Apertura della vocale nella parola «niente»

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Moderatore: Cruscanti

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Souchou-sama ha scritto:Se può tornare utile, scrivo qui una lista di parole che, in Lombardia, presentano entrambi i fonemi possibili a seconda del parlante (vado a memoria): bordo, bosco, con, conosco, enorme, esco, fetta, fodera, foto, gobba, goffo, moto, orlo, porno, potrebbe &c, quello, questo, , tedesco…[/size]
Le parole per le quali ho sentito una certa oscillazione sono enorme, esco, fodera. Quèsto e quèllo mi suonano decisamente lombardi; pórno e fóto – chissà perché – piú trentini (sarà che frequento gente di quelle parti…).

Un ipercorrettismo in cui cado spesso – e in questo caso si tratta davvero d’ipercorrettismo, perché tento di porre rimedio a una pronuncia che avverto come dialettale – è iéri per ièri. Spontaneamente, infatti, riporto in italiano la mia pronuncia dialettale della parola, che si dà il caso essere proprio quella normale, almeno per quel che riguarda il grado di apertura della vocale tonica.

AGGIORNAMENTO
Grazie a Infarinato per la risposta. :)
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Se non sbaglio, nei dialetti settentrionali, specialmente il lombardo, così come nei rispettivi italiani regionali, le vocali e/o sono aperte in sillabe chiuse e in fine di parola, e chiuse in tutte le altre sillabe. Giusto?
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Di solito sí, ma non sempre. Per esempio, in Lombardia si dice —a seconda della zona— sia bistécca sia *bistècca, sia *éssere sia èssere, sia fémmina sia *fèmmina, sia sia *, sia sigarétta sia *sigarètta, sia *témpo sia tèmpo, eccetera eccetera. In particolare, la tendenza ad avere /o/ in sillaba aperta1 è molto meno forte di quella ad avere /e/, che invece è praticamente onnipotente! :D Allo stesso modo, la /ɔ/ in sillaba chiusa non è affatto scontata: *crósta, móndo, *spórco

1 Questa tendenza mi pare molto piú forte in Veneto & in Friuli, per esempio, dove ho sentito cose come dópo, *póco, *próvo, *tópo

Ah, intanto ho aggiornato la lista di parole che ho compilato ieri (vedi sopra).
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Souchou-sama ha scritto:Questa tendenza mi pare molto piú forte in Veneto & in Friuli, per esempio, dove ho sentito cose come dópo, *póco, *próvo, *tópo
Dovrebbe farsi un giro nel savonese, per godere dei vari *tópo, *fóto, *móto, *cópia... tutto quel che il suo orecchio possa desiderare! :wink:
Ivan92
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Re: Apertura della vocale nella parola "niente"

Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Parlando con una persona delle Marche ho notato che la sequenza "ie" (semivocale + "e") ha sistematicamente la vocale chiusa.
Per dovere di cronaca, da buon marchigiano, mi permetto di fare qualche precisazione. :)

Da Pesaro ad Ancona, la sequenza ie ha la vocale chiusa. Nelle zone del sud(de)-anconitano, invece, la vocale si apre, per poi richiudersi da Macerata in giú. Per cui, a Urbino, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli, sentirà dire /'pjede/, /'kjedo/, /'mjele/, mentre a Loreto, Jesi, Osimo, Castelfidardo (la mia città), sentirà /'pjɛde/, /'kjɛdo/, /'mjɛle/, ecc.
valerio_vanni ha scritto:Per quanto riguarda le Marche questo può valere particolarmente, dato che anche gli avverbi hanno l'aperta ("veramente", "ripetutamente" etc). E così anche la parola "mente" e il verbo mentire (io mento): a dire il vero mi pare di non avere mai sentito dai marchigiani un /-ent/, se non nella parola "venti").
Anche qui, mi permetto un piccolo appuntino. :)

Gli avverbi in -mente hanno la vocale chiusa nel pesarese, in parte dell'anconitano, nel maceratese (eccezion fatta per Recanati) e nel fermano. La vocale è aperta soltanto nelle zone del sud(de)-anconitano (la mia), in parte del nord(e)-anconitano e nell'ascolano.

