credo che, per seguire la sua ipotesi, l'essere stati "servi de Venezia" fosse una condizione mille volte preferibile alla degrandante sudditanza ai Savoia e alla partitocrazia della Repubblica Italiana che è soltanto una parvenza degenerata di una buona democrazia come quella svizzera a cui i veneti hanno tutto il diritto dopo la ottima Repubblica Aristocratica Veneta, come naturale evoluzione.
Ai veneti veneziani, agli aristocratici veneti veneziani di un tempo, possiamo rimproverare di non essersi aperti alla aristocrazia di terra e alla borghesia, come invece hanno fatto i lord in Inghilterra e così è giunta la ghigliottina francese che ha decapitato la testa veneziana ma a pagare sono stati tutti veneti con fame, miseria, milioni di migranti e la I guerra mondiale che ha distrutto la terra veneta.
Se l'oligarchia veneziana si fosse aperta, come suggerivano alcuni, Napoleone non si sarebbe nemmeno sognato di avvicinarsi ai confini della Repubblica Veneta e la storia politica della penisola italica sarebbe stata tutt' altro.
Le sovvengo che anche la Svizzera un tempo era una "repubblica oligarchica" e che l'evoluzione verso la democrazia diretta ha richiesto secoli.