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Savoir-faire

Inviato: gio, 20 lug 2006 20:45
di FedericoC
Vorrei proporre saper vivere.
Forse non è letterale, ma si capisce bene e si ricollega all'omonimo libretto del 1900 di Matilde Serao.

Inviato: gio, 20 lug 2006 21:22
di Marco1971
Io mi stupisco d’una cosa: perché accogliere savoir-faire e savoir-vivre, che nel GRADIT hanno, quasi parola per parola (si veda nel De Mauro), la stessa definizione? Queste due parole francesi, in francese, hanno significati diversi (si veda nel TLFi).

Il savoir-faire è il saperci fare, la destrezza, la competenza, la tecnica, ecc.

Il savoir-vivre è il sapere stare al mondo, l’urbanità, la cortesia, la civiltà, il garbo, ecc.

Doppioni stranieri in italiano? È il colmo dell’assurdità! :evil:

Inviato: ven, 21 lug 2006 8:52
di Federico
Be', ma è ovvio: immagino che sia arrivato prima savoir-faire e che poi qualche ignorante di francese abbia deciso di differenziarsi e dalla massa usando collo stesso significato savoir-vivre, che dopotutto si differenzia solo per due o tre lettere, suvvia! Come può avere significati diversi?