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«Dài!» e «to'!»

Inviato: ven, 12 apr 2013 22:01
di Zabob
Qualcuno saprebbe spiegarmi come si sono prodotte queste esclamazioni?
In altri termini, se dico a qualcuno «Dài, sbrigati!», che cosa c'entra il verbo "dare"? che cosa dovrebbe "dare" colui che recepisse il mio invito ad affrettarsi?
Analogamente, se incontrassi una persona dopo un bel po' di tempo e lo apostrofassi con «To'*, chi si vede», che cosa mai dovrebbe "togliere" colui nel quale mi sto imbattendo?

* Errato "toh" per "to'" (e anche "beh" per "be'"), nevvero?

Inviato: ven, 12 apr 2013 22:13
di Ferdinand Bardamu
Su dai non saprei dirle; circa to’, le dico che è usato nel senso di ‹prendi!›, perciò in una frase come «To’, chi si rivede!» quel to’ può essere (forzatamente) interpretato come «prendi questa notizia!».

Riguardo alla grafia, ecco quel che dice il DOP: «to’ tronc. (antiq.) di togli ed escl. — come escl. (tuttora viva nel parlato), scritto anche toh».

Inviato: ven, 12 apr 2013 22:46
di Fausto Raso
Per "dai", gentile Zabob, guardi qui.

Inviato: sab, 13 apr 2013 8:57
di Ferdinand Bardamu
Riguardo all’origine dell’interiezione dai, provo a fare un’ipotesi. Potrebbe darsi che quest’incitamento fosse pronunciato in passato da contadini, fabbri o manovali che lavoravano insieme, per «dare il ritmo» del lavoro, per cosí dire. L’estensione di dai ad altri àmbiti è presto fatta. È molto fantasiosa e un po’ cervellotica come proposta, ma non me ne vengono in mente altre e in Rete non ho trovato nulla.

Inviato: sab, 13 apr 2013 11:02
di Brazilian dude
Si usa anche in altre lingue: dale in spagnolo (soprattutto nel Cono Sud) e davài (давай) in russo.