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Castroneria?? [Ortografia della lingua italiana]
Inviato: mar, 30 apr 2013 11:01
di Zabob
Possibile che nell'
appendice al Piccolo Palazzi sia scritto ciò? O mi sfugge qualcosa?
Il Piccolo Palazzi ha scritto:A questo proposito va notato che però la q si adopera soltanto quando le due vocali (la u e l’altra vocale) formano un suono unico. Quando invece le due vocali si pronunziano separate, si deve usare la consonante c. La differenza appare chiara nella pronunzia di qui e cui. Perciò si scriverà cuore, taccuino, cuoco, scuola, innocuo.
In altre parole, la 'u' di
cuore,
cuoco e
scuola non è una semiconsonante? (sorvolando sul fatto che in
cúi c'è iato, in tutti gli altri casi dittongo – mi si corregga se sbaglio perché questa materia mi è ostica).
Inviato: mar, 30 apr 2013 13:50
di Ferdinand Bardamu
In attesa degli esperti, le posso dire che anche a me sembra una castronería. La distinzione
c ~
q è etimologica non fonetica: si scrive
cuore e non *
quore perché la parola latina da cui deriva è *
CŎRE(
M); lo stesso vale per
scuola (< *
SCŎLA(
M)) e
cuoco (<
CŎCU(
M)). Questo vale sia per le parole di tradizione ininterrotta sia per i cultismi, come
innocuo, la cui
u, però, non dovrebbe essere pronunciata come [w] (vedi
DOP).
Inviato: mar, 30 apr 2013 19:37
di Zabob
Ferdinand Bardamu ha scritto:La distinzione c ~ q è etimologica non fonetica:
Ma, quand'anche la distinzione fosse fonetica (e non lo è), quale differenza fonetica vede (o dovrei dire sente) fra la -uo- di
quota e quella di
cuore? È qui che sta (soprattutto) la castroneria: nel dichiarare una distinzione su base fonetica e poi smentirla con gli esempi!
Inviato: mar, 30 apr 2013 20:42
di Carnby
Semmai avrebbe dovuto dire che quando la
u è una «vocale piena» (come in
cui) non è possibile usare la
q. Il fatto che la differenza tra
cu- e
qu- sia essenzialmente etimologica è dimostrato dal comunissimo strafalcione (spesso ironico) *
squola.
Zabob ha scritto:Ma, quand'anche la distinzione fosse fonetica (e non lo è), quale differenza fonetica vede (o dovrei dire sente) fra la -uo- di quota e quella di cuore?
Foneticamente credo proprio di no;
fonematicamente c'è chi ha proposto per l'italiano l'esistenza del fonema labiovelare /kʷ/, per tentare di spiegare l'anomala distribuzione di /w/, che compare principalmente nel «dittongo ascendente» /wɔ/ (che spesso si semplifica in /ɔ/ nel parlato popolare toscano e mediano) oppure preceduta da consonante occlusiva velare.
Inviato: gio, 02 mag 2013 23:23
di Zabob
Forse si poteva dire che la distinzione è anche fonetica, nel senso che:
– in cua, cue e cui la 'u' è sempre vocale, come in "lacuale", "vacue", "acuito" (ma quanti la "sentirebbero" questa vocale?);
– nel caso di cuo la distinzione è solo etimologica, poiché la 'u' può essere sia vocale, come in "innocuo", sia approssimante, come in "cuore" (ma anche come in "quota");
– invece la 'u' in quV è sempre approssimante.
E quel cùi non ci azzecca per niente perché contiene un(o) iato!