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Inviato: dom, 18 nov 2012 9:20
di Jonathan
Mi son preso la briga d'inviare all'ANSA il seguente messaggio:

Gentile redazione dell'ANSA,

vi scrivo in merito al titolo di due notizie da voi recentemente pubblicate e poi riprese da molti altri siti: «Camilleri a Monti, stop anglicismi» e «Standing ovation per Camilleri a Urbino», dove si racconta del grande favore riscosso dallo scrittore siciliano in occasione di un suo discorso presso l'Università di Urbino riguardo alle precarie condizioni della lingua italiana, intaccata, in particolare, dall'eccessivo ricorso a parole straniere da parte di istituzioni, mezzi di comunicazione e, per conseguenza, gente comune.

In virtù del contenuto stesso di quegli articoli, penso che sarebbe stato più giusto (e, forse, più rispettoso nei confronti di Camilleri) optare per dei semplici e italianissimi «basta» e «ovazione» al posto di «stop» e «standing ovation», e mi chiedo per quale motivo si sia invece preferito adoperare dei forestierismi.

In attesa di una vostra risposta, vi ringrazio sentitamente per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.

Distinti saluti

Jonathan Gironi


Dovessero rispondere, non mancherò di farvelo sapere.

Inviato: dom, 18 nov 2012 11:41
di PersOnLine
La sua è una lodevole iniziativa. Però, finché certe “strigliate” o raccomandazioni non verranno, al mondo giornalistico, direttamente la Crusca, saranno sempre prive di peso.
E intanto continuo a chiedermi che cosa ci teniamo la Crusca a fare [e a finanziare].

Inviato: dom, 18 nov 2012 12:00
di Brazilian dude
Peccato che la firmi qualcuno chiamato Jonathan. :) È uno scherzo, niente di personale!

Inviato: dom, 18 nov 2012 13:42
di GianDeiBrughi
Camilleri ha proprio ragione. Tante storie contro i dialetti o contro la gente che parlava in dialetto, e poi ora anche per un articolo in merito alla critica sull'uso dei forestierismi non si riesce manco più a scrivere in italiano. :?
Robe da chiodi!

Nel mio piccolo comunque io ho già cominciato da un po' a trattare e a considerare chi manifesta tramite l'uso smodato di anglicismi la sua incapacità di esprimersi in italiano, come un tempo veniva ingiustamente trattato e considerato chi parlava in dialetto. :twisted:

Inviato: dom, 18 nov 2012 16:31
di Jonathan
PersOnLine ha scritto:La sua è una lodevole iniziativa. Però, finché certe “strigliate” o raccomandazioni non verranno, al mondo giornalistico, direttamente la Crusca, saranno sempre prive di peso.

Ha ragione, ma quei titoli sono cosí sfacciati (quasi uno sfottò voluto) che non ho resistito.
Brazilian dude ha scritto:Peccato che la firmi qualcuno chiamato Jonathan. :) È uno scherzo, niente di personale!
La mia mamma la fece grossa quel giorno... da ora in poi mi firmerò con uno pseudonimo! :D

Inviato: dom, 18 nov 2012 19:13
di Ferdinand Bardamu
Caro Jonathan, ha fatto benissimo a scrivere all’ANSA. Quei titoli sembrano una beffa anche a me: se gli anglicismi non fossero voluti, vorrebbe dire che il giornalista li ha scritti senza pensarci. E sarebbe piú grave.

Inviato: lun, 25 apr 2016 15:36
di Carnby
Carnby ha scritto:Il Devoto lo mette a lemma come brandi
Ritiro fuori il filone per dire che nel frattempo ho cambiato idea e sono decisamente a favore della grafia brandi (pronunciato come si scrive), come è stato suggerito anche per lo spagnolo (con poco successo). Per il portoghese ho trovato brande ma non so quanto sia diffuso nel mondo lusofono.

Inviato: mar, 26 apr 2016 1:10
di sempervirens
Acquavite non va bene? Troppo generica?
Comunque brandi, b-r-a-n-d-i, che tutti noi possiamo leggere senza tentennamenti, timori o lacune, personalmente lo accetto volentieri, giusto per avere la scelta tra termini e sinonimi. Ed anche a ennesima dimostrazione che volendo qualsiasi parola si può adattare.

Inviato: mar, 26 apr 2016 14:13
di Brazilian dude
Per il portoghese ho trovato brande ma non so quanto sia diffuso nel mondo lusofono.
Io non conoscevo questa grafia. L'ho trovata in quattro dizionari monolingui. A me non dispiace.

Inviato: mar, 26 apr 2016 18:32
di Carnby
sempervirens ha scritto:Acquavite non va bene? Troppo generica?
Il brandi corrisponde ad acquavite di vino. Un nome troppo lungo per imporsi nella nostra era brachilogica. In ogni caso, acquavite di vino si trova correntemente sulle etichette fiscali.

Inviato: mer, 27 apr 2016 1:23
di sempervirens
Carnby ha scritto:
sempervirens ha scritto:Acquavite non va bene? Troppo generica?
Il brandi corrisponde ad acquavite di vino. Un nome troppo lungo per imporsi nella nostra era brachilogica. In ogni caso, acquavite di vino si trova correntemente sulle etichette fiscali.
Ha messo in rilievo un fatto a cui non avevo fatto molto caso. Il fisco tende ad usare effettivamente terminologia nostrana, affinché il contribuente capisca e paghi. :)

P.S. Credo che se anche nel linguaggio del fisco adottassero anglicismi non adattati – a sproposito come fanno i giornalisti –, le persone comuni si sentirebbero libere di non pagare giustificandosi con l'ignoranza, attendibile, delle parole di una lingua aliena. :)

il bel paese dove il sì deve suonare

Inviato: mer, 01 giu 2016 23:42
di bertrand822
Un interessante articolo di Roberto Pecchioli sul sito di Maurizio Blondet:

Il Bel Paese là dove ‘YES’ suona

Re: il bel paese dove il sì deve suonare

Inviato: gio, 02 giu 2016 0:20
di Animo Grato
bertrand822 ha scritto:Un interessante articolo di Roberto Pecchioli sul sito di Maurizio Blondet:

Il Bel Paese là dove ‘YES’ suona
Peccato che sia un articolo "posted in Friends", e che la pagina accolga il lettore con un bel "you are here"... :roll:

Inviato: gio, 02 giu 2016 11:30
di Carnby
Più che yes mi pare che ormai suoni yeah, più «americano» e strascicato.

Inviato: ven, 10 giu 2016 9:11
di GFR
Mentre leggevo il filone, senza pensarci troppo, m'è venuto in mente che l'Italia ha sempre ceduto alle invasioni, eccetto la disperata difesa sul Piave nel '17.
Nello stesso modo cede al “vincitore” e si adegua, la lingua. Spero di sbagliarmi e che il mio pensiero sia solo frutto della frettolosità con cui l’ho considerato.