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Pronuncia dei nomi scientifici
Inviato: sab, 27 apr 2013 15:53
di Zabob
Com'è noto, si deve a Linneo l'invenzione della nomenclatura binomiale, che prevede l'attribuzione, a ogni specie animale o vegetale, di un nome scientifico in latino o comunque "latinizzato" (es. Panthera leo = leone).
Man mano che sono state scoperte nuove specie, altrettanti zoonimi e fitonimi sono stati coniati, spesso "omaggiando" con tali nomi l'autore della scoperta.
E qui arrivo al punto: posto che l'Escherichia coli si chiama così perché l'ha scoperta Theodor Escherich, tedesco, bisogna leggere /eskeˈrikja/ o, rispettando la pronuncia del cognome nella sua lingua, /eʃʃeˈriχia/? il Treccani, il DiPI e lo Zingarelli portano /eʃʃeˈrikja/, ma mi danno l'impressione di "far le cose a metà".
Sulla Wikipedia in inglese la pron. riportata è /ˌɛʃɨˈrɪkiə ˈkoʊlaɪ/, dal che si evincerebbe che ogni lingua può liberamente storpiare i vocaboli delle altre secondo la propria fonotassi.
All'Università c'era un prof. di pediatria che valutava con più favore lo studente che dicesse /eʃʃeˈriχia/. Al tempo mi trovavo d'accordo con lui; ora non saprei: d'altra parte, chi pronuncia "alla tedesca" Porsche o Mercedes?
Inviato: sab, 27 apr 2013 16:02
di Souchou-sama
Veramente
Escherich ha /-ç/, non /-x/.

Inoltre, se anche /x/ fosse, sarebbe appunto preferibile trascrivere «/x/ [χ]», non «/χ/».
Comunque io ho sempre sentito l’incólto /eskeˈrikja/.
Inviato: sab, 27 apr 2013 16:31
di Zabob
Souchou-sama ha scritto:Veramente
Escherich ha /-ç/, non /-x/.

Inoltre, se anche /x/ fosse, sarebbe appunto preferibile trascrivere «/x/ [χ]», non «/χ/».
La ringrazio per la precisazione: avendo scarsa dimestichezza sia con il tedesco sia con l'AFI, ero effettivamente in dubbio su quale simbolo adoperare.
Ma il mio era solo un esempio: generalizzando, chi voglia pronunciare correttamente
Leishmania o
Neisseria, per es. (/leiʃ-/ o /laiʃ-/? /neis-/ o /nais-/?), deve prima informarsi sulle nazionalità di Leishman e Neisser e su come si pronunciano nella loro lingua?
Inviato: sab, 27 apr 2013 16:37
di Animo Grato
Credo che uno dei fini della nomenclatura binomiale sia quello di trascendere i nomi locali delle diverse specie catalogate, scegliendo il latino come lingua franca al di sopra delle varie lingue nazionali: l'agognata universalità della denominazione scientifica verrebbe in un certo modo inficiata se la pronuncia variasse caso per caso, previo accertamento della nazionalità dello scienziato coinvolto. Scelta la lingua, e
adattati i nomi degli scienziati eponimi alla lingua scelta, la pronuncia dovrebbe discenderne logicamente. Storicamente, non ci si è presi la briga di adattare un complicato nome cinese in Confucio per poi continuare a leggerlo come se fosse
"(孔子) Kǒngzǐ in Pinyin o K'ung-tzu in Wade-Giles (孔夫子) Kǒng Fūzǐ in Pinyin o K'ung-fu-tzu" (da wikipedia), e discorsi simili si potrebbero fare per Cartesio, Grozio, Calvino...
A questo punto, però, sorge un altro problema:
quale pronuncia latina?

Inviato: sab, 27 apr 2013 17:41
di Zabob
Il problema, caro Animo Grato, è che i nomi non vengono
adattati; non più, almeno. Li si prende scrii scrii e gli si aggiunge un suffisso.
Riguardo alla sua domanda «quale pronuncia latina»:
Pasteurella (stando sia al DiPI che alla Treccani) si legge /past
e'rɛlla/. Quale pronuncia latina prevede che
-eu- si legga
-e-? Non sarà che si è adattato il fonema /ø/ alla fonetica del latino, sostituendolo con /e/? Come può constatare, richiamarsi a una qualsiasi pronuncia latina da prendere come paradigma è un inutile esercizio, tanto più inutile se comunque poi
in ingl. si pronuncia /ˌpæstəˈrɛlə/.
Inviato: sab, 27 apr 2013 18:01
di Animo Grato
Ha ragione, i nomi non vengono più adattati smussandone gli spigoli come si faceva una volta, ma per me anche la semplice aggiunta di un suffisso vale come assunzione nella nuova lingua, con tutto ciò che ne consegue. Pasteurella lo pronuncerei "pasteurella", papale papale, e, per questa volta, poco mi curerei dei consigli di Treccani e DiPI che, come lei stesso ha osservato nel suo intervento inaugurale, in questi casi tendono a tenere i piedi in due scarpe.
Inviato: sab, 27 apr 2013 18:07
di Souchou-sama
No, no, son d’accordo con Zabob. Pronunciare qualcosa come /pasteuˈrɛlla/ mi sembra veramente un rifiuto a tutti i costi della realtà, pur di far restar in piedi codesta tesi secondo cui sarebbe possibile una pronuncia integralmente latina dei nomi scientifici.
Inviato: sab, 27 apr 2013 18:27
di Infarinato
Una «pronuncia
integralmente latina» (e
italiana) sarebbe quella dell’adattamento
pastorella.

Inviato: sab, 27 apr 2013 23:59
di Souchou-sama
Parla della musica natalizia, del genere poetico medievale, del cappello di paglia o d’una giovane pastora?

Inviato: dom, 28 apr 2013 7:02
di Zabob
Non mi parrebbe peregrino "pastorella", dal momento che diciamo che il latte è pastorizzato.