*«Settimana prossima»

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1337
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Dalle mie parti (Liguria occidentale) settimana si dice setemana (i dì d'a setemana 'i giorni della settimana'). L'espressione la settimana prossima viene invece resa con st'èima che vèn (gh'anderèi st'èima che vèn 'ci andrete la settimana prossima'), quindi senza l'articolo. Similmente l'anno prossimo viene reso con st'anu che vèn. Malgrado ciò, nell'italiano, l'articolo viene usato, quindi si usa la settimana prossima o, a livello colloquiale basso, la settimana che viene.
PS èima deriva dal greco hebdomas.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Ma sbaglio o tuttogiorno è usato da letterati anche eminenti (ricordo Leopardi), come calco del francese toujours forse con qualche influenza di tuttodí?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

In effetti tuttogiorno è stato usato da diversi scrittori, fino a Croce.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

E come si può interpretare questo fenomeno?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Come ha detto lei stesso qui sopra: per calco, dal francese toujours.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Fabio48
Interventi: 199
Iscritto in data: mer, 30 nov 2005 8:38
Località: Lucca

Intervento di Fabio48 »

Caro bubu7,
la ringrazio per la sua convincente spiegazione e per la sua consueta cortesia.

Riguardo ad altri interventi, so benissimo che ci sono frasi dove specificare il numero è naturale: ha due gambe meravigliose, ha due occhi stupendi ecc.
Volevo solo dire che se ci si rivolge ad una persona, in genere non mi sembra che si dica : che due begli occhi, o che due belle mani.

Avendo poi io, la veneranda età di 59 anni ed esercitando una professione che ha a che fare con la gente e che mi ha dato modo di girare tutta l'Italia, volevo far presente che ho avuto occasione di discutere dovunque e spesso dei vari modi di dire, senza per questo urtare la suscettibilità di qualcuno, come invece sembra essere accaduto qui.

Inoltre, non essendo poi un vostro collega purtroppo, ma occupandomi da sempre di industrie, non riesco a capire cosa vuol dire parlare in maniera "sorvegliata" o "popolare".
Mi sono iscritto a questo forum perché mi interessa molto la lingua italiana e la letteratura; non intervengo quasi mai (ed oggi ho la conferma di quanto ho fatto bene!) perché molte delle vostre discussioni sono veramente solo per gli addetti ai lavori, anche se estremamente affascinanti.

Non ho sostenuto l'illiceità di nessun idiotismo perché non ne ho la competenza ed essendo io terra-terra, non posso permettermi nemmeno di essere cavilloso, pertanto, quando mi dicono "che palle", capisco perfettamente a quali palle si fa riferimento.

Se e quando sentirò impellente il bisogno di sindacare sui dialetti del nord e gli ultraottantenni, visto che qui non si può fare, mi permetterò di disturbare privatamente qualche forumista che riesce a tollerarmi, nella speranza che non mi tradisca e faccia la spia sul forum.

P.S.
La parola "post" era solo per far dispetto a Marco che saluto con simpatia.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

Fabio, mi permetta: ma com'e` permaloso! :wink:
Fabio48 ha scritto:Volevo solo dire che se ci si rivolge ad una persona, in genere non mi sembra che si dica : che due begli occhi, o che due belle mani.

Beh, io le posso assicurare che invece "che due occhi" si dice, almeno al nord.
Fabio48 ha scritto:volevo far presente che ho avuto occasione di discutere dovunque e spesso dei vari modi di dire, senza per questo urtare la suscettibilità di qualcuno
Beh sembra che pero` quegli stessi modi di dire urtassero lei, e in maniera piuttosto consistente:
Fabio48 il 18 mag 2007 alle 10:37 ha scritto:Questa frase mi faceva impazzire e non solo per il modo di dire incriminato, ma anche per quel "due" assurdo ed inutile. Gli chiedevo se [...] ma non ha mai afferrato il concetto.
Quanto alle palle:
essendo io terra-terra, non posso permettermi nemmeno di essere cavilloso, pertanto, quando mi dicono "che palle", capisco perfettamente a quali palle si fa riferimento.
Mi permetta un altro cavillamento. Parlando sempre del nord, la parola "palla" (o la versione semidialettale"balla") ha anche il significato di "frottola". Un abitante della bassa padana, se sente "che palle!" o "che balle!" puo` interpretare con "che frottole! che panzane!" Invece l'espressione con il "due", rinviando piu` esplicitamente all'origine genitale dell'elegante metafora, fa capire all'interlocutore che il significato voluto e` quello del lamento per l'eccessiva noia, magari causata dall'eccessiva pedanteria di qualcuno (ehm... :oops:)

Con simpatia :wink:
Avatara utente
bubu7
Interventi: 1454
Iscritto in data: gio, 01 dic 2005 14:53
Località: Roma
Info contatto:

Intervento di bubu7 »

Bue ha scritto: Mi permetta un altro cavillamento. Parlando sempre del nord, la parola "palla" (o la versione semidialettale"balla") ha anche il significato di "frottola". Un abitante della bassa padana, se sente "che palle!" o "che balle!" puo` interpretare con "che frottole! che panzane!" Invece l'espressione con il "due", rinviando piu` esplicitamente all'origine genitale dell'elegante metafora, fa capire all'interlocutore che il significato voluto e` quello del lamento per l'eccessiva noia, magari causata dall'eccessiva pedanteria di qualcuno (ehm... :oops:)
Cavillamento respinto. :)
Quest'ambiguità può sussistere solo se viene chiesto a qualcuno: "Che significa l'espressione 'che balle!'?".
Negli altri casi il contesto comunicativo consente normalmente la disambiguazione del significato.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

Fatto sta che non si usa! La mia era un'ipotesi sul perche' - ammesso che ci sia.
Avatara utente
Fabio48
Interventi: 199
Iscritto in data: mer, 30 nov 2005 8:38
Località: Lucca

Intervento di Fabio48 »

Caro Bue,
fortunatamente la sua simpatia supera di gran lunga la presunta "pedanteria" alla quale lei fa riferimento. E lei lo sa.

