caixine ha scritto:Poi è innegabile che:
la voce
harena, per taluni aspetti fonosemantici, si associ, richiami, si leghi al termine di area germanica
arengo (ring, anello, cerchio) che rimanda al senso di luogo chiuso, delimitato, recintato dove avvengono incontri, dispute, tornei, confronti, discussioni, consigli, riunioni socio-politiche ... proprio come accadeva e accade in parte
Ma il primo significato di
harena non è ‹luogo chiuso›, ma ‹sabbia›! L’ho scritto sopra:
harena nel senso di ‹spazio dove si tengono giochi e spettacoli› è posteriore, perciò non può essere legato alle parole che dice lei, in nessun modo. Non vedo poi come
gare e
garage (der. di
garer) possano entrarci con
harena:
garer proviene dall’antico norvegese *
varask, ‹stare in guardia›, da collegarsi al germanico *
warôn, ‹fare attenzione, proteggere› (cfr. CNRTL «
garer»). Che entrambi i verbi siano imparentati col latino
harena, mi sembra un’ipotesi un po’ cervellotica. Anche perché
garer è «[
m]
ot du vocab. mar., qui semble n'avoir pénétré à l'intérieur des terres qu'au cours du XVes. en raison de son caractère techn.» [parola del lessico marinaresco, che sembra essere penetrata nell’entroterra solo nel corso del XV secolo per via del suo carattere tecnico] (
ibidem).
Arengo non c’entra proprio nulla di nulla: è imparentato con l’inglese
ring e deriva da un proto-germanico *
khrengaz che vuol dire ‹qualcosa di curvato›, a sua volta da una radice indoeuropea *(
s)
ker- presente anche in parole come il lat.
curvus (cfr. Online Etymology Dictionary s.v. «
ring»).
Di questo passo, di congettura in congettura scambiate addirittura come cose certe (!) e innegabili (!), finirà per dire che tutte le parole del mondo sono imparentate tra loro.
caixine ha scritto:e per altri aspetti fonosemantici rievochi, voci toponomastiche come
Mara, Mare, Maria, Mareno, Marano, Marino, Marola, Maragnole, Maragnane, Marignane, Maranera, Mareliano, Marigliano, Ariano, Ario, ... legati al senso o significato di
palude, di luogo acquitrinoso, fangoso, paltanoso, sabbioso che richiamano la poltiglia, la
palta de la
polta/polenta.
Questo è un minestrone di cose diverse in cui è difficile raccapezzarsi. Com’è possibile foneticamente (visto che, addirittura, parla di «aspetti fonosemantici») che i toponimi da lei suggeriti siano legati al latino
harena? E quali sono le ragioni semantiche, secondo lei? Non è possibile poggiare sulla sola suggestione o, peggio ancora, sulla somiglianza fonetica, perché allora potremmo dire che
mattone è l’accrescitivo di
matto.
P.S. La invito, senza alcun intento polemico, a evitare di modificare di continuo i suoi interventi. Prima d’inviarli, li ricontrolli col tasto «Anteprima» e veda se non ha nient’altro da aggiungere. Questo spazio è di tutti, non solo suo, perciò dovrebbe fare in modo che gli altri possano risponderle agevolmente. Può usare la funzione «Modifica» per correggere refusi e errori – e sarebbe opportuno lo facesse –, ma non per aggiungere interi blocchi di testo, a meno che non evidenzi bene che si tratta d’un’aggiunta (e anche in questo caso, comunque, io userei parsimonia).