L'italiano da regionale a virale
Inviato: dom, 25 nov 2012 20:00
Un articolo di Silverio Novelli.
Spazio di discussione sulla lingua italiana / Discussion board on the Italian language
https://www.achyra.org/cruscate/
È verissimo che c’è una certa unità – o piuttosto, omogeneità – per quanto riguarda la lingua scritta; un po’ meno nel parlato. Mi convince meno che la lingua sia «consapevole di sé e dinamica» (quest’ultimo, d’altra parte, è un aggettivo di modissima, ficcadappertutto: se uno vuol dire che una lingua è viva, che si rinnova, ha da dire che è «dinamica») e ancor meno che abbia «fede nelle proprie risorse interne», visto che ricorre allo straniero non solo per le cose nuove, ma anche per quelle vecchie, quasi a volersi scrollare di dosso qualche polverume o liquame marcescenti.Il modello non è più la lingua degli scrittori, recapitata un tempo nelle aule e nelle case dalla scuola e dalla tv del maestro Manzi: è, invece, la lingua ormai unificata, consapevole di sé e dinamica che ha fede nelle proprie risorse interne. Il parlante di Vicenza, come il parlante di Latina o quello di Brindisi, trae a sé le espressioni che l'italiano regionale mette a disposizione.