Lasciato tutto quanto alle spalle, questo scambio di post :wink: , mi torna a questo punto utile, per esprimere un'opinione che da tempo volevo esternare e che però ,credo, a molti non sarà gradita.

Quando discutete tra di voi (intendo assieme con lei, Marco, Infarinato, Incarcato, Federico, Bubu7, per non parlare di Amicus_eius ed altri tre o quattro), vi viene mai in mente che ci può essere gente come me incuriosita ed interessata, ma che ad un certo punto deve abbandonare perché non capisce più niente?

Dico questo perché ho qualche amico che a suo tempo era iscritto come me nel forum dell'Accademia della Crusca ed al quale avevo suggerito di dare un'occhiata qui. Bene; dopo due o tre giorni di lettura, nessuno di loro se l'è sentita perchè ritenevano, giustamente del resto, di non essere all'altezza della situazione.
Come in effetti non lo sono io, solo che la mia curiosità, è pari solo alla mia faccia tosta.

Allora, mentre penso che è logico che fra "addetti ai lavori" si parli come conviene, mi viene però da chiedere se magari, in qualche occasione, non si possano usare forme, terminologie o parole più conprensibili a tutti.
Cioè, se un dottore parla di neoplasia, probabilmente il 90% degli ascoltatori capisce di cosa si parla, ma se dicesse cancro, ritengo che a capire sarebbe la totalità dei presenti.

Tutto questo discorso contorto solo perché amo veramente la limgua italiana e mi piacerebbe che questo forum crescesse giorno per giorno e che fosse seguito da studenti, da lavoratori e da pensionati.
Un punto di riferimento, che però impegnerebbe forse alcuni di voi fuori misura, al quale possa rivolgersi chiunque abbia a cuore la nostra lingua.

Aprendo il forum, non si riceve certamente l'impressione che desidera ricevere chi si avvicina per la prima volta.
Magari a tutti voi va bene così e lo scopo che volevate ottenere è proprio quello che partecipi al forum solo chi può apportare un valido contributo;
ma se è così è un peccato credetemi.

Non sarebbe bello che chi vi legge assimilasse le vostre osservazioni, imparasse quello che non sa e cominciasse a correggersi dove ha sempre sbagliato?
La vostra intenzione non è quella di salvare la lingua italiana? E questo nobile scopo non vale qualche sacrificio?

Sarebbe una idea da scartare a priori quella di creare ad esempio una sezione dove neofiti o semplici curiosi possano chiedere spiegazioni su grammatica e sintassi?
Non sono certamente qui a chiedervi di fare i professori anche nel vostro tempo libero, ma quando vedo le richieste che vengono fatte a De Rienzo e le rispste che ne conseguono, mi viene la "ciccia di gallina", come diceva Mario il bagnino.

Voi continereste a dissertare sui filoni di sempre, io leggerei zitto, zitto e ad ogni dubbio...zac! una bella domanda rompi quelle che si diceva prima e via...

Ritengo di avervi annoiato troppo anche perché sono sicuro che avete ben compreso il mio intendimento.
Non vogliatemene, vi prego.
Vi seguo sempre con il massimo interesse e mi piacerebbe che il vostro impegno andasse a buon fine.

Cordiali saluti a tutti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
Avatara utente
bubu7
Interventi: 1454
Iscritto in data: gio, 01 dic 2005 14:53
Località: Roma
Info contatto:

Intervento di bubu7 »

Fabio48 ha scritto: ...esprimere un'opinione che da tempo volevo esternare e che però ,credo, a molti non sarà gradita.
E perché mai?
Le sue opinioni sono graditissime ma ho l'impressione che nascano in parte da un malinteso.
Ha ragione quando afferma che alcuni interventi sono molto tecnici e usano, a volte, un linguaggio da iniziati. Ma non viene impedito a nessuno d'intervenire e chiedere spiegazioni (che non verrebbero di certo negate).

In quanto a questa sua affermazione:
Fabio58 ha scritto:Sarebbe una idea da scartare a priori quella di creare ad esempio una sezione dove neofiti o semplici curiosi possano chiedere spiegazioni su grammatica e sintassi?
le rispondo che l'idea non è da scartare ma a me sembra inutile una nuova sezione quando è detto chiaramente (riporto dal messaggio di benvenuto):
Usate liberamente questo spazio per porre quesiti di carattere grammaticale o lessicale...
Liberamente vuol dire pure che i quesiti possono essere sia di alta linguistica sia quesiti elementari.
Nessuno ha mai censurato e credo che nessuno censurerà mai domande, anche banali, che possano servire a comprendere meglio la nostra bella lingua. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Brazilian dude
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 726
Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03

Intervento di Brazilian dude »

Appunto. Le mie domande, per esempio, sono banalissime, e nessuno si è mai negato a rispondervi. :)

Brazilian dude
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Infatti, caro Fabio, chiunque può porre qualsiasi quesito linguistico, anche semplicissimo. Spesso dalle domande apparentemente banali vengon fuori interessanti approfondimenti sulla lingua e i suoi mille arcani. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Come ha detto lei stesso qui sopra: per calco, dal francese toujours.
Cioè, semplice influenza di una lingua straniera in opposizione alla norma grammaticale? E non, ad esempio, adattamento di un prestito favorito da un sostrato grammaticale favorevole.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Quale opposizione alla norma grammaticale?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 16 ospiti