Per concludere, niente, dalle mie parti, si dice /'ɲɛnte/, con /ɲ/ autogeminante. :)
Ultima modifica di Ivan92 in data mar, 07 lug 2015 16:09, modificato 5 volte in totale.
valerio_vanni
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Re: Apertura della vocale nella parola "niente"

Intervento di valerio_vanni »

Ivan92 ha scritto:Da Pesaro ad Ancona, la sequenza ie ha la vocale chiusa. Nelle zone del sud(de)-anconitano e, ancorché non categoricamente, nel recanatese, la vocale si apre, per poi richiudersi da Macerata in giú. Per cui, a Urbino, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli, sentirà dire /'pjede/, /'kjedo/, /'mjele/, mentre a Fabriano, Jesi, Osimo, Castelfidardo (la mia città), Recanati, sentirà /'pjɛde/, /'kjɛdo/, /'mjɛle/, ecc.
Quindi c'è un'area intermedia che fa eccezione. Non dev'essere molto grande, perché il DiPI (che ora non funziona, spero che la memoria non mi tradisca) per le Marche non indica nemmeno [je/jɛ].
Sarebbe interessante capire quale sia il motivo. Che so, se è una novità o un fenomeno di conservazione.
Gli avverbi in -mente hanno la vocale chiusa nel pesarese, in parte dell'anconitano, nel maceratese e nel fermano. La vocale è aperta soltanto nelle zone del sud(de)-anconitano (la mia) e nell'ascolano.
Quindi secondo lei è la vocale aperta l'eccezione? Ora non riesco a trovare conferme sul DiPI, però mi pare che non fosse indicata l'aperta nemmeno come minoritaria.

Per quanto riguarda il pesarese, non faccio fatica a crederlo. L'influenza della Romagna è notevole, e in Romagna c'è la chiusa.
Personalmente, l'ho sentita sempre aperta nella valle del Cesano. Lì ho parecchi contatti, e le mie orecchie non hanno mai sentito una chiusa. Ho sentito una persona di Cingoli, mi pare di ricordare l'aperta ma si tratta di un singolo caso.
Ho sentito l'aperta anche da qualcuno di Ancona, altri riscontri personali non ne ho.
Ivan92
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Re: Apertura della vocale nella parola "niente"

Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Quindi c'è un'area intermedia che fa eccezione. Non dev'essere molto grande, perché il DiPI (che ora non funziona, spero che la memoria non mi tradisca) per le Marche non indica nemmeno [je/jɛ].
Sarebbe interessante capire quale sia il motivo. Che so, se è una novità o un fenomeno di conservazione.
Sí, non è molto grande in effetti. Guardi qui: le uniche zone dov'è [*quasi] sempre presente /jɛ/ sono quelle dello jesino e dell'osimano (comprendente Castelfidardo e Loreto). Difatti i dialetti son molto simili. Nel fabrianese e nel recanatese dovrebbe prevalere /je/, ma non sono certo della non esistenza di /jɛ/. Nel resto delle Marche, invece, soltanto /je/. Anch'io sarei curioso di sapere il perché di tale differenza.

*Con quasi intendo il novantacinque per cento dei casi, ché Chieti, Rieti e la stessa Jesi, per esempio, vengono pronunciate con /e/. A ciò s'aggiunga il fatto che i giovani d'oggi tendono ad anconetanizzare la pronuncia, per cui può capitare di sentire /je/ in bocca ad alcuni fanciulli appartenenti alle zone dell'osimano e dello jesino, laddove i loro nonni direbbero /jɛ/.
Quindi secondo lei è la vocale aperta l'eccezione? Ora non riesco a trovare conferme sul DiPI, però mi pare che non fosse indicata l'aperta nemmeno come minoritaria.
Per quanto riguarda il pesarese, non faccio fatica a crederlo. L'influenza della Romagna è notevole, e in Romagna c'è la chiusa.
Personalmente, l'ho sentita sempre aperta nella valle del Cesano. Lì ho parecchi contatti, e le mie orecchie non hanno mai sentito una chiusa. Ho sentito una persona di Cingoli, mi pare di ricordare l'aperta ma si tratta di un singolo caso.
Ho sentito l'aperta anche da qualcuno di Ancona, altri riscontri personali non ne ho.
Be', so per certo che nel maceratese-fermano gli avverbi in -mente hanno sempre la vocale chiusa, cosí come è sempre aperta nell'ascolano, in parte dell'anconitano (Loreto, Osimo, Castelfidardo, Jesi) e nel recanatese. Per il resto, la pronuncia dovrebbe oscillare: nel fabrianese, data la vicinanza coll'Umbria, dovremmo avere -ménte, ma non ne sono sicuro, anche perché una mia amica di Fabriano li pronuncia cólla vocale aperta. Nella stessa Ancona e nell'isola linguistica del Conero sono attestate entrambe le pronunce, ma, come dice lei, dovrebbe prevalere quella con e aperta. Nel pesarese si ha -ménte al cento per cento, eccezion fatta forse per la zona del pergolese, il vernacolo della quale ha ben poco di gallico, e di Fano. I miei amici di Cingoli pronunciano tutti gli avverbi in -mente con e chiusa, Cingoli facendo parte del maceratese.

Potremmo riassumere cosí (tralasciando le zone del recanatese, del fabrianese e del pergolese, incerte perché di «confine»):

Pesarese: /je/, -ménte

Nord(e)-anconitano (compresa la stessa Ancona e l'isola linguistica del Conero): /je/, -mènte/-ménte

Sud(de)-anconitano: /jɛ/, -mènte

Maceratese-fermano: /je/, -ménte

Ascolano: /je/, -mènte
Ultima modifica di Ivan92 in data gio, 08 ott 2015 15:57, modificato 1 volta in totale.
Ivan92
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Re: Apertura della vocale nella parola "niente"

Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Quindi c'è un'area intermedia che fa eccezione. Non dev'essere molto grande, perché il DiPI (che ora non funziona, spero che la memoria non mi tradisca) per le Marche non indica nemmeno [je/jɛ].
Sarebbe interessante capire quale sia il motivo. Che so, se è una novità o un fenomeno di conservazione.
Per tornare sull'argomento, anche la Guichipedía reputa interessante il fenomeno in questione: «Una parentesi interessante la si può aprire a proposito della pronuncia del dittongo "ie", che nell'area galloitalica e nel maceratese è pronunciato chiuso nella maggior parte delle parole (iéri, piéno, piéde, insiéme), mentre a Jesi, Osimo e nell'area recanatese esso è pressoché sempre aperto tranne forse in rarissimi casi (ièri, pièno, viène, dièci, piède, ferovière, insième)». Purtroppo per noi, però, non viene fatta alcuna ipotesi.
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andrea scoppa
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Re: Apertura della vocale nella parola «niente»

Intervento di andrea scoppa »

valerio_vanni ha scritto: dom, 17 feb 2013 16:13 "pieno" /pjeno/, "miele" /mjele/ "vieni" /vjeni/
In dialetto: /'pjeno/, /'mεle/ e, per metafonesi, /'veni/ (infatti /'vεne/).
Ivan92 ha scritto: dom, 28 giu 2015 1:20 Per cui, a [...] Macerata [...] sentirà dire /'pjede/
Eh! eh! Anche /pε/!
Ivan92 ha scritto: dom, 28 giu 2015 1:20 Per concludere, niente, dalle mie parti, si dice /'ɲɛnte/, con /ɲ/ autogeminante. :)
Se si cerca di parlare in italiano, *nnnnniènte, ovviamente.
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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